Davide_Frascari“Il primo effetto sarà quello di un rilancio degli investimenti e dell’occupazione, insieme ad un ulteriore innalzamento delle garanzie per i consumatori”. Davide Frascari, presidente del Consorzio di tutela Vini Emilia, commenta così il decreto ministeriale relativo all’etichettatura transitoria dei vini Igt “Emilia”: un provvedimento, in sostanza, che stabilisce un ulteriore e forte legame tra questi prodotti (in massima parte lambruschi) e il territorio, prevedendo che tutte le operazioni di produzione, compresa la frizzantatura, siano portate a compimento nell’area di produzione.

“Siamo di fronte – osserva Frascari – ad un risultato di straordinaria importanza per i nostri viticoltori, nato da un’azione che ha visto uniti i produttori reggiani e modenesi, cantine sociali e imbottigliatori emiliani, che oggi vedono coronato il comune impegno per assicurare ai nostri territori la possibilità di generare nuova ricchezza e lavoro, strettamente legati agli investimenti che questi stessi soggetti metteranno in atto per portare a compimento quei processi di lavorazione che, fino a ieri, potevano essere svolti altrove”.

“A questo primo e rilevante risultato – sottolinea il presidente del Consorzio di tutela Vini Emilia – vanno poi aggiunte le ulteriori garanzie qualitative che si potranno assicurare ai consumatori; concentrando nelle zone di produzione tutte le fasi di lavorazione sino alla soglia dell’imbottigliamento, infatti, sarà sicuramente più agevole la verifica della correttezza di questi passaggi, che hanno tutti un’incidenza proprio sulla qualità del prodotto”.

“Grazie alla determinata azione dei produttori, che hanno potuto contare sulla preziosa collaborazione della senatrice Leana Pignedoli, membro della Commissione Agricoltura del Senato – osserva ancora Frascari, affiancato alla vicepresidenza del Consorzio da Pierluigi Sciolette – nelle province di Reggio Emilia e Modena avremo dunque la possibilità di generare nuovo valore aggiunto attorno ai nostri vini, grazie anche a questo miglioramento qualitativo e, prima ancora, al riconoscimento economico che verrà dagli imbottigliatori fuori zona, che qui acquisteranno un prodotto finito e non più oggetto di altre lavorazioni”.

“Un aspetto – conclude Frascari – particolarmente rilevante, se si considera il fatto che proprio gli imbottigliatori che operano all’esterno della zona di produzione rappresentano una quota del 50% delle vendite del lambrusco dell’Emilia”.