Si è costituito “Agrinsieme Emilia Romagna”, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare). Oltre 40.000 imprese associate alle organizzazioni agricole con oltre 92.000 persone impiegate, un sistema che rappresenta la quasi totalità delle imprese cooperative per un fatturato di 13,6 miliardi di euro, pari al triplo della Plv regionale e che rappresenta il 37% del sistema cooperativo nazionale: questi i numeri di “Agrinsieme Emilia Romagna” che ha presentato obiettivi e finalità alla presenza, tra gli altri, di Tiberio Rabboni, assessore Agricoltura Regione Emilia Romagna e Giancarlo Muzzarelli, assessore regionale alle Attività produttive.
I Consigli direttivi delle cinque organizzazioni hanno svolto nei giorni scorsi una riunione congiunta in cui è stato sottoscritto l’accordo interassociativo che ha dato formalmente vita ad Agrinsieme. Contestualmente, è stato nominato coordinatore il presidente della Cia Emilia Romagna, Antonio Dosi, che resterà in carica (per la durata di un anno come previsto dal documento congiunto siglato).
“Una parte assai significativa del mondo della rappresentanza agricola unifica le strategie e si propone come interlocutore nei confronti della politica”, così hanno sottolineato in un incontro stampa i presidenti regionali delle cinque sigle, Antonio Dosi (Cia Emilia Romagna), Guglielmo Garagnani (Confagricoltura), Cristian Maretti (Legacoop Agroalimentare) e Giovanni Bettini (Fedagri – Confcooperative), Giuliano Grandi (in rappresentanza dell’Agci Agrital).
Il modello organizzativo prevede momenti di raccordo su tutte le tematiche dell’agricoltura per porsi come unico interlocutore nei confronti delle istituzioni e gli enti regionali.
“Agrinsieme -hanno ribadito – rappresenta un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo, ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Agrinsieme rappresenta, pertanto, un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato e continueranno a realizzare autonomamente”.
Agrinsieme lavorerà per la diffusione di strumenti di collaborazione tra imprese agricole e tra i diversi soggetti della filiera agroalimentare, agroindustriale e della distribuzione. Il programma economico in corso di stesura, a iniziare dai settori dei cereali, dell’ortofrutta, del pomodoro, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali, ed anche sulla base della progettazione che le stesse imprese stanno prefigurando attraverso iniziative di rete e di aggregazione.
La strategia sindacale coordinata di Agrinsieme avrà una ricaduta sulle politiche locali e settoriali, dal momento che si realizzeranno coordinamenti territoriali e per singole filiere produttive.
È stata definito un primo programma di lavoro in quattro punti.
Politiche di rafforzamento dell’impresa per favorire l’aggregazione in strutture economiche fortemente orientate al mercato; rilanciare la ricerca e le politiche di supporto al trasferimento dell’innovazione; sostenere il ricambio generazionale; definire strumenti per il credito (puntando pure su politiche innovative relative a strumenti assicurativi e fondi mutualistici).
Sistematica azione di semplificazione burocratica, diretta a ottenere il riordino degli Enti e delle tecnostrutture operative, la semplificazione del meccanismo AGEA e la revisione del sistema SIN, l’unificazione di competenze sia in ambito nazionale sia regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese.
Politiche di corretta gestione delle risorse naturali (suolo ed acqua), per coniugare produttività e sostenibilità, valorizzare il ruolo delle aziende agricole, anche nel campo dei servizi eco-ambientali, sviluppare “agroenergie rinnovabili” (biomasse) e nuove opportunità della “chimica verde”.
Aggiornamento del quadro normativo di riferimento a livello europeo, nazionale e regionale.
Un nuovo soggetto ed un nuovo modello di rappresentanza agricola
CONTESTO
Il comparto agricolo ed agroalimentare in Emilia-Romagna costituisce una solida realtà per la nostra Regione ed il Paese; è un elemento centrale della sua struttura economica ed occupazionale nonché culturale ed una garanzia per la tutela del territorio e dell’ecosistema con:
– oltre 73.000 aziende agricole gestiscono buona parte del territorio regionale (1.361.153 ettari, praticamente il 60 per cento de territorio regionale) con un VA (valore aggiunto) di 2,7074 MD€, pari al 10,3% di quello nazionale;
– una dimensione economica dell’agribusiness che si aggira sui 27 MD€ sui 127 MD€ italiani pari al 21,25% e 4,644 MD€ di valore aggiunto, pari al 19% di quello nazionale;
– una stima degli occupati che si aggira ben oltre i 110 mila unità di lavoro impiegate in agricoltura e nei vari settori a monte ed a valle di tale attività produttiva;
FINALITÀ
Le Organizzazioni – CIA , CONFAGRICOLTURA, e l’ALLEANZA delle COOPERATIVE ITALIANE – Settore Agroalimentare (Agrital Agci Agrital, Fedagri Confcooperative e Lega coop Agroalimentare) – dell’Emilia Romagna ,
-oltre 40.000 aziende agricole associate alle organizzazioni agricole e che gestiscono 2/3 del territorio, con 62.857 dipendenti per 2.213.304 giornate di lavoro;
– una stima degli occupati che si aggira ben oltre i 92.000 persone impiegate in agricoltura e nei vari settori a monte ed a valle di tale attività produttiva;
– un sistema che rappresenta la quasi totalità ( 750 ) delle imprese cooperative di 1° e 2° grado di assoluto rilievo sul piano sociale (oltre 115.000 soci anche di altre regioni e 30.000 occupati) ed economico (un fatturato di 13,6 miliardi di euro) pari al triplo della PLV regionale, che rappresenta il 37% del sistema cooperativo nazionale nonché 1/4 del valore aggiunto del settore agricolo e di quello dell’industria alimentare nazionale;
intendono dar vita ad un nuovo sistema di rappresentanza con la costituzione di un Coordinamento Associativo denominato “ AGRINSIEME” EMILIA ROMAGNA con due priorità di fondo:
• La definizione di strategie di sviluppo agricolo ed agroalimentare , ma anche di sviluppo territoriale, sulla formazione e sull’esternalizzazione, che possano fornire un contributo essenziale alla crescita economica e sociale della Regione e del Paese, attraverso la valorizzazione delle risorse imprenditoriali del settore;
• La definizione di politiche sui sistema di prodotto, che garantiscano reddittività alle imprese e alle cooperative agricole, indirizzandole verso un mercato più ampio dell’intero comparto agroalimentare.
AGRINSIEME costituisce un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione che troppo spesso hanno caratterizzato il mondo agricolo, un’entità che interpreta un nuovo modello di rappresentanza .
AGRINSIEME integra storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro.
MODELLO ORGANIZZATIVO
AGRINSIEME si costituisce come coordinamento, mutuando l’esperienza europea del Copa-Cogeca, basandosi su alcuni precisi presupposti:
• ancoraggio alla rappresentazione di interessi comuni e ad una prospettiva di sviluppo coerente e condivisa;
• sistematica ricerca della condivisione nelle analisi e nella proposta politico sindacale e sulla attenzione delle problematiche agricole da proporre all’Ente Regione
• momento di accordo sulle tematiche dal livello nazionale verso quello territoriale e viceversa , ma senza imposizioni .
• momento di concertazione di strategie economiche utili a far avanzare progettualità imprenditoriali di filiera e sinergie di servizi per accrescere competitività delle imprese sui mercati.
POLITICHE DI RAFFORZAMENTO DELL’IMPRESA
Filiere:
Agrinsieme in Emilia Romagna si propone di delineare e sviluppare politiche per favorire l’aggregazione delle imprese agricole in strutture economiche fortemente orientate al mercato interno e, sempre più, a quello internazionale.
La rilevanza e l’operatività nazionale delle strutture cooperative emiliano-romagnole caricano le azioni di Agrinsieme di responsabilità nel delineare innovazioni di sistema ed efficienze imprenditoriali utili a sostenere la gran parte delle imprese agricole regionali nella competizione sui mercati.
Aggregazione delle imprese agricole:
L’analisi dei bisogni e delle strutture economiche presenti nei diversi settori produttivi e filiere aziendali potrà consentire di rilevare il grado di adeguatezza (quanti qualitativa) dell’aggregazione dei produttori realizzata e delle azioni necessarie per costruire adeguate strumentazioni a difesa del reddito agricolo.
Nei comparto delle produzioni seminative e delle colture industriali, nell’aggregato filiere biologiche e nel settore caseario permangono esigenze di potenziamento della presenza associativa e di aggregazione del prodotto condizioni essenziali per un’adeguata valorizzazione commerciale.
Nei settori in cui è forte la presenza di strumenti economici associati vanno ricercate e programmate le esigenze ed i percorsi di miglioramento di efficienza economica e adeguamento della capacità competitiva sui mercati interni ed esteri finalizzata a garantire continuità produttiva e redditività per i soci.
L’esperienza positiva dei progetti di filiera, che dovrà trovare continuità nella prossima programmazione del PRSR, lo sviluppo ulteriore e la piena valorizzazione delle esperienze interprofessionali, la crescita della competitività delle imprese aggregate e il miglioramento dell’efficienza delle filiere saranno gli ambiti di impegno prioritario di Agrinsieme.
Ciò troverà attuazione nella proposta di programmi e progetti concreti sul territorio, che impegnino unitariamente le organizzazioni socie ad analizzare le diverse opportunità, anche con il coinvolgimento delle realtà economiche esistenti, finalizzati a fornire nuove risposte, economicamente valide e di prospettiva, alle aziende agricole e ai territori nei quali le stesse sono presenti.
Sistema della Conoscenza
Il settore agricolo ed agroalimentare se da un lato sta affrontando e deve affrontare processi di innovazione e di ricambio generazionale nelle imprese, dall’altro richiede adeguate politiche di adeguamento del sistema della conoscenza a supporto di queste esigenze.
Formazione di base e universitaria pubblica per profili professionali adeguati a comprendere la specificità agricola e alimentare nella produzione e nei diversi specialismi fattoriali; formazione professionale per adeguare le professionalità disponibili all’andamento dei bisogni aziendali e formazione permanente sono tutti aspetti fondamentali per mantenere il settore (aggiornato ai) al passo con i cambiamenti.
Agrinsieme è impegnata a proseguire nel confronto con le istituzioni, nell’adeguamento delle strutture esistenti partecipate dai soci ed alla loro messa a rete e nell’evidenziare i bisogni da soddisfare per garantire al sistema le risorse umane necessarie per affrontare le sfide del futuro facendone crescere la competitività.
Credito e assicurativo
Le attuali gravi difficoltà nell’accesso al credito, pur attenuate rispetto ad altri comparti dall’andamento anticiclico del settore, rappresentano un fattore di difficoltà delle imprese agricole e cooperative.
Difficoltà da affrontare che partono dalla rivendicazione nei confronti delle banche per il riconoscimento delle tradizionali ed attuali specificità delle nostre imprese , per arrivare ad individuare quegli elementi utili a migliorare e ottimizzare le dinamiche finanziarie.
L’adeguata risposta nella tutela dei redditi degli agricoltori sui mercati data dalle imprese cooperative è la condizione per poter gestire le dinamiche finanziarie nella filiera. A questo deve affiancarsi il rafforzamento delle strutture associate di garanzia dei crediti che, in ER, deve essere adeguato e messo a rete per interloquire anche con le esigenze imposte dall’Unione Europea.
Da ultimo l’impegno di Agrinsieme nella predisposizione e attuazione delle politiche innovative sugli strumenti assicurativi e fondi mutualistici, anche sulla base della nuova PAC.
Semplificazione e sburocratizzazione
Il sistema Paese, declinato al nostro livello territoriale, deve essere a supporto delle politiche di sviluppo sostenibile e della coesione sociale.
La spending review deve essere occasione, oltre che di risparmio, di riprogettazione dell’azione di regolazione, autorizzazione e controllo tesa a velocizzare i provvedimenti autorizzativi e di sostegno finanziario, affiancare con politiche adeguate il sistema produttivo nella competizione, valorizzando sui mercati, razionalizzandola, l’azione di controllo ed autocontrollo relative ai diversi adempimenti ambientali, igienico sanitari, tutela lavoro e del benessere animale.
L’avvio della nuova programmazione dello sviluppo rurale rappresenta l’occasione per finalizzare le scelte al sostegno della competitività delle imprese e della progettazione di filiera, dentro le priorità identificate nella proposta di regolamento in discussione, da utilizzare anche come elemento di semplificazione e di valutazione qualitativa degli interventi.
Il dibattito e le scelte decise e in discussione sul riordino istituzionale e sul prossimo PRSR, il Registro Unico dei controlli e l’attività svolta da Agrea, richiedono una radicale rivisitazione della legge Regionale 15/97 e delle deleghe ivi previste al fine di riorganizzare il sistema di gestione delle politiche e delle risorse agricole ed agroalimentari della nostra regione.