Fabrizio-StaraceModena, nel 2012, è stata la provincia che ha registrato il minor numero di Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) di tutta la regione Emilia-Romagna, con un calo del 5.7% rispetto al 2011. Il dato è particolarmente significativo perché, di fatto, costituisce un indice di qualità dell’assistenza utilizzato come indicatore per verificare la coerenza delle “buone prassi assistenziali” con i principi di riforma contenuti nel Decreto Balduzzi, entrato in vigore nel 2013. Il Trattamento Sanitario Obbligatorio, infatti, deve essere considerato un intervento straordinario, a fronte di un sistema assistenziale che risulti efficace nelle prese in carico dei pazienti sul territorio. Il calo di TSO rappresenta quindi una misura indiretta dell’efficacia del lavoro svolto dal Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche.

In questo senso, le scelte operate già da alcuni anni dall’Azienda Usl di Modena trovano conferma nel numero complessivo di ricoveri ospedalieri legati alla Salute Mentale Adulti, scesi – rispetto al 2011 – del 4.4% (25 persone ogni 10mila residenti maggiorenni. In particolare il tasso di ospedalizzazione per Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) interessa 2.4 residenti adulti ogni 10mila). Sintomatico è anche l’andamento dei casi in cui si fa ricorso alla contenzione durante i ricoveri: la nostra provincia registra, nel corso del 2012, un calo di questi interventi del 40%. Dati che rafforzano l’intento del Dipartimento di Salute Mentale di arrivare all’azzeramento di pratiche considerate ‘non terapeutiche’.

A confermare ulteriormente questi risultati è l’aumento degli utenti seguiti dai servizi del territorio. Rispetto al 2011, il numero dei pazienti maggiorenni è cresciuto dell’8%, portando gli utenti dei Centri di Salute Mentale a circa 12mila. Un trend in crescita negli ultimi cinque anni (ad oggi il 2% della popolazione adulta residente in provincia è seguita dai servizi del Dipartimento di Salute Mentale).

“Abbiamo raggiunto risultati positivi – sottolinea Fabrizio Starace, direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche di Modena – e per questo è importante fare ‘buona assistenza’ sul territorio, fornendo servizi vicini a utenti e familiari, Centri di Salute Mentale accoglienti e progetti dedicati alla formazione lavoro e all’inclusione sociale”.