“Un organo importante, che non deve né essere cancellato, né insabbiato nelle paludi dei veti politici” così Andrea Pollastri (PdL) rivolge un appello all’Assemblea Legislativa e alla Giunta Regionale affinchè si proceda rapidamente ad approvare il Piano Triennale della Consulta degli Emiliano-romagnoli nel mondo.

Scaduto a dicembre il precedente Piano, si è in attesa di approvazione di quello 2013-2015 per poter avviare le attività per l’anno in corso.

Il Piano è bloccato in attesa di un pronunciamento chiaro dell’Assemblea Legislativa, divisa tra chi vorrebbe chiudere la Consulta, chi riformarla, ridimensionandola notevolmente, e chi, invece, vorrebbe mantenerla. A sostegno delle due prime tesi sono stati presentati dei Progetti di Legge da parte di IDV, Lega, Movimento 5 stelle ed UDC, attualmente fermi in Commissione.

Anche la Giunta non ha, finora, espresso una posizione chiara, presa tra la necessità di contenere i costi, tagliando i settori non strategici, e la volontà di salvaguardare questa istituzione, attiva gi da quattro decenni e resa ufficiale, per legge, nel 2006.

“La Consulta – spiega Pollastri – è il frutto del lavoro degli uffici regionali ma anche, e soprattutto, di tante persone che in Emilia-Romagna e nel mondo da quarant’anni lavorano a titolo gratuito, anzi tal volta mettendocene del proprio, per salvaguardare la memoria di un pezzo di storia della nostra gente e recuperare, conservandoli, legami forti tra i nostri emigrati e la Madrepatria.”

“L’operazione – prosegue – è importante sia per le nostre giovani generazioni, per capire cos’è stato il fenomeno della migrazione, fenomeno per altro ancora in corso, e per i discendenti dei nostri emigrati perchè non perdano il collegamento con le loro radici, ma anzi facciano vivere, laddove si trovano, la lingua e le tradizioni dell’Emilia-Romagna, promuovendone anche le bellezze e le eccellenze.”

“Se la crisi ed i tagli impongono una riduzione del budget della Consulta – fa sapere ancora il Consigliere – se ne discuta, prima di tutto con gli interessati, ossia con la Consulta stessa: credo che tutti comprendano la difficoltà del momento. Però non si sprechi il lavoro fatto sinora e non si frustri la buona volontà e l’attivismo di tante persone: per questo chiedo che si approvi rapidamente il nuovo Piano Triennale o almeno, come suggerito dalla Presidente, si proroghi di un anno il vecchio in modo da poter tradurre in pratica i progetti lasciati aperti e si usino le risorse già a bilancio. Era stato promesso dalla Giunta lo sblocco della situazione nella primavera, ora è il momento di agire.”

“L’importante – chiosa l’azzurro – è che si smetta di vedere la Consulta come un organo inutile e costoso ma se ne colgano le immense opportunità, non solo culturali, ma anche in termini economici, turistici, di istruzione, ecc. Forse in questi anni questi ultimi aspetti sono passati un po’ in secondo piano, ma vi è tutto il tempo per lavorarci.”