Davide-Frascari-ed-Ermi-Bag“Più investimenti sul territorio, maggiore legame allo stesso e controlli rigorosi su tutto il prodotto. In questo si traduce la modifica del disciplinare del vino lambrusco Igp Emilia decretata, nell’ultimo giorno utile, dal Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali”. E’ un Davide Frascari raggiante quello che annuncia un fatto che ha ripercussioni sul tessuto produttivo emiliano ma, anche, sui consumatori di tutto il mondo, dato che il Consorzio Tutela vini Emilia Igt, da lui presieduto, rappresenta il 76% dei viticoltori e del 79% delle superfici delle aziende consorziate tra Reggio e Modena: 6.595 ettari di vigenti Igt con una produzione di 1,5 milioni di quintali di uva e 1.200.000 ettolitri di vino Igt esportati.

“La firma del Decreto direttoriale n. 32016 del 31 luglio 2013 – commenta il presidente – premia un lavoro di squadra che, per la prima volta da quando esiste il Consorzio – novembre 2011-, unisce fortemente sia i territori di Modena e Reggio che i produttori, cantine sociali e imbottigliatori: tutti hanno saputo fare squadra, riteniamo soprattutto a beneficio del consumatore”.

A Roma la senatrice Leana Pignedoli, vicepresidente della Commissione agricoltura del Senato, ha seguito da vicino le varie tappe di un iter affatto scontato: “Abbiamo lavorato perché questa modifica avvenisse: ce lo chiedevano sia il mondo dei consumatori che dei produttori. Abbiamo altresì dato risposta a una circolare dell’Unione europea che autorizzava l’Italia ad emettere il decreto di protezione transitoria e a renderlo esecutivo da questa campagna vendemmiale 2013/2014. Si è scongiurato, così, il rischio che si arrivasse troppo tardi e il tutto potesse slittare di un anno, con grave danno per tutti. Siamo soddisfatti”.

Quali le principali modifiche del disciplinare “Igt Emilia”?

“La prima – illustra Ermi Bagni, direttore del Consorzio – è che d’ora innanzi il processo di frizzantatura (il naturale processo per cui, nelle autoclavi, lo zucchero evolve in alcool e anidride carbonica che darà le tipiche bollicine) potrà avvenire solo nella zona di produzione. Sono evidenti i risvolti di investimento e attività che potranno avvenire nella zona di produzione, dove stimiamo picchi di incremento del 20/30% della forza lavoro”.

“Altra sostanziale modifica – prosegue Bagni – è a beneficio ancora del consumatore e del produttore: si riduce ‘il taglio’, cioè l’aggiunta di altri vini meno pregiati del Lambrusco che, d’ora innanzi, non potrà essere superiore al 15%. Salirà la qualità del vino, sarà inevitabilmente la richiesta di Lambrusco”.

Non ultimo: il nuovo piano di controlli predisposto da Valoritalia, prevede la verifica di tutte le masse di vino in uscita. Il Lambrusco già frizzantato che andrà fuori dal territorio per essere imbottigliato dovrà interamente essere campionato: “anche in questo caso – commenta Bagni – si potranno prevenire ulteriori rischi di frode per il mondo del Lambrusco che, comunque, rappresenta uno dei made in Italy per eccellenza imitato in altri paesi”.

“La filiera ha espresso una netta consapevolezza di saper dare un futuro al territorio – conclude Frascari – e di affermare una volontà comune sia a Roma che a Bruxelles. Gli investimenti a sei zeri che stanno faceno cantine di Modena e Reggio in questi mesi lo dimostrano. Un mondo che, per l’Igt Emilia, vale 84 milioni d’euro di fatturato: per il Lambrusco Igt il mercato nazionale è del 15%, mentre il restante 85% è destinato all’estero (40% Ue e 45 extra Ue)”.

Eccellenza del Lambrusco: un rosso frizzante, a ridotto grado alcolico, moderno e capace di affermarsi tra i giovani, con giusta collocazione qualità prezzo.