I danni per le campagne italiane ammontano a oltre 500 milioni di euro. Il maltempo ha sconvolto ancora una volta l’agricoltura. Le conseguenze maggiori si registrano al  Nord, specialmente in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. A sottolinearlo e’ la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha  sollecitato lo stato di calamita’ naturale in modo che si possa  intervenire tempestivamente nei confronti degli agricoltori, gia’ in  grande difficolta’ a causa degli onerosi costi che pesano sulla  gestione aziendale.

Nelle regioni settentrionali, segnala la Cia, si e’ avuto un  aumento del 50% delle precipitazioni rispetto al 2012. E nei campi  allagati dalle eccezionali piogge e colpiti anche da abbondanti  nevicate, straordinarie in questo periodo dell’anno, da violente  grandinate e trombe d’aria, le coltivazioni hanno subito gravi danni:  dal mais alla soia, dall’ortofrutta alla vitivinicoltura, dal riso ai  pomodori all’olivicoltura Non solo. Le conseguenze sono state pesanti  anche per i terreni, devastati da frane e smottamenti, e per le  strutture aziendali (serre, stalle, magazzini, fienili, cantine),  fortemente danneggiate.

Le temperature sotto la media, sostiene la Cia, hanno  determinato ovunque ritardi nelle fioriture. Non solo. Le piogge  torrenziali hanno stravolto le operazioni di semina, ritardandole di  un mese almeno, se non rendendole proprio impossibili. Per il mais si  parla gia’ di cali di produzione di oltre il 40% in Piemonte, del 35%  in Veneto e del 30% in Lombardia. Se si aggiunge anche la perdita  secca del primo raccolto delle foraggere, che stanno marcendo nei  campi allagati, e’ chiaro che si va verso un crollo delle scorte di  mangime con effetti diretti sulla filiera zootecnica.

Anche per il settore del riso si rischia una  situazione critica. Si prevedono consistenti rallentamenti per le  semine e la produzione, secondo le prime stime, puo’ diminuire di  circa il 20%. Analogo discorso per l’ortofrutta. E’ allarme -avverte  la Cia- per la frutta estiva, come pesche, albicocche e prugne; ci  sono grossi ritardi nella prima fruttificazione, uno dei momenti piu’  importanti dello sviluppo del futuro raccolto. Mentre sono in  pericolo, oltre a molte piante di ciliegi, fragole, meloni, patate e  insalate, completamente sott’acqua o soffocati dal fango.

Per l’ortofrutta si prevedono perdite di raccolto del 15 per  cento in Lombardia e Piemonte, del 10 per cento in Veneto, mentre in  Emilia Romagna il calo produttivo per il settore puo’ raggiungere  dimensioni superiori, soprattutto per quello che riguarda i pomodori.

La persistente e lunga ondata di maltempo primaverile ha cosi’  sconvolto i tempi e cicli dell’agricoltura, rendendo sempre piu’  complessa una situazione gia’ alquanto precaria per le imprese che si  trovano in profonda crisi e costrette a fronteggiare costi in continua crescita e prezzi all’origine di nuovo in discesa. Il che si rilette  negativamente sui redditi, ancora in calo, e sulla competitivita’ sui  mercati.