Evitare di gravare le polizie locali con compiti non alla loro portata, come il contrasto alla criminalità organizzata, e semplificare, invece, le procedure per inviare gli agenti in zone colpite da calamità naturali, come avvenuto in occasione del sisma del maggio 2012 in Emilia: sono queste le due modifiche più richieste al progetto di legge di iniziativa della Giunta per la modifica della “Disciplina di polizia amministrativa locale e promozione di un sistema integrato di sicurezza”, al centro oggi di una udienza conoscitiva voluta dalla commissione Bilancio, affari generali ed istituzionali, presieduta da Marco Lombardi.

Lazzaro Fontana, in rappresentanza di Cgil-Cisl-Uil Funzione pubblica, ricorda che non si possono “caricare le polizie locali di aspettative che non riescono ad assolvere per mancanza di uomini e competenze”, mentre tra gli incarichi bisognerebbe aggiungere “non solo la tutela dei consumatori ma anche quella della libertà di impresa, per permettere il contrasto all’abusivismo e altre irregolarità”. Inoltre, invita a studiare “un sistema rapido per i comandanti per autorizzare le missioni in altri territori in caso di catastrofe naturale”. Per Federico Cortelli (Sulpm Emilia-Romagna, “è necessario rivedere gli standard attuali, quasi nessuno riesce a rispettarli. Le richieste dell’amministrazione sono spesso esagerate- spiega-, inoltre serve una adeguata formazione in caso di nuovi compiti”. Anche il vicesindaco di Sassuolo (Mo), Gianfrancesco Menani, rimarca che “spesso manca addirittura il nucleo di polizia giudiziaria, non ha senso chiedere ulteriore impegno nel contrasto alla criminalità organizzata”, mentre suggerisce di “rafforzare i compiti di sicurezza di prossimità, coinvolgendo maggiormente volontari opportunamente guidati”. Di opinione differente, invece, Franco Zavatti (Cgil Emilia-Romagna) che ritiene “assolutamente congrua la richiesta di sostegno nella prevenzione alla criminalità organizzata attraverso il monitoraggio delle attività a rischio”.

Stefano Poma, comandante della Polizia municipale dell’Unione dei Comuni di Modena Nord, chiede espressamente “norme per permettere interventi immediati in caso di calamità”. Silvana Paci (Anvu) sottolinea la necessità della “ufficializzazione del coordinamento delle polizie locali” e sul tema Maria Gabriella De Vitri (Ancpum) ribadisce che “durante l’emergenza terremoto è stato richiesto l’intervento della polizia municipale e non dell’esercito, le necessità sono differenti ed è giusto che l’impianto normativo si adegui, per evitare rischi per gli operatori dal punto di vista previdenziale e non solo”.

Ivan Cecchini, dirigente del Comune di Bellaria (Rimini), incentra il suo intervento sulla necessità di “rivedere i criteri di definizione della ‘grandezza’ dei Comuni, valutandone le peculiarità”, mentre Martina Monti, assessore alla Sicurezza del Comune di Ravenna, ipotizza “il rischio che il Comitato tecnico sia efficace solo sulla carta, perché i comandanti dei Comuni non capoluogo sono esautorati, bisognerebbe dividere gli ambiti e specificare le competenze”.