Apprendo con stupore, ma anche con rammarico e non solo, la dichiarazione che lei avrebbe rilasciato alla stampa locale in merito al caso Dometic, cioè che “l’azienda può andare dove vuole”.

Balza agli occhi l’immediata assonanza con le dichiarazioni di Pedroni (“padrone” della Fimer di Formigine), che mentre l’azienda era chiusa per ferie ha trasferito gli impianti in Polonia, dichiarando che “in casa sua lui fa quello che vuole”.

“Caro” Presidente Torri se questo è il modello di sviluppo che Unindustria di Forlì-Cesena, unitamente ad una parte di “imprenditori”, pensa di proporre al territorio ed al paese deve sapere che si sta rendendo responsabile di un conflitto sociale i cui effetti non sono prevedibili.

Invece di isolare questi fatti, a dir poco indecenti e lesivi di un paese che si definisce civile, lei li giustifica ed addirittura si spinge poi ad esprimere ipocrita solidarietà a chi perde il lavoro.

L’arroganza del suo atteggiamento, che pare trovi adepti come nei casi Fimer e Hydronic Lift, palesa l’assoluta mancanza di responsabilità etica e sociale nei confronti del territorio e dei cittadini che lo abitano.

Schiacciare sotto i piedi la dignità che è propria del lavoro è insopportabile.

Lei ignora i contenuti del Patto per attraversare la crisi e del Patto per la Crescita, sottoscritti da tutte le associazioni (compresa la sua) e da tutte le istituzioni di questa Regione, con i quali si bandivano e si osteggiavano comportamenti come quelli della Dometic: e chi ignora lo si può definire in un solo modo.

(Antonio Mattioli, Responsabile Politiche contrattuali – Segreteria Cgil Emilia Romagna)