Katia-TorricelliNel territorio sassolese fra le tante opere mai partite ci sono l’adeguamento o la ricostruzione di Casa Serena e anche la nuova Casa Fantini, la struttura residenziale e semiresidenziale per persone svantaggiate: avrebbero dovuto essere parte integrante di un sistema di eccellenza sanitaria e assistenziale, rivolto soprattutto alle categorie più deboli: anziani e disabili.

In questi ultimi anni stiamo assistendo ad una crescita rapida del numero di anziani nella popolazione, spesso si tratta di persone non autosufficienti ad alta complessità con prevalenza di bisogni sanitari, di anziani soli o a rischio isolamento o con caratteristiche di fragilità (per aspetti sociali, sanitari, economici, ecc.). La tradizionale funzione della famiglia quale luogo di assistenza degli anziani è ancora rilevante ma tende a diminuire.
In prospettiva la domanda di assistenza socio sanitaria per anziani è destinata a crescere ed a divenire una delle principali criticità per il futuro della nostra città.
In questa ottica deve essere perseguita rapidamente la realizzazione di una nuova struttura di Casa Serena prevedendo, se le condizioni lo renderanno possibile, la richiesta di un incremento di posti letto accreditati rispetto agli attuali, ma superando comunque le gravi carenze evidenziate dalla recente visita dei Vigili del fuoco con chiusura di alcuni settori della casa e trasferimento obbligato degli anziani all’ospedale.
Bisogna sviluppare il sistema dei servizi residenziali e semiresidenziali, innovare il sistema dell’assistenza domiciliare, favorire lo sviluppo di servizi attivati da privati, importanti fonti di assistenza per le persone anziane fragili; attivare in collaborazione con associazioni di volontariato ed altri enti e soggetti attivi, forme di assistenza alle persone anziane per contrastare la solitudine, favorire l’attivazione di servizi di sollievo e di centri diurni.
Un altro aspetto importante riguarda il presente e il futuro delle persone svantaggiate: un progetto da valorizzare si chiama “Durante noi” e consente soluzioni che vedano la possibilità di prendere in carico, in ambiente protetto, sia la persona con disabilità che, eventualmente, i suoi genitori attraverso un servizio di Ospitalità Periodica finalizzato a realizzare occasioni di vita autonoma per giovani disabili; appartamenti protetti per nuclei familiari composti da genitore molto anziano, con buoni livelli di autonomia, e da figlio di oltre 50 anni; appartamenti di sostegno con l’obiettivo di favorire la convivenza di persone con disabilità in un contesto abitativo ‘normale’ con un supporto ‘leggero’ di operatori professionali.
Rilanceremo anche il progetto della Fondazione “Dopo di noi” per valorizzarne l’esperienza e far sì che diventi un progetto di tutta la comunità di Sassuolo e delle famiglie che potrebbero in tal modo assicurare un futuro sereno ai loro congiunti disabili, anche quando la famiglia non ci sarà più o non sarà più in grado di assisterli adeguatamente.

Altro aspetto importante da affrontare è l’aumento esponenziale delle richieste di aiuto ai servizi sociali locali da parte delle famiglie sassolesi, i cui membri, in maggioranza, sono spesso disoccupati in quanto non riescono nemmeno a far fronte al pagamento delle utenze di luce, acqua, gas, ecc. Ritengo che l’aiuto una tantum, mediante il pagamento peraltro sporadico di qualche bolletta non sia la risoluzione al problema ma rappresenti semplicemente il “mettere una pezza”.
Bisogna creare dei progetti per queste persone (cosa già prevista nel nostro programma per gli under 35, per esempio), e comunque, è importante tenerle impegnate per evitare anche che lo stato di disoccupazione, nel lungo termine abbia risvolti negativi anche a livello psicologico. Aiutiamo queste persone in modo più efficace e produttivo e nel contempo, in cambio, chiediamo loro di svolgere, lavori socialmente utili in modo tale che il Comune stesso,aiutandoli, abbia comunque un risparmio economico grazie all’aiuto di queste persone che consentiranno di fatto una riduzione delle spese correnti comunali. Così facendo i vantaggi sarebbero molteplici: – riduzione dei costi comunali evitando di incaricare ( a pagamento) soggetti terzi per le varie necessità locali quali la pulizia delle strade; le persone aiutate si sentono importanti e non un peso sulla comunità in quanto in cambio offrono forza lavoro;- evitiamo che le persone assistite cadano in depressione o finiscano su cattive strade ( e ciò, in particolare con riferimento ai giovani) con riduzione di spese quindi a livello sanitario e sociale.

(Katia Torricelli, Candidata al Consiglio Comunale nella lista civica Pistoni Sindaco)