Venerdì 28 marzo alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) prosegue il ciclo Guerra e Pace, ideato dal Centro Culturale, con l’ultima conferenza in programma, dal titolo Tra aggressività e altruismo. I fondamenti biologici del comportamento umano, a cura di Telmo Pievani.

Pievani è professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l’Università di Padova. Direttore del portale web sull’evoluzione Pikaia, nelle sue ricerche si è occupato di epistemologia delle scienze della vita e di storia del pensiero biologico, dedicando particolare attenzione alla genesi della teoria dell’evoluzione e alla formazione di Darwin. Ha approfondito inoltre il rapporto tra scienza e religione e, anche in rapporto alle questioni sociali, gli sviluppi recenti dell’evoluzionismo e della genetica. Oltre ad aver curato l’edizione italiana dei Taccuini di Darwin (Roma-Bari 2007), ha pubblicato: Introduzione alla filosofia della biologia (Roma-Bari 2005); Creazione senza Dio (Torino 2006); Nati per credere (et al., Torino 2008); La vita inaspettata. Il fascino di un’evoluzione che non ci aveva previsto (Milano 2011); Introduzione a Darwin (Roma-Bari 2012); La fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi (Bologna 2012); Anatomia di una rivoluzione. La logica della scoperta scientifica di Darwin (Milano-Udine 2013).

La vita quotidiana è piena di piccoli atti di altruismo, dal ragazzo al supermercato che tiene gentilmente la porta aperta a una donna carica di borse, alla persona che cede il posto sui mezzi pubblici a un anziano oppure fa la carità a un mendicante. Tutti conosciamo il significato dell’altruismo, ma la scienza è interessata ad indagare il motivo per cui si verifica questo comportamento. Cosa ispira questi atti di gentilezza? Che cosa motiva a rischiare la propria vita per salvare un perfetto sconosciuto? L’altruismo è un aspetto di ciò che gli psicologi sociali chiamano il comportamento pro-sociale, ovvero qualsiasi azione che avvantaggi altre persone, senza che il donatore dell’azione abbia alcun motivo o beneficio.

Anche se l’altruismo fosse gratificante per l’individuo, dovrebbe essere soverchiato di generazione in generazione fino a non lasciare alcuna traccia di sé – spiega Pievani – Gli unici comportamenti pro-sociali ammessi dal modello sarebbero l’accoppiamento sessuale e le cure parentali. L’altruismo sembra dunque estremamente improbabile da un punto di vista strettamente selettivo. Tuttavia, e torniamo al punto, sappiamo che altruismo, cooperazione e attitudini sociali sono ampiamente diffusi e hanno successo in numerose specie, le più diverse e non strettamente imparentate fra loro. Vediamo chiaramente che diversi tratti neurofisiologici e processi ormonali rinforzano i comportamenti pro-sociali. La mera presenza, oggi, di condizioni fisiologiche che rendono possibile la cooperazione ci racconta però soltanto metà della storia. Abbiamo bisogno di comprendere anche le cause remote, cioè evoluzionistiche, dell’emergenza di questi comportamenti.