carabinieri_80Con una borsa schermata per eludere l’antitaccheggio e un doppio fondo dove nascondere la refurtiva, sono entrati al MediaWorld di Reggio Emilia per fare razzia di macchine fotografiche. All’uscita però sebbene l’allarme sonoro sia stato eluso i due, una 20enne e il fratello 15enne abitanti a Reggio Emilia, sono stati fermati da un addetto dell’ipermercato insospettitosi per il led luminoso attivatosi in assenza di allarme. I due vistisi scoperti allo scopo di assicurarsi la fuga hanno minacciato l’addetto che ha chiamato i Carabinieri della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce che hanno arrestato i due con l’accusa di rapina. La ragazza è stata ristretta a disposizione della Procura reggiana mentre il fratello minorenne è stato accompagnato presso il centro di prima accoglienza bolognese a disposizione della Procura presso il Tribunale dei Minorenni.

L’origine dei fatti ieri pomeriggio quando i Carabinieri della Stazione di Reggio Emilia Santa Croce intervenivano presso il Centro Commerciale i Petali del capoluogo reggiano dove era stato segnalato un furto all’interno del negozio MediaWorld. Giunti sul posto i Carabinieri fermavano una ragazza 20enne e il fratello di appena 15 anni appurando che i due al momento di uscire dal negozio, dove si erano intrattenuti una ventina di minuti, venivano fermati in quanto l’antitaccheggio entrava in funzione limitatamente alla parte luminosa e stranamente non per quanto attiene quella sonora. Ciò insospettiva l’addetto in quanto l’anomalia si verifica quando particolari apparecchiature creano interferenze con il sistema antitaccheggio. Invitati a fermarsi i due ragazzi continuavano imperterriti a camminare verso l’uscita minacciando l’addetto con frasi del tipo ”lasciaci andare o te la facciamo pagare” oppure ”non finisce qua te la facciamo pagare”. Nel frattempo venivano allertati i Carabinieri di Via Adua con i due che raggiungevano l’uscita ma non riuscivano a fuggire venendo fermati dai Carabinieri. Nella borsa di stoffa a tracolla era stato ricavato un doppio fondo dove i due avevano nascosto una macchina fotografica rubata nel predetto negozio. La borsa risultava schermata da tanti strati di alluminio sovrapposti tenuti fermi tra loro da nastro adesivo in modo tale eludere l’antitacchegio. Sorella e fratello venivano condotti in caserma dove alla luce della flagranza di reato venvano arrestati con l’accusa di rapina. La macchina fotografica veniva restituita al negozio.