violenza-donne“Il deplorevole e brutale atto di violenza sessuale nei confronti della ragazza modenese, assurto tristemente agli onori della cronaca nazionale in questi giorni, e solo dopo la denuncia della giovane oggetto della violenza, risulta ancora più inquietante se consideriamo il contesto sociale, descritto come apparentemente ‘normale’, in cui si è generato.

Un contesto descritto come di svago, all’interno di una festa privata, come ce ne sono tante, in cui l’alcool, vera piaga sociale anche tra i minori nella nostra provincia, la fa però da padrone. Contesto in cui, come dimostrano le preoccupanti testimonianze dei ragazzi intervistati sul fatto, risulta per loro difficile distinguere non solo il confine tra bene e male, ma anche la percezione della gravità degli atti che vengono compiuti.

E qui sta il punto. Casi come questi confermano che oltre alla condanna, all’accertamento delle responsabilità, alla certezza della pena, alla prevenzione sull’uso di alcool alla stregua di quella sugli stupefacenti, è necessario lavorare sul fronte della cultura del rispetto, nei confronti dell’altro e di sé stessi, della donna ma prima di tutto dell’individuo in quanto tale. Ribadire il valore ed il significato del rispetto come vero ed ineludibile punto di riferimento in un contesto sociale, che diventa anche mediatico con la diffusione dei social-network, in cui troppo spesso questo valore, soprattutto agli occhi dei giovani, viene smarrito.

Se è giusto indignarsi e condannare senza se e senza ma, abusi e violenze di questo tipo, è altrettanto importante condannare gli elementi che formano il contesto sociale e culturale in cui questi abusi e queste violenze si generano, e che è sbagliato descrivere, come troppo spesso è accaduto in questi giorni, con i termini ‘bene’ e ‘normale’. Non c’è normalità e né rispetto della persona in un contesto che porta ogni fine settimana schiere di giovani a riempire le corsie degli ospedali dopo avere abusato di alcool e droghe consumati magari in contesti in cui altre violenze, pur perpetrate, sono state nascoste e non denunciate. Così come va detto, fuori dalle ipocrisie, che non c’è normalità e non può esistere alcun ambiente ‘bene’ la dove manca il rispetto delle persone, degli altri, così come di sé stessi. Ed è su questo che dobbiamo riflettere e lavorare”.