MarilenaSassiVentitré artiste contemporanee italiane per Simone Weil. Nel centenario della nascita della scrittrice e filosofa (avvenuta a Parigi nel 1909), hanno realizzato un libro d’artista dello stesso formato (30 per 30 centimetri) confrontandosi con l’opera incompiuta della Weil “Venezia salvata”. È nata così la mostra “I libri salvati dalle donne, omaggio a Simone Weil” curata da Vittoria Surian, che si inaugura alla Biblioteca civica d’arte Luigi Poletti di Modena, a Palazzo dei Musei, sabato 8 febbraio alle 17. La mostra, allestita per la prima volta a Venezia nel 2009, approda a Modena dopo aver fatto tappa, nel gennaio di quest’anno, a Palermo.

Le artiste si sono confrontate, a partire dal testo della scrittrice, con le sue riflessioni attorno a temi come la città, la bellezza, lo sradicamento, la giustizia, il bene e la responsabilità dell’individuo. “Con le loro opere in esposizione – spiegano i curatori – hanno dato forma visiva all’estetica politica della filosofa francesce e ai temi centrali del suo pensiero attraverso l’utilizzo di materiali eterogenei che travalicano la natura dei diversi supporti e superano il limite della pagina, con esiti formali molto diversi tra di loro”.

Le artiste presenti nella mostra della Poletti sono: Carla Accardi, Ida Barbarigo, Gabriella Benedini, Mirella Bentivoglio, Valentina Berardinone, Maria Bernardone, Irma Blank, Renata Boero, Sara Campesan, Amalia Del Ponte, Chiara Diamantini, Giosetta Fioroni, Paola Gandolfi, Maria Lai, Lucia Marcucci, Elisa Montessori, Liliana Moro, Lidia Puglioli, Cloti Ricciardi, Sara Rossi, Marilena Sassi, Fausta Squatriti, Anna Torelli.

La mostra è visitabile lunedì dalle 14.30 alle 19; da martedì a venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19; sabato dalle 8.30 alle 13. L’esposizione alla Poletti terminerà l’8 marzo quando, alle 17, è in programma un appuntamento di chiusura nel quale l’attrice Magda Siti reciterà brani di e su Simone Weil.

Per informazioni tel. 059 2033372 o www.comune.modena.it/biblioteche/poletti.

 

LA FIGURA DI SIMONE WEIL

Brevi note biografiche sull’autrice nata a Parigi, che volle essere operaia e partigiana

Simone Weil, a cui è dedicata la mostra “I libri salvati dalle donne” che si inaugura sabato 8 febbraio alle 17 alla biblioteca Poletti di Palazzo dei Musei, nacque a Parigi nel 1909 da una famiglia di origine ebraica non praticante. Dopo aver ricevuto una rigorosa educazione morale soprattutto dalla madre, compì studi filosofici che la portarono a pubblicare numerosi testi i cui temi centrali furono la violenza, il totalitarismo, la povertà materiale e morale cui erano soggetti i lavoratori legati al sistema di produzione fordista.

Il 4 dicembre 1934 decise di impiegarsi come manovale nelle fabbriche metallurgiche di Parigi per sperimentare in prima persona la condizione di operaia. Fu un’esperienza che la segnò duramente e che condizionò in modo determinante la sua vita.

Nel luglio del 1942 si unì ai genitori nella fuga dalla Francia occupata verso gli Stati Uniti. Non potendo però sopportare la lontananza da coloro che in Europa soffrivano condizioni disumane, in dicembre rientrò a Londra per unirsi all’organizzazione dei resistenti francesi in esilio.

Propose a De Gaulle di organizzare un brigata di infermiere di prima linea – alla quale avrebbe voluto lei stessa partecipare – che facesse da contrappeso morale e materiale alla violenza estrema dell’hitlerismo. La non realizzazione di questo progetto la immerse in “una dolorosa sensazione di avere disertato”. Il regime di vita a cui si sottopose volontariamente la portò alla morte, nel sanatorio di Ashford vicino a Londra, il 24 agosto del 1943.

Tra le sue opere principali si ricordano: “Sulla scienza”; “Lezioni di filosofia 1933-1934”; “Oppressione e libertà”; “La condizione operaia”; “L’agonia di una civiltà nelle immagini di un poema epico”, in “I catari e la civiltà mediterranea”; “Quaderni”; “L’ombra e la grazia”; “Venezia salva. Tragedia in tre atti”; “L’attesa di Dio” “Morale e letteratura”; “L’amore di Dio”; “La prima radice. Preludio a una dichiarazione dei doveri verso la creatura umana”.