ex-cartiera-san-cesarioCapannoni che rischiano di crollare, erbacce e cespugli che spuntano ovunque, una mega-cisterna per carburanti abbandonata a se stessa, una vasca di depurazione a cielo aperto con nauseabondo ristagno di acque e fanghi e conseguente pullulare di zanzare tigre, qualche ratto che ogni tanto fa il suo giro: è quel che resta dello stabilimento della cartiera, azienda storica per i sancesaresi, che nel 2007 ha chiuso. Da allora i residenti delle zone limitrofe devono quotidianamente convivere con tutti i disagi che derivano dalla convivenza con un impianto industriale abbandonato e, problema non secondario, c’è sempre il deprezzamento degli immobili.

Le proteste non mancano, anche perché l’area degradata dell’ex cartiera è a due passi da Corso Libertà, “agorà” del paese, recentemente ristrutturata con notevole dispendio economico parte dell’Amministrazione. In pieno centro storico c’è dunque “un bel salotto” in Corso Libertà con attorno, purtroppo, “una cucina” decisamente fatiscente. Quanto dovremo ancora aspettare per la bonifica dell’area?

Nel 2004, convinta di poter spostare la Cartiera alla zona industriale della Graziosa, l’Amministrazione rese edificabile l’area dove sorgeva l’azienda con un’apposita variante al piano regolatore. Noi ambientalisti contestammo apertamente tale scelta e già nel 2003, in sede di adozione del Piano Regolatore, scrivemmo una specifica osservazione, che venne però respinta dall’Amministrazione. Il nostro timore era che l’azienda, una volta divenuta proprietaria di un’area edificabile di così elevato valore preferisse beneficiare della vendita del terreno e chiudere l’attività, rinunciando agli investimenti con noi concordati (abbattimento degli odori del depuratore, realizzazione del parcheggio per i mezzi pesanti, riqualificazione della facciata esterna).

Il Sindaco difese la scelta definendola «quanto mai opportuna –COMUNICATO STAMPA n° 7/2007 di lunedì 29 gennaio 2007– perché se la ditta avesse deciso di cessare la produzione quando il terreno dove sorge fosse stato ancora catalogato come area industriale, non avrebbe avuto l’obbligo di bonificarla e noi ci saremmo trovati con un polo in-dustriale da risanare proprio nel bel mezzo del paese». Parole che, all’apparir del vero, risultano davvero sconsolanti. La proprietà ha avuto il suo bel “regalo milionario”, chiuso l’attività, e niente bonifica. A distanza di tanti anni ci ritroviamo con un polo in-dustriale da risanare nel bel mezzo del paese, proprio quello che non avrebbe dovuto accadere. Se è vero che la bonifica è un obbligo per la proprietà, l’Amministrazione si attivi affinchè venga avviata perché ormai è attesa da troppo tempo.

La riqualificazione del Centro Storico, giustamente importante per questa Amministrazione, deve passare anche da via Cartiera e non fermarsi ai sampietrini di Corso Libertà o Via Vittorio Veneto.

 

(Il Capogruppo- Sabina Piccinini)