equipe-neurochirurgiaMentre il chirurgo esegue la craniotomia, per asportare una formazione tumorale del cervello, il paziente, sveglio, risponde alle domande del neurofisiologo e del neuropsicologo. È questa la più avanzata tecnica di intervento sui tumori cerebrali, ribattezzata “awake surgery”, che consente di salvaguardare alcune aree specifiche dell’encefalo come quelle che regolano i movimenti e il linguaggio (definite aree eloquenti).

Nei giorni scorsi, un’equipe multidisciplinare guidata dal direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia Giacomo Pavesi, ha eseguito con successo la prima operazione di questo tipo presso il Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino-Estense a Baggiovara. La donna, 60 anni, residente in provincia, è la prima paziente che nel modenese è stata sottoposta a questo nuovo intervento di alta specializzazione, durato quasi sette ore, al quale hanno partecipato, oltre al dottor Pavesi, anche il neuro-anestesista Stefano Baroni, il neuro-fisiologo Franco Valzania, le neuro-psicologhe Mariangela Molinari e Francesca Benuzzi, il fisico Marco Serafini e il personale infermieristico e tecnico.

“E’ un’operazione particolare anche perché richiede la collaborazione e l’integrazione tra diversi professionisti con uno sforzo organizzativo di tipo multidisciplinare – afferma il direttore medico del Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense Ann Marie Pietrantonio. Infatti, nelle diverse fasi dell’intervento vengono coinvolti, oltre a neurologi e neurochirurghi, anche neurofisiologi, neuropsicologi, fisici e personale infermieristico e tecnico. Una modalità operativa che, tramite la sinergia di professionisti di elevata competenza, consente di perseguire risultati importanti.”

Obiettivo dell’ideatore dell’innovativa tecnica chirurgica, professor Hugues Duffau di Montpellier, è quello di evitare complicanze post-operatorie altamente invalidanti come paresi o difetti del linguaggio (afasia). “In questo modo – spiega il dottor Pavesi – chi opera ha la possibilità di ascoltare in diretta il paziente e farsi ‘guidare’ evitando di andare a toccare quelle zone del cervello delle quali potrebbe comprometterne le normali funzionalità.” Il neurochirurgo procede col bisturi e, a seconda dell’area colpita dal tumore, verifica grazie al monitoraggio del neurofisiologo e del neuropsicologo che le funzioni da essa regolate non vengano compromesse a seguito dell’asportazione della massa tumorale.

La particolarità della “awake surgery” consiste infatti nel mantenere il paziente vigile durante l’intervento, per monitorare che, nel corso dell’asportazione del tumore, restino intatte le capacità di movimento e linguaggio. Ciò permette al neurochirurgo, supportato dai sistemi di neuro-navigazione, di localizzare e asportare nel modo più completo e preciso possibile la massa neoplastica. L’intervento attualmente è eseguito da 7 centri in Italia (in Emilia Romagna soltanto a Ferrara).

 

foto dell’equipe di neurochirugia