eugenia_bergamaschi_confagDue nuovi corsi di formazione per gestori di agriturismi. La proposta arriva da Agriturist Emilia Romagna, in piena sinergia con Confagricoltura Emilia Romagna. Il Web Marketing e lo sviluppo di attività commerciali in lingua inglese sono le tematiche affrontate durante i corsi, nel primo caso, per trasferire ai partecipanti gli strumenti operativi per migliorare la visibilità dell’azienda online e posizionarsi meglio sui motori di ricerca, mentre i contenuti del secondo corso saranno rivolti ad aumentare la dimestichezza con l’inglese commerciale ponendo particolare attenzione alle traduzione sul web.

«La formazione – dichiara la presidente di Agriturist Emilia Romagna Paola Pedroni – va considerata come prima risorsa per poter migliorare e crescere, e proprio in quest’ottica, come Associazione, riteniamo sia doveroso poter fornire ai nostri soci gli strumenti e il supporto necessari».

Sulla stessa linea Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena: «L’agriturismo è una tipologia di vacanza molto apprezzata dal pubblico italiano, perché unisce qualità e riscoperta dei sapori genuini al risparmio. Questi corsi di formazione sono utili agli imprenditori del settore per fare un salto di qualità e superare le difficoltà che il settore turistico stanno attraversando. In vista dell’Expo 2015, il cui titolo è “Nutriamo il pianeta”, Agriturist e Confagricoltura si stanno attrezzando e hanno creato un portale (www.agriturist-er.it), che vuole essere una vetrina degli agriturismi in Emilia Romagna e delle eccellenze del nostro territorio».

In Emilia-Romagna sono attivi circa 846 agriturismi, per un totale di oltre 6.800 posti letto. In provincia di Modena gli agriturismi sono 109 con 319 camere e 58 piazzole per l’agricampeggi; 55 agriturismi offrono alloggio e ristorazione, 45 solo ristorazione, 7 solo alloggio, 7 offrono anche (o solo) la possibilità di campeggiare.

L’agriturismo si propone come la vacanza ideale non solo per contrastare la crisi, ma anche per vivere sostenibile, a cominciare dalla utilizzazione delle energie rinnovabili (sole, vento, biomasse), che è già una realtà consolidata per tanti imprenditori agricoli, nel riscaldamento, nell’illuminazione, nell’energia elettrica che muove gli strumenti per la lavorazione dei prodotti. Anche a tavola l’agriturismo ha sapore di futuro, coniugato con la forza della tradizione: sono ormai circa il 26%, come si rileva dal sito internet di Agriturist, le aziende agrituristiche che producono con metodi biologici, offrendo, nella ristorazione come nella vendita diretta, prodotti più salutari. Discorso simile per lo smaltimento dei rifiuti: si stanno moltiplicando le aziende agrituristiche che producono “in casa” concime naturale ricavato dai rifiuti organici della cucina; quello delle aziende agricole è dunque “più buono” non solo perché di filiera corta ma anche perché più “ecologico”. Agriturismo dunque non fa rima solo con vacanza economica, ma anche con vacanza etica e sostenibile, che anticipa le soluzioni innovative per uscire dalla crisi.