Nonostante il cospicuo ammontare di risorse, messe a disposizione dell’Europa nel corso dell’ultima programmazione settennale delle politiche di coesione, il nostro Paese non dimostra in genere grande capacità di impiego dei fondi. Se ne è parlato in commissione regionale Bilancio affari generali e istituzionali, presieduta da Marco Lombardi, dove, in vista della prossima Sessione europea dell’Assemblea legislativa, è intervenuto l’europarlamentare Salvatore Caronna, membro della commissione parlamentare europea per lo sviluppo regionale, invitato in audizione per riferire sul tema della nuova politica di coesione.

L’Emilia-Romagna – ha sottolineato Caronna rispondendo ad una domanda di Andrea Pollastri (Pdl) – in questo senso è certamente una regione virtuosa per quanto concerne la capacità di utilizzo dei fondi europei, ma il problema in generale esiste. Le responsabilità si possono ravvisare in una “impreparazione che riguarda sia gli amministratori politici sia i tecnici”. E’ pertanto cruciale superare queste difficoltà. In questo senso sarebbe utile – ha suggerito – attivare una riflessione per individuare gli strumenti più efficaci di utilizzo lungo tutta la filiera. Magari promuovendo con tutti gli attori interessati una conferenza a livello nazionale sulla prossima programmazione dei fondi per mettere a fuoco le opportunità e i rischi che si prospettano per i prossimi anni.

 

L’europarlamentare ha ricordato che la politica di coesione riguarda il 30% del bilancio dell’Unione europea e comprese le politiche per l’agricoltura ne costituisce il 70 %. In base alla proposta di bilancio avanzata dal Consiglio europeo – ma rigettata dal Parlamento di Strasburgo e ancora oggetto di un’aspra discussione – i fondi europei per le politiche di coesione 2014-2020 dovrebbero ammontare a circa 325 miliardi di euro in sette anni. Di questi, 29,6 miliardi sarebbero destinati all’Italia e, nonostante il calo complessivo del bilancio europeo (il primo nella storia dell’Unione), la quantificazione delle risorse per il nostro Paese risulterebbe in leggero aumento rispetto ai sette anni precedenti. Si tratta quindi di risorse fondamentali per lo sviluppo in Italia anche perché potrebbero essere “le uniche risorse fresche, disponibili nei prossimi anni”.

In proposito, il sottosegretario Alfredo Bertelli ha riferito sul lavoro che la Regione Emilia-Romagna sta svolgendo sulla preparazione al negoziato nazionale per l’accordo di partenariato contribuendo alla definizione dei contenuti tecnici per l’attuazione della futura programmazione, al fine di individuare gli interventi che saranno finanziabili e la relativa dotazione di risorse assegnate. Un importante lavoro di presidio in sede tecnica nei diversi tavoli aperti dal ministero perché oltre all’ammontare delle risorse – ha precisato in sintesi Bertelli – è importante lavorare sulle possibilità di utilizzo dei fondi per non penalizzare le peculiarità della nostra Regione.

Per domande e osservazioni sono intervenuti, oltre a Pollastri, Monica Donini (Fds), Alberto Vecchi (Pd), Fabio Filippi (Pdl), Marco Monari e Roberto Montanari (Pd).

Al termine degli interventi, a conclusone dell’incontro, il presidente Lombardi ha richiamato i punti essenziali emersi dalla discussione e che confluiranno nella relazione che la prima commissione predisporrà per la Sessione europea; tra questi, il sostegno alla posizione del Parlamento europeo che ha rigettato l’ipotesi di una riduzione del bilancio pluriennale dell’Unione. Tra le altre sottolineature, la necessità per le Regioni di una maggiore autonomia nella scelta degli obiettivi di intervento e nell’allocazione delle risorse affinché non si creino squilibri rispetto al precedente ciclo di programmazione.

I lavori preparatori della Sessione europea proseguiranno lunedì prossimo, 22 aprile, alle 10.30, con un’audizione della commissione Bilancio sul tema delle politica agricola comune alla quale interverrà Paolo De Castro, presidente della commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo.