carabinieri_2002Nel tardo pomeriggio di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia, stanno eseguendo la misura della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nei confronti di F.G.A., 59enne residente a Brescello, ritenuto elemento apicale dell’articolazione ‘ndranghetista riconducibile alla cosca Grande Aracri di Cutro capeggiata dal fratello del destinatario della misura. Solo qualche settimana fa lo stesso F.G.A. era stato destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo anticipato di beni per 3.000.000 di euro emesso nei suoi confronti. L’odierno provvedimento – a firma del Presidente del Tribunale di Reggio Emilia Dott. Caruso – è stato richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna che ha condiviso la prodromica richiesta dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia, avanzata a seguito delle risultanze emerse nel corso della complessa indagine che ha coinvolto anche F.G.A., gravato peraltro da sentenza definitiva passata in giudicato per associazione di stampo mafioso a Reggio Emilia dal 2001 al 2003. Il lasso temporale corrente tra l’intervento odierno e l’indagine convenzionalmente chiamata “Edilpiovra” avvalora ulteriormente la pervasività della ‘nrangheta nel contesto reggiano e l’incessante lavoro dell’Arma e della magistratura emiliana.

Allora l’articolazione della ‘ndrangheta operante stabilmente nel territorio di Reggio Emilia e provincia venne duramente colpita riscontrando estorsioni nei confronti di gestori di pubblici e privati esercizi, nonché una seriale attività di fatturazione per operazioni (totalmente o parzialmente) inesistenti nei confronti di imprenditori, prevalentemente edili, così da occultare, mediante una diversa apparenza documentale, la causale della dazione del denaro, che il sodalizio chiedeva agli imprenditori. La forza di intimidazione del vincolo associativo, già contenuta nella richiesta di aderire al pagamento del denaro, nonché alla falsa fatturazione era inoltre rafforzata dalla prospettazione di ritorsioni e dal ricorso ad azioni incendiarie. Nell’occasione F.G.A. sovraintendeva e dirigeva le attività dei correi, dei quali legittimava l’operato nel reggiano.