kienge“Ringrazio la Consulta per l’Integrazione dell’Unione delle Terre d’Argine per il prezioso lavoro che sta svolgendo: ero qui quando è nata, sono qui ora, e bisogna riconoscere che i territori come il vostro sono un esempio non solo per l’Italia intera, ma anche per l’Europa”: così la ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge la quale, accolta tra gli applausi e l’emozione di una sala letteralmente gremita ha partecipato, questo pomeriggio di sabato 4 gennaio 2013, a Stranieri NoStrani, la festa della Consulta per l’Integrazione che si è tenuta al Palavolontariato di piazzale Re Astolfo a Carpi. “Mi sento molto a casa quando vengo in Emilia Romagna, anche perché l’integrazione che promuovete qui non è per nulla scontata; c’è infatti un’Italia molto diversa e disomogenea, da questo punto di vista, da regione a regione”. Cécile Kyenge ha inoltre dichiarato di aver provato un senso di sollievo per la chiusura del Cie di Modena.

La ministra ha poi consegnato, insieme al presidente dell’Unione delle Terre d’Argine Giuseppe Schena, attestati simbolici di cittadinanza italiana ad una rappresentanza di 250 bambini e ragazzi nati da genitori stranieri nel territorio dell’Unione di età compresa tra i 2 e i 13 anni: “Si tratta di un riconoscimento molto importante, anche se simbolico. Riconoscimento che non è stato assegnato solo da amministrazioni di centro-sinistra”, dimostrando così trattarsi di una scelta culturale e non prettamente ascrivibile ad una parte politica.

Affermazione, quella del ministro, al quale hanno fatto eco anche le parole del sociologo Claudio Baraldi il quale, sul palco moderato dalla giornalista Elena Guidetti, ha voluto ricordare, citando il caso francese, come il riconoscimento della cittadinanza, se non accompagnato ad altre azioni concrete, possa non bastare: “Si tratta di un concetto giuridico – ha spiegato il docente all’Università di Modena e Reggio Emilia – ma non si può pensare che basti. Vi può essere una profonda esclusione sociale anche se si è cittadini di uno Stato, per questo è importante dare valore alla vita della persona, fornendole la possibilità di esprimere quello che è, di realizzare se stesso”.

Il presidente dell’Unione Schena ha poi ricordato come la cittadinanza abbia due volti: “I diritti, certo, ma anche i doveri. Mi auguro poi che, in un prossimo governo, la Kyenge possa essere il ministro non delle Pari opportunità, ma del Lavoro o della Sanità, perché sarebbe questo il vero segnale dell’integrazione”.

Domani, domenica 5 gennaio, le iniziative si sposteranno a Novi di Modena, presso la Sala Arci Taverna di via Bigi Veles 4, a partire dalle ore 17.00: qui si terrà la proiezione – introdotta dal sindaco di Novi di Modena Luisa Turci e dall’intervento di Salah Moudini, rappresentante dello stesso Comune presso la Consulta per l’Integrazione – del documentario inerente il progetto fotografico Novi l’Art. 3, a cura di Marzia Lodi alla quale seguirà un dibattito con la fotografa.