Forse sono giunte ad una svolta importante le indagini condotte dal Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Reggio Emilia. Sebbene ad oggi non ci sia la certezza delle ragioni del decesso del 37enne Paolo Cervi, tanto che si è ancora in attesa degli esiti degli esami tossicologici sul corpo, le indagini dei Carabinieri di Reggio Emilia, che hanno scavato nel passato e nelle abitudini della vittima, si sono rivolte negli ambienti dello spaccio reggiano. L’esame dei contatti telefonici avuti dal Cervi prima del decesso, hanno consentito di selezionarne alcuni riconducibili, in particolare ad un pusher reggiano. Da qui l’avvio di una mirata attività nei confronti di un giovane tunisino che, per altro, nel tentativo di eludere i controlli, aveva deciso di non avere un luogo fisso per la sua attività di spaccio ma di dare appuntamento ai clienti nelle diverse zone della città, con la scoperta di una clientela fatta soprattutto di giovani reggiani. All’occhio attento degli uomini dell’Arma, infatti, non sono sfuggiti i movimenti “sospetti” del tunisino che trascorreva le giornate incontrando giovani nei posti più disparati, spaziando dal Parco Del Popolo, alla zona delle Acque Chiare, della Canalina sino all’area industriale di Mancasale. Tali atteggiamenti avevano indotto negli investigatori, che lo seguivano ormai da qualche giorno, la convinzione che l’uomo si spostasse per la città per porre in essere una capillare attività di spaccio e che, non si sa ancora se direttamente avesse avuto contatti con Paolo Cervi il giorno del decesso.
Nel pomeriggio di ieri il maghrebino, quindi, è stato fermato in centro città, dopo aver incontrato due acquirenti i quali, è stato verificato, avevano poco prima acquistato da lui dello stupefacente (cocaina ed eroina). Le successive perquisizioni, sulla persona e presso la sua abitazione, non hanno fatto altro che rafforzare quanto già appurato. Indosso al tunisino, infatti, sono state trovate tracce di altro stupefacente oltre a denaro contante, circa 350 euro, del quale l’uomo non è stato in grado di giustificare la provenienza. Nella sua abitazione, inoltre, i Carabinieri hanno rinvenuto una ventina di ovuli termosaldati di eroina, per circa 20 grammi, un altro involucro con altri 15 grammi, sempre di eroina, e denaro contante provento dello spaccio, per circa 1.800,00 euro, oltre ad un bilancino di precisione usato per dosare la droga. Accompagnato in Caserma il tunisino è stato prima identificato in S.B., 26enne domiciliato in città, per altro già noto alle forze dell’ordine, è poi dichiarato in arresto per il reato di detenzione di fini di spaccio di cocaina ed eroina. Ultimate le formalità l’uomo è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Reggio Emilia dove rimarrà ristretto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Con questo arresto gli inquirenti ritengono di aver eliminato “dalla piazza” una maglia importante della catena dello spaccio in città.