Nella mattinata di oggi, in concomitanza con lo sciopero proclamato da Si. Cobas nella logistica e in altri settori un gruppo di lavoratori, non appartenenti alle aziende operanti in quel cantiere, affiancati da attivisti di centri sociali bolognesi, ha deciso di bloccare l’accesso dei mezzi ai magazzini di CTL e di Granarolo in località Cadriano.

Nelle note diffuse nei giorni scorsi si faceva riferimento al mancato rispetto, da parte di imprese che aderiscono a Legacoop Bologna, degli accordi sottoscritti a luglio in Prefettura in merito al percorso di reintegro dei lavoratori delle cooperative che fanno parte del Consorzio SGB.

La genesi di quell’accordo nasce dalle vicende di SGB e le sue consorziate operanti fino ad alcuni mesi fa dentro i magazzini di proprietà di CTL, l’ impresa associata a Legacoop Bologna che movimenta prodotti per conto di Granarolo. Dopo i disordini e le proteste ad opera dei Si.Cobas. che accusavano decurtazioni di stipendio da parte delle imprese del Consorzio e che hanno a lungo bloccato le merci di Granarolo, SGB ha provveduto al licenziamento di una parte dei lavoratori coinvolti negli atti di protesta e nei blocchi merci, che – ricordiamolo – sono reati segnalati alla Magistratura.

Solo il tavolo coordinato dalla Prefettura di Bologna ha permesso con fatica di addivenire alla condivisione di un percorso sottoscritto da tutte la parti, Si. Cobas compreso, che ha previsto a luglio di quest’anno il reintegro in campo a SGB di quei lavoratori, la corresponsione degli stipendi pregressi e la loro messa in cassa integrazione in attesa di nuove occasioni occupazionali che dovevano venire da opportunità ricercata da imprese del territorio, fra cui imprese di Legacoop Bologna.

Parallelamente CTL, recedendo dal contratto con SGB, ha immediatamente riassunto la sessantina di lavoratori presenti su quel cantiere per il tramite di una nuova società da lei controllata, dando garanzia di qualità e continuità occupazionale.

Il percorso di luglio ha riguardato 23 persone da ricollocare entro il 31 ottobre; di queste, 16 di competenza di Legacoop Bologna. Di queste ne sono state già integrate 9 entro le date condivise in Prefettura (due entro il 31 luglio; quattro entro il 30 settembre, poi posticipato al 15 ottobre; tre, facenti parte di un gruppo di dieci da collocare entro il 31 ottobre, sono già assunte). Rimangono dunque sette persone da collocare entro il 31 ottobre.

«Essendo oggi il 18 ottobre, è evidente – ha dichiarato il responsabile del settore logistica di Legacoop Bologna, Tiziano Tassoni, questa mattina durante un incontro con la stampa – che nessun accordo è stato disatteso: Legacoop Bologna sta lavorando per trovare anche per loro un posto di lavoro entro la data prevista. Inoltre, i lavoratori non sono abbandonati a se stessi, ma sono in cassa integrazione in deroga. Chi dice che Legacoop Bologna e le imprese associate non hanno rispettato l’accordo mente sapendo di mentire e strumentalizza una situazione di difficoltà allo scopo di portare elementi di tensione nello sciopero di oggi. Questa tensione va solo a danno dei lavoratori che rimangono da collocare perché non c’è dubbio che, dopo l’immotivata contestazione di questa mattina, sarà tutto ancora più difficile. I problemi del lavoro e della occupazione vanno affrontati in modo serio da persone serie che capiscono il contesto in cui si opera e le gravi difficoltà del momento».

«Oggi – ha proseguito Tassoni – contemporaneamente alla manifestazione delle persone di SiCobas e centri sociali se ne è tenuta un’altra: la manifestazione silenziosa dei 300 lavoratori ai quali è stato impedito di recarsi sul posto di lavoro e che chiedono di essere tutelati e di non subire ulteriori violenze. Noi proviamo ogni giorno a consolidare il lavoro dei soci e dei lavoratori delle cooperative e a far maturare nuove opportunità di lavoro: in questo percorso vorremmo avere alleati, anche con idee diverse, ma non nemici».

Dopo le proteste di questa mattina, Legacoop chiederà al Prefetto di Bologna di riconvocare il tavolo per chiarire le posizioni in campo: «Non è ammissibile – ha sottolineato Tassoni – che ci sia chi opera per rispettare gli accordi e cercare soluzioni e altri, che dovrebbero avere lo stesso interesse, che agiscano in modo opposto. Continueremo a cercare soluzioni, ma è chiaro che ora è tutto più complesso. Noi siamo sereni perché la nostra parte l’abbiamo fatta. La legalità va garantita a tutti e rispettata da tutti».