“Il nuovo contratto nazionale di lavoro delle piccole e medie imprese del settore metalmeccanico aderenti a Confimi è anche in Emilia Romagna un passo decisivo per bypassare la crisi del settore, considerata la massiccia presenza su gran parte del territorio regionale della nuova realtà associativa imprenditoriale che, nei fatti, subentra alla vecchia Confapi, ormai ridotta ad un mero ruolo di rappresentanza a causa della continua e costante defezione di aziende associate”.
E’quanto hanno affermato questa mattina Giovanni Caruso e Luigi Zanini, rispettivamente segretario generale regionale dei metalmeccanici (Fim) della Cisl e membro del coordinamento regionale metalmeccanici (Uilm) della Uil, al termine di un incontro tra le due categorie sindacali che si è tenuto presso la sede regionale della Cisl Emilia Romagna per analizzare ricadute e impatto del nuovo contratto Confimi sul territorio regionale.
Impianto contrattuale che nel campo del welfare conferma la previdenza complementare e introduce, durante la vigenza del contratto, la sanità integrativa con adesione su base volontaria da parte dei lavoratori al costituendo fondo ad hoc. Inoltre, migliora il trattamento economico della malattia, prevedendo, nel contempo, una modalità che disincentiva un uso improprio delle malattie brevi. Infine, dato non trascurabile in un momento di crisi come quello attuale, stabilisce a regime un aumento dei minimi di € 130 medi, con una durata triennale del CCNL così come tutti gli altri CCNL firmati da UILM e FIM in questa stagiona contrattuale (per il periodo giugno – agosto 2013 è prevista una una-tantum di € 105).
“Il nuovo contratto Confimi – sottolineano Caruso e Zanini – nasce da una sfida e da una consapevolezza comune delle parti: quella di non volersi piegare ad una crisi che ormai da cinque anni investe con sempre maggiori virulenza l’ apparato produttivo metalmeccanico”. “Gli scopi dichiarato – continuano i due sindacalisti – sono molteplici: da un lato si punta a creare le condizioni per permettere alle imprese di recuperare spazi di competitività e, dall’altro, si migliorano le condizioni sociali e le retribuzioni dei lavoratori”.
E proprio in tal senso, il nuovo contratto prevede una disciplina della flessibilità dell’orario e, più complessivamente, dei permessi retribuiti e dell’utilizzo del part-time, che da una parte consente all’imprese una maggior duttilità nell’assecondare gli andamenti dei mercati e dall’altra offre ai lavoratori nuove e più ampie opportunità per far fronte alle proprie esigenze e bisogni.
“Un’intesa – concludono i rappresentanti di Fim e Uilm – che, in questo momento di drammatica crisi, non poteva essere migliore e per questo auspichiamo che anche altre organizzazioni sindacali sottoscrivano un contratto che rappresenta un qualificato punto di equilibrio tra le esigenze di competere delle imprese ed il miglioramento delle tutele dei lavoratori”.