“Non abbiamo bisogno di lezioni sul cambiamento e la necessità di dare voce alle persone. Il percorso per la scelta del primo cittadino a noi del Pd è chiaro: costruzione dei contenuti, e poi scelta dei nomi, e se ci sono più candidati si va alle primarie”: con queste parole il segretario provinciale del Pd Paolo Negro e il segretario cittadino del Pd Andrea Sirotti rispondono ai giudizi espressi da Sel sulle elezioni amministrative a Modena.
«Ci sembra una contraddizione imbarazzante che qualcuno che dice di “non volersi fossilizzare sui nomi”, si affretti, subito dopo, a stilare pagelle ed esprimere giudizi su due validi amministratori di un altro partito, etichettati come “espressione di modi superati di fare politica”. Qualcuno dalle parti di Sel è stato forse un po’ troppo precipitoso. Si fa fatica ad ascoltare lezioni da chi, ad oggi, non ha ancora sciolto le proprie riserve sulle future alleanze, e anzi, soprattutto negli ultimi tempi, ha seminato più ‘distinguo’. Le Amministrative sono un banco di prova importante per il centrosinistra modenese: vanno affrontate, da parte di tutti, con uno spirito nuovo, non cominciando col marcare, in primo luogo, il proprio territorio, quasi rivendicando l’esclusiva del civismo. Il risultato delle elezioni politiche ci ha consegnato una domanda di cambiamento profondo che noi vogliamo raccogliere e su questo tema di fondo stiamo tenendo il nostro Congresso. Crediamo che anche SEL abbia di che riflettere. Non ci pare che un certo movimentismo abbia prodotti frutti rigogliosi. Insomma crediamo che i modenesi vogliano sapere dal centrosinistra cosa sogniamo per Modena, non la radiografia delle nostre differenze. Per questo le alleanze le faremo sulla piena condivisione dei contenuti e di un progetto innovativo per la città. Da luglio scorso il Pd ha dato avvio al Cantiere del programma che ci porterà a costruire proposte frutto del confronto con le diverse istanze dei territori e dei cittadini e con le competenze di amministratori e realtà civiche ed associative. Quindi un percorso che vogliamo fondato sulla proposta, sulla costruzione di un progetto nuovo, che punti a coagulare le energie migliori della città, prima ancora che assemblare una coalizione. Sulla scelta del candidato sindaco che meglio sarà in grado di realizzare quel progetto, per noi il percorso è chiaro: condivisione dei contenuti e delle priorità, e poi scelta dei nomi, e se ci sono più candidati si va alle primarie. Uno strumento che ha coniato il Pd, anche grazie al quale abbiamo espresso la capacità di “dare voce ai bisogni e alla voglia di partecipare delle persone”. E si badi bene che, senza voler peccare di arroganza ma con la consapevolezza di quella che è la nostra storia, quando il Pd parla di partecipazione pensa non ad alcune élite, ma a diverse migliaia di modenesi».