In Italia 1 adolescente su 5 è vittima di un bullo, a scuola come sui social network, e vive in uno stato di quotidiana paura. Per non lasciarli da soli, Telefono Azzurro, da oltre 25 anni, ogni giorno, ascolta ragazzi, genitori e insegnanti in cerca di aiuto concreto e consigli, attraverso il suo numero gratuito 1.96.96, la sua chat, l’applicazione su Facebook e la sua attiva presenza nelle scuole italiane. Con la campagna ‘Ci vuole un fiore’, l’Associazione sarà presente sabato 20 e domenica 21 aprile nelle piazze italiane per distribuire i Fiori di Telefono Azzurro. Aiuta anche tu a fermare il bullismo.
“Si parla tanto oggi di bullismo e cyberbullismo. Conoscere il fenomeno è importante, ma non basta” commenta Ernesto Caffo, Neuropsichiatra infantile, Professore Ordinario dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Presidente di SOS Il Telefono Azzurro ONLUS. “Innanzitutto bisogna comprendere appieno le conseguenze relazionali ed emotive sulle vittime, spesso nascoste dietro un silenzio. Ma é essenziale intervenire tempestivamente anche sui ‘bulli’, che apparentemente sono forti, ma possono nascondere grandi fragilità. Per combattere il bullismo é indispensabile creare una rete, capace di cogliere le prime difficoltà e offrire risposte alle singole situazioni: per questo Telefono Azzurro collabora con genitori, insegnanti – promuovendo il dialogo scuola famiglia – e con il mondo della pediatria, che ha un osservatorio privilegiato sull’infanzia”.
Attivo da oltre 25 anni sul tema della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, Telefono Azzurro ha studiato programmi di intervento e prevenzione sul tema del bullismo, in tutte le sue declinazioni.
Ogni giorno, attraverso il suo numero nazionale gratuito 1.96.96, la sua chat e la nuova App lanciata in collaborazione con Facebook (raggiungibile all’indirizzo https://www.facebook.com/pages/SOS-Il-Telefono-Azzurro-Onlus/44991281207 ) e la sua attiva presenza nelle scuole italiane, Telefono Azzurro si pone come primo interlocutore per i ragazzi, i genitori e gli insegnati in cerca di aiuto concreto e consigli. Tutto questo però richiede ingenti investimenti.
Per fermare il bullismo, Telefono Azzurro promuove quindi all’interno del mese di Aprile, la campagna ‘Ci vuole un Fiore’. Il 20 e 21 aprile, l’Associazione sarà presente in 2.300 piazze italiane per parlare di questo tema, delle iniziative che l’Associazione promuove quotidianamente, anche all’interno delle scuole e fornire consigli utili per ragazzi, genitori e insegnanti. A fronte di una donazione, sarà possibile contribuire così al sostegno della linea d’Ascolto 1.96.96 (linea gratuita per bambini, adolescenti e adulti) e della chat sul sito www.azzurro.it.
L’aiuto e il sostegno verranno ricambiati con un fiore.
Per trovare la Piazza più vicina chiama il numero verde 800.090.335 o vai sul sito www.fioridazzurro.it
Cosa è il bullismo
Per bullismo si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso, che possono avvenire sia negli ambienti frequentati tutti i giorni dai ragazzi (la scuola) sia on line, messe in atto da parte di un singolo (o di un gruppo) nei confronti di una persona percepita come più debole. Queste azioni possono portare a gravi conseguenze e a forti disagi sul piano relazionale e psicologico.
Quanto è diffuso
Secondo una ricerca svolta da Telefono Azzurro su 5042 studenti di diverse scuole italiane, di età compresa tra i 12 e i 18 anni , il 65% dei ragazzi considera bullismo “essere offensivi con qualcuno (dire cose offensive, prendere in giro, esercitare violenza fisica o verbale)”, seguito con percentuali simili (64,54%) da “costringere altri a fare ciò che si vuole con l’uso della violenza”.
Nonostante l’attenzione verso il fenomeno negli ultimi anni sia molto alta, l’impatto è probabilmente sottostimato: numerosi, infatti, sono i casi che non vengono alla luce e nei quali le vittime non riescono a sottrarsi alle prepotenze dei bulli.
Il cyber bullismo
Il bullismo ha trovato in Internet e nei social network un terreno molto fertile per affondare le sue radici e crescere in maniera incontrollata e invisibile. Il bullismo è sempre più spesso “cyber”: il 57% dei ragazzi intervistati parla di bullismo in riferimento all’uso di telefono/e-mail/chat/social network/SMS per minacciare o intimidire qualcuno .
Differenze tra bullismo e cyber bullismo
Il cyber bullismo è l’utilizzo delle nuove tecnologie di informazione e di comunicazione per arrecare danno a una persona, in modo ripetuto nel tempo. Rispetto al bullismo ‘tradizionale’ la componente ‘cyber’ aggiunge le seguenti peculiarità:
PERVASIVITÀ Il cyber bullismo può avvenire in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Gli attacchi di cyber hanno insiti in sé un rischio maggiore, dovuto alla diffusione massiccia e istantanea che coinvolge un largo pubblico senza nessun tipo di controllo.
PERSISTENZA I contenuti diffusi in rete rischiano in rimanere online per lungo tempo e sono difficili da rimuovere, anche quando gli atti di bullismo cessano.
ANONIMATO E MANCANZA DI EMPATIA la Rete garantisce in molti casi l’anonimato. La distanza fisica dalla vittima impedisce di sviluppare empatia, e quindi la capacità di comprendere lo stato d’animo della ‘vittima’, banalizzando l’atto di violenza e portandolo in alcuni casi oltre limiti ‘sopportabili’.
Chi sono i protagonisti
Secondo i dati della ricerca europea, la vittima di bullismo è molto spesso un bambino o un adolescente molto sensibile, che non risponde alle offese. La vittima subisce spesso prepotenze per una sua caratteristica particolare (es. disabilità fisica, peso corporeo, la religione, l’orientamento sessuale); inoltre gli studenti di origine straniera tendono ad essere maggiormente vittimizzati (30,46%).
Le vittime inoltre sono accumunate da problemi familiari rilevanti: il 40,5% degli studenti con genitori che abusano di alcol dichiara di essere stato vittima di bullismo/cyberbullismo. Le vittime di bullismo sembrano inoltre provenire da contesti familiari nei quali la relazione con i genitori è spesso definita “pessima” (36,6%). Un altro fattore di rischio riguarda il modo in cui le famiglie discutono e risolvono i conflitti: le percentuali di vittimizzazione sono più elevate (31%) nel caso in cui discussioni e conflitti vengano risolti con comportamenti violenti.
Il bullo è il bambino o il ragazzo che mette in atto prevaricazioni, spesso rafforzato dal gruppo dei bulli gregari (o bulli passivi), che offrono sostegno anche senza intervenire direttamente. Il 16,22% dei ragazzi ha ammesso di essere stato un bullo occasionalmente o ripetutamente .
Come nel caso delle vittime la percentuale di bulli è più alta nel caso in cui ci siano problemi familiari. Il 40% dei bulli arrivano da famiglie con problemi di alcolismo. A differenza delle vittime, molti bulli provengono inoltre da contesti familiari nei quali vi sono problemi con la legge.
Come per le vittime, la percentuale più alta di bulli si osserva tra studenti che hanno dichiarato che la relazione con i genitori (51.28%) è pessima. Oltre il 30% dei bulli vivono in famiglie in cui discussioni e conflitti vengano risolti con comportamenti violenti.
Sia vittime sia bulli hanno inoltre pessime relazioni con i proprio coetanei (oltre il 30%).
Il 51% degli intervistati si è trovato ad osservare episodi di bullismo. Gli osservatori sono tutti quei bambini e ragazzi che assistono agli episodi di bullismo o ne sono a conoscenza. Quasi sempre, infatti, gli episodi di bullismo avvengono in presenza del gruppo di coetanei.
Gli osservatori giocano quindi un ruolo molto cruciale, poiché, a seconda del loro atteggiamento, possono favorire o frenare il dilagare delle prepotenze. Il 54% degli intervistati afferma di avere aiutato la vittima quando è capitato di assistere ad un episodio di bullismo. Di contro, però, uno su quattro degli osservatori dichiara di essere rimasto a guardare senza far nulla, mentre quasi uno su cinque è andato oltre ignorando quanto stava accadendo . Chi non interviene lo fa per paura di diventare nuova vittima del bullo, per indifferenza o perché non sa cosa fare: nel 30,89% dei i ragazzi temevano le conseguenze dirette, mentre nel 22,74% perché pensavano che ciò che stava accadendo non fosse un loro problema. È importante però constatare che nel 35% l’aiuto non è stato offerto perché i ragazzi non sapevano come poter aiutare la vittima.
Quali sono le conseguenze: i costi psicologici
Nel caso del bullismo è importante non sottovalutare il problema ed agire tempestivamente, poiché le conseguenze del fenomeno sul piano psicologico, sia a breve che a lungo termine, possono essere gravi sia per le vittime, sia per i bulli e per gli osservatori.
Per le vittime il rischio è quello di manifestare il disagio innanzitutto attraverso sintomi fisici (es. mal di pancia, mal di testa) o psicologici (es. incubi, attacchi d’ansia), associati ad una riluttanza nell’andare a scuola o a frequentare i luoghi in cui questi episodi si verificano. In caso di prevaricazioni protratte nel tempo, le vittime possono intravedere come unica possibilità per sottrarsi al bullismo quella di cambiare scuola. Alla lunga, le vittime mostrano una svalutazione di sé e delle proprie capacità, insicurezza, difficoltà relazionali, fino a manifestare, in alcuni casi, veri e propri disturbi psicologici, tra cui quelli d’ansia o depressivi.
I bulli possono presentare: un calo nel rendimento scolastico, difficoltà relazionali, disturbi della condotta. L’incapacità di rispettare le regole può portare, nel lungo periodo, a veri e propri comportamenti antisociali e devianti o ad agire comportamenti aggressivi e violenti in famiglia e sul lavoro.
Gli osservatori, infine, vivono in contesto caratterizzato da difficoltà relazionali che aumenta l’insicurezza, la paura e l’ansia sociale. Il continuo assistere ad episodi di bullismo offline e online può rafforzare una logica di indifferenza e scarsa empatia, portando i ragazzi a negare o sminuire il problema.