Aurelio-ReginaIl caro-energia è un tema delicato anche per il sistema industriale della nostra provincia. Modena è seconda in Italia per consumi di gas naturale (ministero dello Sviluppo Economico su dati Snam) e prima in Regione per consumi di energia elettrica ad uso industriale (dati Terna): il costo dell’energia ha dunque un impatto pesante sui bilanci delle imprese e su tutta l’economia locale.

Per capire quali e quante azioni sono state messe in campo nei confronti del Governo e delle autorità competenti, ma soprattutto per avere un’idea precisa sugli strumenti concreti per la riduzione dei costi dell’energia, il presidente di Confindustria Modena Pietro Ferrari ha invitato al convegno “I mercati dell’energia: il quadro di riferimento e le prospettive” le figure più competenti in materia energetica di Confindustria. Martedì 25 febbraio alle ore 17.30 presso l’auditorium Fini interverranno il vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina, a cui il presidente Giorgio Squinzi ha affidato la delega per l’Energia, e vicedirettore politiche per lo Sviluppo, energia e ambiente di Confindustria Massimo Beccarello.

Sul sistema energetico nazionale, come se non bastasse, si sta per abbattere un’altra tegola. Di recente i ministri dell’Ambiente dell’Unione europea hanno firmato un accordo per la riduzione del 40 per cento entro il 2030 delle emissioni in atmosfera dei gas clima-alteranti. Questo impegno, senza indicare né politiche né misure concrete, pone le imprese in una situazione di vero salto nel buio. Con il convegno del 25 febbraio Aurelio Regina e Massimo Beccarello porteranno le ultime novità emerse dal faccia a faccia avuto lo scorso 6 febbraio con il Commissario europeo per l’azione per il clima Connie Hedegaard.

«Abbiamo alcune perplessità sulle recenti comunicazioni della Commissione europea», afferma Aurelio Regina. «L’assunzione di impegni vincolanti in materia di lotta ai cambiamenti climatici, soprattutto senza una preventiva verifica degli impegni che saranno adottati dagli Stati Uniti e dalle economie emergenti, è un’operazione rischiosa».

«Questi vincoli», continua Regina, «potrebbero ripercuotersi, ancora una volta, sul costo dell’energia elettrica e del gas naturale. L’economia italiana ha dimostrato di avere una forte leadership manifatturiera, che deve essere rafforzata all’interno di una visione di politica industriale in grado di favorire le sinergie e le interdipendenze tra i settori di base e quelli della green economy. Non perdiamo altro tempo. Le imprese hanno fame di interventi concreti».