finanza__100La crisi economica degli ultimi anni ha ridotto il potere di acquisto e le possibilità di accesso al credito di famiglie ed imprese, uno dei motivi per cui talvolta le categorie più disagiate preferiscono vendere il proprio oro ed argento per soddisfare il bisogno di liquidità immediato o rivolgersi a canali “diversi” dal sistema bancario.

Il “Rapporto Italia 2013” dell’Eurispes evidenzia come il 28,1% degli italiani si è rivolto ad un “compro oro”, con una vera e propria impennata rispetto all’8,5% registrato l’anno precedente, motivi per cui anche la criminalità economica ha rivolto i propri interessi al settore.

Tra le più recenti fenomenologie, uniformemente distribuite sul territorio nazionale, si segnalano:

– fraudolenti sistemi di esportazione di oro verso aziende estere, risultate in larga parte inesistenti ovvero cessate in data antecedente all’effettuazione delle operazioni doganali, per “mascherare” vendite di oro in nero in Italia;

– conferimenti di preziosi non annotati sul registro del commercio dei beni usati, di cui all’art. 128 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza o registrati per quantitativi non corrispondenti a quelli effettivi;

– esercizio in via professionale dell’attività di commercio di oro da investimento e per finalità industriali, in assenza dei requisiti previsti dalla legge.

In tale contesto, la Guardia di Finanza ha riposto una particolare attenzione al fenomeno, sequestrando, dall’inizio dell’anno, oltre 179 kg. di oro ed argento, con un incremento dell’86% rispetto allo stesso periodo del 2012. Nel 2013 sono stati denunciati 86 responsabili di traffico di metalli preziosi, 52 dei quali tratti in arresto, oltre il 200% in più rispetto all’anno precedente.

Numerose sono le operazioni condotte, negli ultimi mesi, attraverso indagini sul territorio, ispezioni antiriciclaggio agli operatori del settore e controlli ai valichi di frontiera, tra cui si segnalano:

– a fine luglio, a Modena è stato arrestato un intero nucleo familiare che, attraverso una rete composta da 29 “compro oro”, ha commercializzato, nell’arco di tre anni, preziosi provento di furto e provenienti da campi nomadi. Il materiale, trasformato in lingotti d’oro, è stato rivenduto realizzando guadagni illeciti per oltre 32 milioni di euro, “ripuliti” attraverso l’acquisto di beni di lusso ed immobili;

– l’operazione “Fort Knox”, iniziata nel 2012 dalla Guardia di Finanza di Napoli ed Arezzo, ha portato, invece, alla luce un’associazione criminale operante su scala transnazionale, con vertice in Svizzera ed attiva soprattutto tra Toscana, Campania ed il distretto orafo piemontese.

Nel corso dell’indagine, sono stati sequestrati oltre 86 kg. di oro, beni mobili ed immobili, fabbricati e terreni, a carico dei 21 principali indagati. A 183 milioni di euro ammonta il valore dell’oro e dell’argento illecitamente commercializzato;

– l’ispezione antiriciclaggio del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria nei confronti di un compro oro con sede a Reggio Calabria, in cui sono stati scoperti atti di vendita firmati “in bianco” da parte dei privati cedenti, sui quali venivano riportati dati diversi ovvero maggiorati rispetto a quelli effettivi, per “riciclare” metallo prezioso dalla dubbia provenienza;

– il giorno di Pasqua al valico di Ponte Chiasso è stato individuato un cinquantatreenne residente in Svizzera che viaggiava con la moglie ed i tre figli piccoli. Insospettiti dal comportamento dei viaggiatori durante il controllo, i finanzieri hanno sottoposto la vettura a verifica tecnica rinvenendo un doppiofondo con 110 kg. di oro.

 

Parallelamente ai controlli sul commercio di metalli preziosi, da inizio anno le indagini di contrasto all’usura sono cresciute del 40% rispetto all’anno precedente. In 266 operazioni sono stati sequestrati patrimoni accumulati illecitamente per 167 milioni di euro, più del 1500% rispetto al 2012, denunciando 248 usurai, di cui 49 tratti in arresto.

Le indagini segnalano un’evoluzione del fenomeno a favore di una dimensione più associativa, con sodalizi criminali che danno luogo, in alcuni casi, a vere e proprie “strutture societarie” esercitando attività finanziaria abusiva ed usuraria nei confronti di commercianti, piccoli imprenditori ed artigiani. Tra le più recenti operazioni si segnalano:

– quella condotta a Rimini, in seguito alla denuncia di un imprenditore usurato, che ha portato all’arresto di un pluripregiudicato campano e di un ex-promotore finanziario calabrese. I due, in concorso con altri responsabili, hanno prestato denaro con interessi del 70 – 80% annuo garantiti mediante assegni post – datati e poi hanno costretto l’imprenditore usurato a cedere il controllo della sua società, reinvestendone i ricavi in attività connesse al divertimento nella riviera. Il 7 agosto u.s. sono stati sequestrati, tra gli altri beni, un noto locale notturno di Riccione, un ristorante, un albergo ed una sala bingo acquistati con i proventi dell’usura;

– quella di Reggio Emilia con la scoperta di un’organizzazione che, per mascherare il pagamento di interessi del 20% mensile, simulava fittizi rapporti commerciali con gli imprenditori in difficoltà e la restituzione del denaro veniva giustificata con fatture false.

Le fiamme gialle, nel contrasto all’usura, si avvalgono dell’azione di intelligence e di controllo economico del territorio, dell’approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette generate dal sistema antiriciclaggio, delle indagini patrimoniali e di polizia giudiziaria nonché dei rapporti con le associazioni antiracket ed antiusura.