I 6.581 gli studenti modenesi di terza media che in questi giorni devono decidere a quale indirizzo di scuola superiore iscriversi possono scegliere una strada nel settore agricolo e agroalimentare secondo una tendenza che, in Italia, vede quasi uno studente su quattro cercare una prospettiva di lavoro nell’italian food.

E’ quanto afferma Coldiretti Modena nel ricordare che ben il 23 per cento degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie superiori tecniche e professionali italiane ha scelto per il 2013/14 un indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. Andamento nazionale – sottolinea Coldiretti – confermato anche nella nostra provincia dove l’indirizzo enogastronomico dello Spallanzani di Castelfranco ha registrato, quest’anno, ben 139 iscritti con una crescita di oltre il 73 per cento rispetto all’anno di inaugurazione. In una provincia come quella modenese, che vanta alcune tra le più importanti eccellenze dell’agroalimentare italiano, il settore agricolo – afferma Coldiretti – può rappresentare uno sbocco importante anche perché sostenuto da un’offerta scolastica tradizionalmente di qualità.

La tendenza che si sta accentuando negli ultimi anni nelle scuole superiori è confermata anche dai livelli superiori di istruzione, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base di una ricerca Datagiovani relativa agli effetti della recessione sugli Atenei italiani nel periodo dal 2008 ad oggi. Le iscrizioni alle Facoltà di Scienze Agrarie, forestali ed alimentari hanno fatto registrare la crescita piu’ alta nel periodo considerato con un aumento del 45 per cento.

Numeri che testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali. D’altra parte, secondo l’indagine, il 79 per cento degli Italiani sostiene che in futuro in Italia ci sarà un numero minore di fabbriche. Per questo – continua la Coldiretti – l’88 per cento degli italiani afferma che il sistema di formazione nazionale andrebbe riqualificato anche con un corso specializzato all’Università sulla valorizzazione del Made in Italy.

I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per far tornare a crescere l’Italia, commenta Coldiretti, o nel sottolineare che è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina.