A Modena si sperimenterà un nuovo modo di abitare, caratterizzato dalla condivisione tra nuclei familiari di spazi e servizi comuni tanto da farli diventare una vera e propria comunità residenziale contraddistinta da costanti momenti di socializzazione e collaborazione reciproca.

Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando con il voto favorevole del Pd e l’astensione di Sel, Etica e legalità, Udc, Pdl, Modenasaluteambiente.it, Fratelli d’Italia, Lega nord, Modena futura e Mpa, nella seduta di oggi, lunedì 13 maggio, la delibera sulle linee guida per la redazione del bando di gara volto a individuare i soggetti concessionari del diritto di superficie, per 99 anni rinnovabili, di un’area di circa 3.000 metri quadrati con capacità edificatoria fino a 26 alloggi in via Pergolesi nella zona adiacente a via Divisione Acqui. Il documento è stato emendato in corso di seduta su proposta del capogruppo del Pd Paolo Trande. Sullo stesso tema Stefano Rimini (Pd) ha inoltre presentato un ordine del giorno firmato anche da Elisa Sala ed Enrico Artioli.

Nel progetto dovrà essere prevista la realizzazione, in regime di edilizia convenzionata, di un edificio abitativo con elementi di cohousing. Saranno preferite le proposte progettuali che prevedono la destinazione della maggior quota di superficie a parti comuni e verranno privilegiati, a parità di punteggio, i progetti presentati da gruppi organizzati di cittadini che andranno ad abitare negli stessi alloggi, rispetto ai progetti provenienti da imprese. Priorità sarà inoltre assegnata alle proposte che prevedono la messa a disposizione degli spazi comuni anche a soggetti che non fanno parte della comunità residenziale, soprattutto se a favore di bambini. Nell’edificio, che dovrà avere un minimo di 15 alloggi, almeno due dovranno essere messi a disposizione dell’Agenzia casa per essere affittati a canone non superiore al 2,5 per cento del prezzo massimo di cessione a cittadini indicati dal Comune o presenti nelle graduatorie.

Presentando la delibera l’assessore ha inoltre precisato che la zona individuata presenta “una maggiore facilità attuativa rispetto a quella di via Marco Polo, l’altra area presa in considerazione per questo progetto, dove però la capacità edificatoria è maggiore. I circa 50 alloggi che verranno realizzati in questo lotto saranno quindi destinati all’affitto”.

Con l’emendamento, approvato con il voto il voto favorevole del Pd e l’astensione di tutti gli altri gruppi consiliari ad eccezione di Mpa che ha votato contro, “sono stati inseriti aspetti tecnici che permettono di rendere la delibera più flessibile”, ha affermato Trande. “E’ importante il coinvolgimento dei cittadini, quindi con l’indicazione delle metrature degli alloggi chiediamo che nella definizione del bando si faccia in modo che i costi per chi ha interesse a questa iniziativa non siano eccessivi e scarsamente sostenibili”.

IL CONSIGLIO CHIEDE PIU’ SPERIMENTAZIONI

Approvata la mozione del Pd con il voto favorevole anche di Lega nord, Udc ed Etica e legalità. Astensione di Fratelli d’Italia, Pdl, Modena futura, Sel, Msa e Mpa

Il Consiglio comunale di Modena ha chiesto alla Giunta di aumentare la sperimentazione di nuove forme abitative, come il cohousing, nei prossimi interventi urbanistici, incentivando la creazione di piccole cooperative tra persone che andranno ad abitare negli alloggi e introducendo elementi di mix sociale, cioè prevedendo categorie diverse di residenti, tra cui persone in situazione di disagio.

Lo ha fatto approvando con il voto favorevole di Pd, Lega nord, Udc ed Etica e legalità, e con l’astensione di Fratelli d’Italia, Pdl, Modena futura, Sel, Modenasaluteambiente.it e Mpa la mozione presentata in corso di seduta dai consiglieri del Pd Stefano Rimini, Elisa Sala ed Enrico Artioli durante il dibattito sulla delibera relativa alla sperimentazione del cohousing nell’area di via Pergolesi.

“Il Comune – ha affermato Rimini illustrando la mozione – sta facendo un percorso alla ricerca di un modello abitativo più sostenibile rispetto a quello attuale dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Il cohousing rappresenta una nuova forma dell’abitare, con una progettazione partecipata dai cittadini, e può essere un modello per i futuri interventi urbanistici della città”.

La mozione chiede di sperimentare veri e propri percorsi di innovazione sociale in cui i residenti si sostengano in base a logiche di prossimità, assicurando anche servizi altrimenti onerosi per le famiglie e per l’Amministrazione, come il portierato sociale e le forme di reciproco sostegno tra gruppi di persone con bisogni e disponibilità complementari (genitori con figli, adulti con anziani da accudire, giovani donne immigrate). Nei progetti è richiesta la presenza di spazi comuni dove stimolare tali dinamiche e la scelta abitativa è intesa anche come espressione di una particolare sensibilità ambientale orientata alla costruzione di case a impatto zero, all’utilizzo di energie rinnovabili, all’isolamento termico e alla bioedilizia.

La mozione chiede infine alla Giunta di accompagnare il primo progetto di cohousing con una campagna di informazione alla città e un’iniziativa culturale pubblica di valorizzazione dell’intervento e di sensibilizzazione sui temi delle nuove forme dell’abitare.