prima_infanziaLa nostra Regione è all’avanguardia per tutto ciò che riguarda i servizi educativi per la prima infanzia. Questo è dovuto anche all’avanzato sistema normativo, di cui si è dotata a partire dai primi anni del 2000 per regolarne il funzionamento, definendo criteri e standard strutturali e organizzativi, anche recentemente semplificati e aggiornati in ragione della necessità di adeguamento agli intervenuti mutamenti sociali che hanno coinvolto le famiglie. Avere come priorità la tutela dei bambini e delle bambine, significa verificare che tutti i servizi che li accolgono e se ne prendono cura rispettino tali criteri.

La legge regionale su questo è, comprensibilmente, molto puntuale e stabilisce anche tutte le procedure per l’autorizzazione al funzionamento dei servizi educativi da parte degli Enti locali e per i relativi controlli.

In questo sistema, chiunque intenda realizzare un servizio educativo (nido d’infanzia, sezione primavera, piccolo gruppo educativo, spazio bambini), anche se si tratta di un soggetto pubblico, deve, quindi, rispettare delle regole. In particolare, le procedure prevedono la presentazione al Comune di residenza di un progetto complessivo, che deve essere articolato in tutte le sue parti: a) strutturale, per quanto attiene agli spazi, che devono essere idonei e sicuri; b) educativa, per quanto attiene all’esistenza di un progetto pedagogico adeguato; c) organizzativa, per quanto attiene alla presenza di personale qualificato e al rispetto delle condizioni igienico-sanitarie. Queste regole sono state stabilite partendo dal presupposto che i servizi educativi accolgono con continuità i bambini e per tutto l’arco della giornata (fino a 10 ore) e si occupano della crescita complessiva di ogni bambino (gioco, pasto, sonno, bisogni emotivi, cura della relazione…) attraverso un adeguato rapporto numerico adulto/bambini, che deve essere garantito da educatori adeguatamente formati.

Lo sviluppo del sistema regionale dei servizi educativi è stato, inoltre, sostenuto dalla attivazione dei coordinamenti pedagogici provinciali, che hanno la funzione di mettere in rete e promuovere la diffusione di prassi educative di qualità in tutti i servizi, sia al settore pubblico che privato, con l’ausilio costante della formazione dei coordinatori pedagogici. E’ bene, quindi, sottolineare che il sistema regionale dei servizi per la prima infanzia, del quale fa parte quello del Comune di Bologna, è tutt’altro che un sistema solo burocratico. Al contrario è vivo, integrato e attento ai bisogni e ai diritti dei bambini.

I Baby Parking fanno parte dei servizi per la prima infanzia, cioè si rivolgono ai bambini nella fascia di età da zero a tre anni, ma non sono nidi d’infanzia e non sono nemmeno servizi educativi. Sono servizi ricreativi e si caratterizzano per l’occasionalità e la temporaneità delle attività. Contemplano una presenza del bambino per un massimo di due ore al giorno e per non più di due volte a settimana, presso locali che devono essere idonei dal punto di vista della sicurezza, dell’igiene e salubrità.

Rispondono a bisogni temporanei e occasionali dei genitori. Nel Baby Parking non si svolgono attività di cura e di relazione su tutti gli aspetti della crescita. Le norme, ad esempio, vietano la gestione e la somministrazione del pasto.

Per l’apertura di un Baby Parking deve essere presentata unicamente la segnalazione di inizio attività al Comune di residenza. Diversamente da quanto è previsto per l’apertura di un servizio educativo, non è necessaria l’autorizzazione al funzionamento.

Per entrambe le tipologie di servizio, educativo e ricreativo, i Comuni esercitano funzioni specifiche. Per i servizi educativi rilasciano l’autorizzazione al funzionamento e attivano processi di qualificazione degli stessi; per tutti hanno compiti precisi di vigilanza e controllo, che svolgono attraverso verifiche periodiche. In particolare, qualora vengano accertate inadempienze o mancanza delle necessarie autorizzazioni, i Comuni devono provvedere, attraverso procedimenti amministrativi, a emettere sanzioni e/o sospendere il servizio che operi senza i necessari requisiti.

Nella vicenda specifica, riportata dall’articolo di Repubblica del 28 febbraio, si è in presenza di servizi qualificati dagli stessi gestori come servizi ricreativi, mentre nella realtà funzionano come veri e propri servizi educativi per i quali non hanno mai richiesto la necessaria autorizzazione, come previsto dalle norme regionali.

Il Comune ha, quindi, emesso una Ordinanza non per chiudere il servizio, ma per ripristinare le condizioni proprie dell’attività ricreativa di Baby Parking.

L’Amministrazione ha assunto una decisione in modo coerente con la propria funzione di controllo che la normativa regionale le assegna, che consiste nella verifica del rispetto degli standard qualitativi dei servizi da parte di tutti i soggetti pubblici e privati. La garanzia di servizi di qualità non può che essere ottenuta da un insieme di criteri e standard conosciuti a cui tutti devono attenersi e non può essere rimessa alla valutazione del singolo gestore.

Da ultimo, è bene sottolineare che nessuno, certamente non il Comune, ha impedito e impedisce ai gestori coinvolti di presentare la richiesta per essere autorizzati, se ne hanno ovviamente i requisiti, a svolgere un servizio educativo, anziché ricreativo. Il Comune, infatti, ha sempre sostenuto tutti coloro che in questi anni si sono impegnati a realizzare un servizio educativo, nella convinzione che ogni servizio in più è una ricchezza per la nostra comunità cittadina.