rodotaPer ragioni personali Stefano Rodotà non sarà domani a Bologna, ma con un messaggio ha ribadito la sua ‘adesione convinta’ alla battaglia contro i fondi comunali alle scuole private e al referendum promosso dal comitato Articolo 33.

Scrive Rodotà:

…. “voglio comunque ribadire la mia adesione convinta al referendum. Oggi più che mai dobbiamo riprendere il filo, spezzato in questi anni, della politica costituzionale e della legalità che essa esprime. Questo, davvero, è un punto non negoziabile, per due ragioni. La prima riguarda la necessità di rispettare la chiarissima lettera della Costituzione che parla di una scuola privata istituita “senza oneri per lo Stato”. Ma bisogna anche ricordare – e questa è la seconda considerazione – che sempre la Costituzione prevede che lo Stato debba istituire “scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. In tempi di crisi, questa norma dovrebbe almeno imporre che le scarse risorse disponibili siano in maniera assolutamente prioritaria destinate alla scuola pubblica in modo di garantirne la funzionalità. Non a caso, Piero Calamandrei definì la scuola pubblica “organo costituzionale”, individuando la linea dalla quale non può allontanarsi nessuna istituzione dello Stato.