I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro hanno eseguito quattro dei sette fermi di indiziato di delitto a carico dei presunti componenti della batteria di spacciatori dell’ex Manifattura Tabacchi, luogo dove lo scorso 23 luglio fu rinvenuto il corpo senza vita di G.P., l’idraulico di Loiano morto all’età di 40 anni per una overdose da eroina bianca.

I provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla locale Procura della Repubblica, nella persona del Procuratore Aggiunto, dott. Valter Giovannini e del Sostituto Procuratore, dott. Augusto Borghini, che hanno ricostruito, anche sulla base degli esiti delle serrate investigazioni dei Carabinieri della Compagnia Bologna Centro, la dinamica delle cessioni di stupefacente che hanno provocato il decesso di due assuntori di stupefacenti.

Grazie alla inesausta attività di ricerca e indagine dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, svolta soprattutto con i metodi tradizionali, sono stati rintracciati e assicurati alla giustizia con l’accusa di spaccio continuato di sostanze stupefacenti: S.T., 25enne, M.M.A, 19enne e J.M., 19enne, tutti tunisini con precedenti di polizia. Quest’ultimo era stato arrestato per stupefacenti lo scorso agosto 2012, quando una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Bologna lo aveva sorpreso nei pressi dell’ex Manifattura Tabacchi con una dose di cocaina (Vds. comunicato stampa del 16.08.2012). Analogo provvedimento restrittivo è stato notificato a L.B., 25enne già detenuto presso la casa circondariale della Dozza per altra causa.

I fermi sono stati eseguiti tutti a Bologna nelle ultime 72 ore: il primo a cadere nella rete degli investigatori dell’Arma è stato S.T., rintracciato martedì sera nei pressi dell’ex caserma Sani, tra via Ferrarese e via Stalingrado all’altezza di via Serlio, altro luogo dove spesso trovano ricovero malfattori e sbandati di varia natura.

Ieri pomeriggio è toccato a Manai Mohamed Ali, catturato in via Ermanno Galeotti, mentre camminava da solo in strada.

L’ultimo, in ordine di tempo, ad essere acciuffato è J.M., individuato la  scorsa notte in via Sebastiano Serlio, all’interno del parco denominato “Dopolavoro Ferroviario”. Lo stesso, sottoposto a perquisizione personale da parte dei Carabinieri del Nucleo Operativo, è stato trovato in possesso di 2 grammi di cocaina suddivisa in quattro dosi e 370 euro in contanti, quindi risponderà anche di detenzione ai fini di spaccio.

Ma la caccia non si ferma: restano da prendere i tre tunisini cui la Procura contesta il reato più grave, l’omicidio della prima vittima di overdose. Nella circostanza è stato eseguito un arresto differito per spaccio di sostanze stupefacenti nei confronti di due tunisini, uno dei quali B.A., 18enne, ritenuto responsabile di aver ceduto, lo scorso 26 luglio, una dose di eroina (0.8 grammi) a una trentottenne di Bologna. Ulteriori accertamenti svolti dagli uomini del Nucleo Operativo hanno rilevato che il giovane avrebbe ceduto una dose di eroina, che si è rivelata letale, al giovane studente deceduto la scorsa settimana.

Per i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Bologna Centro, coadiuvati dai servizi messi in campo dai Reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna che nel perlustrare la città hanno al seguito le immagini dei tre catturandi ed eseguono quotidiani controlli nelle zone abitualmente frequentate da questo genere di delinquenti, la missione prosegue.