“Su tutti gli obiettivi delle proposte dei cittadini che hanno preso parte al percorso partecipativo ‘100 per Modena’ c’è piena condivisione dal parte del Comune e molte indicazioni sono ritenute accoglibili in toto o in buona parte. In qualche caso invece la declinazione o la formulazione non è corretta o la soluzione prospettata presenta problemi di sostenibilità”.

A illustrare le risposte dell’Amministrazione alle 32 proposte durante l’incontro pubblico che si è svolto questa mattina, sabato 23 novembre, al circolo Vivere insieme, è stato il vicesindaco e assessore alla Partecipazione Giuseppe Boschini. “L’accoglibilità, in toto o in buona parte, di 26 delle 32 proposte, trasversali rispetto ai vari temi in discussione, dimostra che il percorso partecipativo realizzato è stato utile. Anche nelle altre abbiamo individuato aspetti accoglibili – prosegue l’assessore – su tre c’è disponibilità a condividere gli obiettivi ma solo in parte le azioni, altre due presentano elementi condivisibili ma anche diversi aspetti ritenuti critici nella formulazione della proposta, degli obiettivi o delle azioni. Una sola, infine, è invece stata ritenuta non accoglibile. Le indicazioni –conclude Boschini – erano già parzialmente presenti nei piani di sviluppo settoriali e, senz’altro, in molti casi troveranno spazio nel futuro Psc”.

Tra le dodici proposte ritenute pienamente accoglibili, ad esempio, l’attenzione alla sicurezza, sostenibilità energetica e qualità degli edifici, lo sviluppo della mobilità sostenibile e ciclabile, la conversione della linea ferroviaria Modena-Sassuolo, l’obiettivo di una crescente fruibilità del Palazzo Ducale e il sostegno al commercio di vicinato. Il Comune si è infine detto pienamente d’accordo anche con l’istituzionalizzazione dell’utilizzo di percorsi partecipativi per decisioni con ricadute rilevanti sulla vita dei cittadini. Delle 14 proposte ritenute accoglibili in buona parte, con puntualizzazioni per singole specifiche azioni, sono, tra l’altro, quelle che chiedono di riqualificare il patrimonio edilizio esistente e, in generale, gli spazi sociali, culturali e polifunzionali di vicinato, di favorire nuovi modelli e nuove soluzioni abitative, come ad esempio il co-housing e il social housing, di incoraggiare la residenza e l’apertura di botteghe artigiane in centro storico, e di agevolare attività imprenditoriali in forme innovative come il co-working.

Di altre proposte l’Amministrazione ha condiviso gli obiettivi, ma ha trovato le azioni specifiche proposte accoglibili solo in parte, spesso a causa di formulazioni tecniche non pienamente realizzabili.

Maggiormente critiche, per ciò che riguarda la formulazione della proposta, degli obiettivi o di azioni, e quindi accoglibili solo per una parte minore, le proposte che chiedono la non edificazione assoluta nelle aree F e in nuovi terreni.

La proposta ritenuta non accoglibile, infine, è quella che chiedeva la restituzione integrale alla città del Palazzo ducale e il trasferimento dell’Accademia militare in altra sede. E’ stata rigettata dall’Amministrazione in quanto “imposta la presenza dell’Accademia militare come una sorta di deprivazione della città”, si legge nella motivazione, quando al contrario “rappresenta un motivo di vanto e di lustro, oltre che una straordinaria occasione di eventi e opportunità”.

L’Amministrazione condivide le proposte di recupero del tessuto urbano, di riqualificazione energetica degli edifici, ma anche sociale e culturale della città

Una riqualificazione del tessuto urbano da conseguire con il recupero e l’ammodernamento degli edifici, ma anche con la loro sostituzione e con strategie che facilitino la riprogrammazione di determinate aree, oltre che con incentivi al recupero anche di aree artigianali e industriali. Ma anche una riqualificazione energetica e in termini di sicurezza degli edifici, e una riqualificazione sociale e culturale della città, con azioni volte a favorire il commercio e gli spazi polifunzionali di vicinato. Sono gli input raccolti dall’Amministrazione sul tema della programmazione del territorio a partire dalle proposte sviluppate dai partecipanti del percorso ‘100 per Modena’.

“Riqualificazione ed espansione non dovrebbero però essere contrapposte come se l’una dovesse escludere l’altra”, si legge nelle motivazioni delle risposte dell’Amministrazione. “Non è possibile escludere in assoluto nuove aree di espansione –ad esempio per nuove infrastrutture strategiche- ma ciò non inficia l’azione orientata alla riqualificazione di aree già urbanizzate, cosa che avviene da tempo anche nella nostra città”.

Per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici, il Comune può farsi attore positivo stimolando i soggetti e, nel futuro Psc, potrà semplificare le procedure autorizzatorie in questo campo, pur nel rispetto delle norme.

Il recupero di aree artigianali e industriali dismesse potrà avvenire attraverso una revisione dei criteri di definizione degli oneri urbanistici o con la facilitazione dei cambi di destinazioni d’uso.

Il Comune condivide l’obiettivo di favorire il commercio di vicinato e di tutelarne la funzione sociale, attraverso azioni di promozione e di informazione, mentre agevolazioni di altro genere per attività commerciali devono sempre essere compatibili con le norme nazionali ed europee sulla libera concorrenza. Condiviso è anche l’obiettivo generale di miglioramento della qualità della vita, anche attraverso la creazione di spazi aggregativi diffusi e lo sviluppo di forme di partecipazione sul territorio attraverso la reintroduzione dei quartieri in sostituzione delle Circoscrizioni, abrogate per legge a partire dal 2014.

Indicazioni accoglibili solo in parte per elementi incongrui nella formulazione

Il Comune ha ritenuto accoglibili in alcune parti, ma con diversi aspetti ritenuti critici nella formulazione della proposta, degli obiettivi o delle azioni, le due proposte che chiedono la non edificazione assoluta nelle aree di via Cannizzaro e via Aristotele, e di non consumare terreno agricolo, quest’ultima per ciò che riguarda la richiesta di destinare in generale le aree F esclusivamente a scopi sociali e per servizi.

“L’esigenza di tutela delle falde acquifere che emerge dalla prima proposta non può che essere condivisa – si legge nella motivazione della risposta dell’Amministrazione – ma la formulazione contiene elementi incongrui o ambigui che ne rendono difficile l’attuazione e quindi l’accoglimento. Anche l’obiettivo di non ‘cementificare’ tali aree è condivisibile ma questa definizione non esclude una edificazione moderata e rispondente alle norme o a finalizzazione sociale”.

Anche la correlazione tra tutela delle falde e costruzione in superficie non è ritenuta pienamente congrua: “Quest’ultima non è necessariamente impattante sulle falde e non è esclusa di norma e in via assoluta, ma è soggetta a vincoli specifici – si legge ancora sulla motivazione – e sull’area di via Cannizzaro e via Aristotele, in ogni caso, è in corso una procedura di Via di cui si attende l’esito e si ritiene opportuno rinviare a tali valutazioni. Ad oggi, comunque, nessuno degli enti preposti ha mai prospettato l’inedificabilità assoluta di queste aree; inoltre, il Consiglio comunale ha deliberato l’impegno a uno specifico ulteriore percorso partecipativo in merito alle scelte da adottare”.

Per ciò che riguarda la destinazione esclusiva ad area parco la valutazione del Comune, dal punto di vista funzionale, è critica: “La proposta prescinde da qualsiasi valutazione di sostenibilità e ricaduta economica che viene rinviata all’Amministrazione – si legge – e, nell’attuale condizione di vincoli imposti dal Patto di stabilità, la realizzazione di verde pubblico a totale carico del Comune, prescindendo da contestuali interventi di trasformazione urbanistica sull’area, appare di difficile realizzazione. Nuove aree verdi, infatti, non comportano solamente costi di investimento per la realizzazione, ma hanno anche ricadute sulla spesa corrente per la manutenzione e per i rilevanti costi di controllo che comportano aree a parco in zone marginali all’abitato”.

La proposta di non consumare terreno agricolo, per l’Amministrazione, è accoglibile per ciò che riguarda gli obiettivi di rispetto dei vincoli di tutela del paesaggio, che saranno riconfermati e ampliati anche nel futuro Psc, così come è condivisibile il principio di dare priorità alla riqualificazione degli stabili dismessi. Le criticità appaiono rispetto alla previsione di destinare le Aree F (peraltro considerevolmente ridotte dal Consiglio comunale su proposta della Giunta) unicamente a scopo sociale e per servizi, in quanto le aree ad attrezzature e impianti di interesse generale vanno distinte da quelle per servizi di interesse collettivo. “Le zone F sono private – si legge sempre nella motivazione – e la loro acquisizione per le politiche di servizio indicate è fuori dalla attuale portata finanziaria del Comune. In ogni caso il Psc dovrà effettuare una complessiva revisione dei fabbisogni di aree per attrezzature di interesse generale, piuttosto che dei fabbisogni di espansione dei servizi collettivi, e si ritiene opportuno che ogni indicazione attuativa discenda da questo tipo di valutazione complessiva dei bisogni della collettività locale”.

Il Comune condivide le proposte di miglioramento della rete ciclabile, potenziamento del trasporto pubblico e di soluzioni per la ferrovia Modena-Sassuolo

Completamento e miglioramento della rete di piste ciclabili, potenziamento del trasporto pubblico locale sulla base dell’analisi dei flussi principali e attraverso corsie preferenziali, raccordo delle complanari per portare il traffico fuori dalla città, e revisione delle linee ferroviarie Modena-Sassuolo e Modena-Rubiera. Sono gli obiettivi condivisi dall’Amministrazione sul tema della mobilità sostenibile emersi dalle proposte dei partecipanti al percorso ‘100 per Modena’.

Lo sviluppo della mobilità ciclabile è una finalità pienamente condivisa dal Comune, che mira ad accrescere la continuità e la sicurezza delle sedi ciclabili proprie e a raccordare al meglio la rete, completando gli assi viari principali di accesso alla città. La previsione di sezioni stradali condivise da parte di più utenti, cioè auto, bici e pedoni, come richiesto nelle proposte, è attuabile con l’eccezione delle strade a scorrimento veloce e a forti volumi di traffico.

Per ciò che riguarda la rete di trasporto pubblico locale, l’Amministrazione evidenzia che l’adeguamento “è costante e praticato sulla base dei dati e delle esigenze, secondo una logica di flessibilità commisurata alle risorse economiche disponibili, così come lo sviluppo di corsie preferenziali e di nuove linee filoviarie”, si legge nelle motivazioni in risposta alle proposte. “Si ricorda il livello sempre calante di finanziamento del Tpl a livello nazionale”.

La connessione ferroviaria Modena-Sassuolo “richiede sicuramente un ripensamento alla luce dei dati gestionali e dei risultati di utenza. È strutturalmente costosa dal punto di vista economico – si legge ancora – ha limiti funzionali per la qualità del materiale rotabile, produce notevoli impatti sulla mobilità veicolare urbana e produce in certa misura anche impatti ambientali legati al rumore dei convogli e dei passaggi a livello per i residenti. È in corso uno studio per la trasformazione in un mezzo in sede propria che consenta anche una maggiore frequenza delle corse e delle fermate con l’obiettivo di tempi di percorrenza competitivi”.

La linea storica ferroviaria Modena-Rubiera, infine, potrebbe essere sostituita da un mezzo a elevata capacità in servizio lungo la via Emilia ovest L’inserimento di una tramvia in sede propria, come richiesto nelle proposte, richiede infatti un investimento estremamente elevato oggi non sostenibile in autonomia dal Comune, come elevato è anche il costo dell’acquisizione dell’area di sedime dell’attuale percorso.