euro-denaro“Anche in Emilia Romagna è emergenza per i ritardi dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, una brutta abitudine tutta italiana che ha fatto finire il nostro paese sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea”. Lo afferma Marco Granelli, Presidente di Confartigianato Emilia Romagna, scorrendo i dati che proprio Confartigianato ha fornito, insieme all’Ance, al vice presidente della Commissione europea, Antonio Tajani. “L’Italia ha ora 5 settimane di tempo per rispondere alle contestazioni, se la risposta non sarà soddisfacente si procederà con la messa in mora. Non possiamo dirci felici di fronte all’ipotesi che il nostro Stato debba sborsare denaro per una sanzione – prosegue Granelli – ma speriamo si tratti di una lezione che porti ad un nuovo atteggiamento della Pubblica Amministrazione verso le aziende. E’ la dimostrazione che in Italia esiste anche l’emergenza burocrazia”.

In Emilia Romagna sono 4.117 le imprese con 3 e più addetti, che hanno la Pubblica Amministrazione tra i maggiori clienti, mentre sono 2.690 le imprese sino a 9 addetti che hanno la PA come interlocutore privilegiato. Un dato che colloca la nostra regione al nono posto – in valori assoluti- fra le regioni italiane dietro a Lombardia (5.598); Sicilia (4.748); Lazio (4.733), Campania (4.356), Veneto (3881), Puglia (3424), Piemonte (3.353), Toscana (2821). “Quando leggiamo ritardo nei pagamenti dobbiamo tradurlo con mancanza di liquidità per le imprese – commenta Marco Granelli – significa che queste oltre 4mila imprese si vedono negati soldi per gestire la spesa corrente, detto in altri termini pagare i fornitori ed anche gli stipendi dei propri dipendenti. Una spirale che rischia di farle andare a fondo, soprattutto quando si salda con la crisi economica e il generalizzato allungamento dei pagamenti”.

Secondo i calcoli di Confartigianato, nel 2013 il numero dei fallimenti registrati in Italia ha superato quota 14.200, il 14,5% in più rispetto al 2012 e in aumento del 52% se la comparazione viene eseguita con il 2009. “Oltre agli effetti della crisi economica – prosegue Marco Granelli – un contributo a questa impennata dei fallimenti arriva anche dal ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione. Nonostante nell’ultimo anno lo Stato abbia erogato oltre 20 miliardi di euro e i tempi di pagamento della nostra PA siano scesi di 10 giorni rimaniamo i peggiori pagatori d’Europa: in Italia il saldo fattura avviene mediamente dopo 170 giorni, contro una media Ue di 61. Nel 2013 la pressione fiscale ha raggiunto il suo record storico, 44,3%, un livello mai toccato in passato. Infine, tra novembre 2012 e lo stesso mese del 2013, i prestiti bancari alle imprese sono diminuiti di 60,5 miliardi di euro, pari ad una contrazione del 6,2%”.

Sono 71 mila le imprese con 3 addetti ed oltre che hanno la P.A. tra i primi tre clienti, con una incidenza del 6,8%; una quota di poco inferiore anche per le micro imprese tra 3 e 9 addetti (6,0%). Le imprese con una presenza rilevante della P.A. nella clientela salgono al 16,1% del totale nelle Costruzioni seguito dal 6,6% dei Servizi non commerciali, del 4,3% del Commercio e riparazioni e del 4,1% del Manifatturiero. L’incidenza di imprese che hanno la P.A. tra i primi tre clienti è più elevata nel Mezzogiorno (9,6%), seguita dal Centro (6,7%), dal Nord-Est (5,8%) e dal Nord-Ovest (5,2%). In particolare a livello regionale vediamo le incidenze maggiori nella Provincia Autonoma di Trento dove tocca il 12,9%, in Calabria con il 12,3% e in Valle d’Aosta con l’11,8% mentre all’opposto le più basse incidenze si rilevano in Lombardia con il 4,3%, in Emilia-Romagna con il 4,4% ed in Toscana con il 5,0%.

A livello settoriale osserviamo che nell’Industria in senso stretto – per il 96% costituito da imprese del Manifatturiero – le incidenze maggiori di imprese oltre i 3 addetti che hanno la P.A. tra i primi tre clienti sono quelle di Valle d’Aosta (16,7%), Provincia Autonoma di Bolzano (12,3%) e Molise (10,3%) e le minori sono quelle di Marche (2,1%), Veneto ed Emilia-Romagna (entrambe a 2,5%) e Lombardia e Toscana (entrambe a 2,6%). Nelle Costruzioni si rileva che oltre un quarto delle imprese ha la P.A. tra i primi tre clienti in quattro territori: in Provincia Autonoma di Trento è al 32,5%; seguono Valle d’Aosta e Friuli – Venezia Giulia, entrambe a 26,6%, e Basilicata con il 23,9%; la quota comunque non scende sotto il 10% dei casi anche per le regioni che mostrano le incidenze minori, cioè Lombardia (10,2%), Emilia-Romagna (10,4%) e Toscana e Marche (entrambe a 12,6%). Per il Commercio e Riparazioni si va dalle incidenze più alte osservate in Provincia Autonoma di Trento (10,2%), Provincia Autonoma di Bolzano (8,1%) e Sicilia (7,6%) a quelle minori di Piemonte (2,7%) Marche (2,8%), Emilia-Romagna e Lombardia (entrambe a 2,9%). Infine nei Servizi non commerciali vediamo ai primi posti per incidenza la Calabria (12,9%), il Molise (12,3%) e la Sardegna (10,8%) e, all’opposto, si osservano le incidenze minori in Lombardia (4,2%), Emilia-Romagna (4,7%) e Toscana (5,0%).

Se ci limitiamo ad analizzare il Sistema Sanitario si osserva che la regione con più alta erosione del debito verso i fornitori del proprio sistema è il Piemonte con una quota di pagamenti sullo stock di debito del 54,7%, seguito dall’Emilia-Romagna con una quota del 30,2% e dal Veneto con una quota del 26,8%, mentre, all’opposto, si rileva la più bassa incidenza dei pagamenti sullo stock di debito per la Calabria con il 3,8% dei debiti saldati, preceduta dall’Umbria con il 6,7% e dal Molise con il 9,4%.