lega-nord-salaParte da Campogalliano (Modena) la riscossa della Lega Nord emiliana per chiedere a Errani l’adesione alla macroregione, in corso di realizzazione dai governatori leghisti Maroni (Lombardia), Zaia (Veneto) e Cota (Piemonte). Oltre 200 eletti Lega Nord in Emilia, riuniti ieri sera nel comune modenese su iniziativa del segretario nazionale Fabio Rainieri, hanno sancito il ‘patto emiliano’ e a giorni presenteranno nelle proprie istituzioni un ordine del giorno per impegnare le rispettive giunte a fare ‘pressioni’ sulla Regione affinché sostenga il percorso verso la realizzazione della macroregione e per il mantenimento del 75 per cento di tasse sui territori. Per dare ulteriore ‘forza politica’ alla proposta, nelle province emiliane gli eletti si sono impegnati ad avviare anche una raccolta firme per sostenere le proposte del Carroccio. “E’ il primo grande raduno emiliano – ha spiegato Rainieri – e la prima grande iniziativa congiunta che l’Emilia decide di sostenere sui territori, nel tentativo di portare a casa gli obiettivi che animano le nostre battaglie politiche”.

Nel testo dell’odg, e nella petizione, si invitano tutte le amministrazioni a sostenere il progetto di legge costituzionale di iniziativa popolare presentato dal Carroccio federale il 18 settembre 2012 che prevede l’introduzione delle ‘Comunità autonome’, senza alcun onere aggiuntivo per i cittadini, il potenziamento delle consultazioni referendarie (previste per tutte le leggi regionali), ‘blinda’ tre quarti del gettito tributario sui territori e intende garantire “condizioni particolari d’autonomia, che lo Stato ratifica”.

“Dal palazzo e dalle piazze vogliamo far sentire, forte, la voce dell’Emilia, che chiede a Errani di svegliarsi e di non lasciar perdere, per puri motivi ideologici, l’occasione storica della macroregione, unica strada per rilanciare il Nord, locomotiva del Paese – ha spiegato Rainieri –. L’Emilia lancia ad ogni livello istituzionale il proprio appello. In caso contrario Errani dovrà giustificare di fronte ai cittadini perché non ha voluto appoggiare la battaglia per lasciare ai nostri territori maggiori risorse e maggiore autonomia”.