L’sms di una “vedetta” che lo allertava della presenza degli “sbirri” al parco, non ha impedito ai Carabinieri di Reggio Emilia di portare a compimento un’importante operazione antidroga. Sebbene il pusher sia fuggito riuscendo a disfarsi della probabile dose di eroina che aveva al seguito, i Carabinieri l’hanno raggiunto impedendogli di spegnere il cellulare poi divenuto fonte dei suoi “guai”. Una volta spento, infatti, il PIN, conosciuto solo al pusher, avrebbe impedito ai Carabinieri di utilizzarlo come invece avvenuto.I militare del Nucleo Operativo della Compagnia di Reggio Emilia proprio grazie al cellulare hanno incastrato il giovane tunisino finito in manette. Un militare fingendosi il pusher, fingendo uno stentato italiano, ha risposto alle numerose telefonate incontrandosi con alcuni clienti finiti poi in caserma. Clienti che quindi anziché trovare la dose di eroina si sono imbattuti i un “verbale” dove hanno riferito di centinaia di cessioni di eroina fatte nell’ultimo anno dallo straniero all’interno del parco Filzi dove dava l’appuntamento ai suoi clienti risultati prevalentemente insospettabili giovani reggiani. Con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti quindi i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Reggio Emilia hanno arrestato un cittadino tunisino 26enne in Italia senza fissa dimora, ristretto al termine delle formalità di rito a disposizione della Procura reggiana titolare dell’inchiesta. A lui i Carabinieri hanno sequestrato 160 euro in contanti, ritenuti provento dell’illecita attività di spaccio, ma soprattutto la “fonte” dei suoi guai ovvero il cellulare utilizzato per i contatti con i suoi clienti ora al vaglio dei militari che intendono non solo ricostruire l’intera attività ma anche identificare la “vedetta”.
L’origine dei fatti la scorsa sera quando i carabinieri, recependo le segnalazioni dei cittadini che riferivano di un giro di spaccio in via Fabio Filzi ed in particolare nelle pertinenze del locale parco, eseguivano un mirato servizio notando un noto tossicodipendente in trepida attesa. Poco dopo veniva visto avvicinarsi un tunisino (riconosciuto nel sunnominato in quanto già arrestato per spaccio dagli operanti) che dopo aver effettuato uno scambio ricevendo danaro dal tossicomane, fuggiva alla vista dei Carabinieri. E mentre il cliente subito fermato ammetteva aver gettato la dose di eroina appena acquistata per 50 euro il pusher veniva raggiunto dai Carabinieri che lo bloccavano a fatica. L’uomo infatti opponeva resistenza con il fine di riuscire, invano, a spegnere il telefono prontamente preso dai carabinieri. All’interno veniva notato un sms di testo che lo informava della presenza di uno “sbirro” nelle panchine (sms inviato da persona in corso di identificazione che ritenuta “vedetta” è chiamato a rispondere del reato di concorsi in spaccio di stupefacenti ndr). E mentre un maresciallo sostituendosi al pusher rispondeva alle telefonate dei clienti rintracciandone alcuni, i due fermati (pusher e cliente ndr) venivano condotti in caserma dove venivano raggiunti da altri clienti che telefonavano al pusher imbattendosi nel “maresciallo spacciatore” essendo il loro fornitore alle manette. Le verbalizzazioni dei clienti consentivano ai Carabinieri di documentare centinaia di cessioni di eroina nell’ultimo anno. Alla luce di quanto accertato l’uomo veniva dichiarato in arresto e ristretto a disposizione della Procura reggiana.