Le ripetute chiusure del ponte Motta a Cavezzo in caso di piena dipendono soprattutto dal livello stradale troppo basso, dalle particolari caratteristiche del fiume in questo tratto ma anche dalla eccessiva presenza di vegetazione in alveo che rende lento il deflusso delle acque. Lo ha spiegato Egidio Pagani, assessore provinciale alle Infrastrutture, rispondendo a una interpellanza presentata in Consiglio provinciale da Fabio Vicenzi (Udc) sulla situazione del ponte Motta, lungo la strada provinciale 468, in particolari sui disagi sopportati dai cittadini in occasione delle chiusure.
Vicenzi ha chiesto anche chiarimenti sulla presenza di eventuali problemi strutturali e quali provvedimenti intenda assumere la Provincia al fine di eliminare un problema che sta creando notevoli problemi agli automobilisti della zona.
Pagani ha annunciato che la Provincia chiederà a Aipo un intervento di pulizia e manutenzione al fine di favorire il deflusso, riducendo la frequenza delle chiusure, escludendo problemi strutturali, «il ponte è sano – ha affermato Pagani – anche perché l’Anas prima di trasferirlo alla Provincia aveva realizzato un intervento di consolidamento di buona qualità. Dopo il sisma dello scorso anno abbiamo in progetto un ulteriore intervento a scopo precauzionale che comunque non avrà ripercussioni sulle chiusure».
Per risolvere definitivamente il problema delle chiusure del ponte, ha chiarito Pagani, si dovrebbe costruire un nuovo ponte più alto con una investimento stimato in circa quattro milioni di euro. Risorse che la Provincia attualmente non ha a disposizione.
Costruito dalla Provincia nel 1888 per sostituire un ponte in legno, il ponte Motta è lungo 94 metri con cinque campate in muratura.