“Revocati i provvedimenti: a meno di due mesi dal primo focolaio, l’epidemia è ufficialmente conclusa”. Con un’ordinanza emessa lo scorso mercoledì 9 ottobre il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani fa scendere il sipario sull’influenza aviaria, l’emergenza che in questi mesi ha richiesto l’intervento di diversi soggetti, a partire dai Ministeri della Salute, della Difesa e delle Politiche Agricole.

Sulla questione è intervenuto Marco Marchetti, allevatore e vicepresidente di Confagricoltura Modena: «L’aviaria ha bloccato tante aziende in Emilia-Romagna e ha causato danni non solo economici, ma anche logistici e d’immagine. I nostri complimenti vanno a chi ha lavorato per circoscrivere l’epidemia e per risolvere il problema nel minor tempo possibile. In Italia i controlli non mancano – spiega Marchetti – e rappresentano la migliore garanzia per i consumatori. Piuttosto bisogna fare attenzione ai prodotti che vengono importati, che non sempre rispettano tutte le norme».

Il vicepresidente di Confagricoltura Modena ribadisce l’importanza dei disciplinari e allo stesso tempo avverte che «non bisogna demonizzare gli allevamenti intensivi. Le normative sono fondamentali, ma il fabbisogno di uova, come di altri prodotti, si copre solo attraverso ampie produzioni. In più, – conclude Marchetti – l’allevamento in gabbia, nel rispetto dell’animale, riduce molto il rischio di altri casi di epidemia».

La filiera nazionale del comparto avicolo, riferiscono i dati messi a disposizione da Confagricoltura Nazionale, garantisce una produzione di oltre 1,2 milioni di tonnellate di carni e circa 13 miliardi di uova all’anno, per un valore della produzione all’origine pari a circa 3,8 miliardi di euro, risultando uno dei pochi settori in crescita: nel primo semestre 2013, +4 per cento per la spesa di uova e +6 per cento per la spesa di carne di pollo.