Ricercatori e tecnici si incontrano, domani venerdì 5 luglio alle ore 9.30 presso la sala conferenze in viale della Fiera 8, a Bologna, per discutere i risultati degli studi sull’assetto sismotettonico dell’Appennino emiliano-romagnolo e della pianura padana. Lo studio, che ha portato alla definizione di nuovi elementi sulla pericolosità sismica regionale, vuole fornire all’Amministrazione documenti maggiormente rappresentativi per indirizzare, in maniera più mirata, le risorse e le strategie di prevenzione e attuare in modo sempre più consapevole le politiche di riduzione del rischio sismico.
In seguito agli eventi sismici del maggio 2012, la Regione ha messo in atto, insieme all’attività legata alla gestione dell’emergenza, una serie di studi volti ad approfondire gli aspetti geologici legati alla sequenza sismica. Tra questi si annovera questo lavoro, svolto in collaborazione con l’Università di Siena e Regione Toscana, che ha riguardato una rivisitazione delle conoscenze sismotettoniche e il confronto con le informazioni di sismicità storica disponibili. Il prodotto finale è una carta delle intensità massime attese per i comuni della regione che tenga in maggior considerazione la pericolosità sismica locale e gli effetti osservati in occasione dei forti terremoti, anche extraregionali, che hanno interessato l’Emilia-Romagna e la Toscana. Questa procedura di studio è già stata applicata per aggiornare la stima della pericolosità sismica della Toscana ed è già stata oggetto di due precedenti pubblicazioni della Regione Toscana.