calendarioArma2015Questa mattina il Colonnello Paolo Zito, Comandante Provinciale Carabinieri di Reggio Emilia, ha presentato il Calendario Storico 2015 dell’Arma dei Carabinieri. Il filo conduttore che lega i mesi dell’anno, illustrati dalle tavole del Maestro Paolo Di Paolo, è costituito dal tema “Il Carabiniere e la famiglia”. Grazie ad una raccolta di lettere scritte dai Carabinieri ai familiari e di immagini di vita al di fuori del servizio vengono rappresentati gli stati d’animo, le ansie, lo sconforto e i disagi, ma anche la fierezza, i consigli, le rassicurazioni e l’amore che i Carabinieri trasmettevano ai propri familiari anche in circostanze drammatiche che permettono di “leggere” in modo diverso alcuni episodi – noti o meno noti – della storia dell’Arma. Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 82^ edizione, venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia.

Nella copertina è raffigurata la caserma “Bergia” di Torino, primo Comando Generale dell’Arma e ideale “casa del Carabiniere” da dove inizia il cammino professionale di ciascun militare e si tramandano tradizioni e valori tipici dell’essere Carabiniere.

Così il Colonnello ZITO presenta il tema centrale che ispira l’opera, sottolineando come negli affetti più stretti sia “radicata la disponibilità a provvedere che il Carabiniere coltiva nella sua missione quotidiana”, sia essa di vigilare sulla sicurezza di un borgo o di costruire la pace fuori dai confini nazionali, “animato solo da inviolabile fedeltà ai principi di legalità, libertà e giustizia”. Lo stesso comandante Provinciale poi pone l’accento sul senso del dovere “che è cifra distintiva del nostro agire e che trova da sempre piena e speculare rispondenza nell’ambito familiare”, evidenziando, in conclusione, come quei familiari, nel ricevere le lettere, non solo abbiano trepidato per la sorte dei loro cari, ma abbiano anche avvertito “intimamente l’orgoglio di essere parte viva e pulsante di quella storia”.

La tavola che apre il Calendario, in contropagina alla citata prefazione, riporta un particolare dell’opera vincitrice del 1° Premio per la categoria “Pittura” del Concorso Artistico Nazionale indetto in occasione del Bicentenario di fondazione dell’Arma a simboleggiare il tramandarsi delle tradizioni tra le generazioni. Le tavole del Calendario, tramite “l’aspetto più umano di alcuni Carabinieri”, ripercorrono alcuni momenti salienti della storia dell’Istituzione. Dalla descrizione della battaglia di Pastrengo e della dura “vita di campagna” fatta in una lettera indirizzata alla moglie dal Capitano Bernardino Morelli di Popolo, Comandante di uno dei tre Squadroni Carabinieri che diedero vita alla Carica di Pastrengo, a quella indirizzata dal Capitano Alfredo Amenduni sempre alla propria consorte, con la quale descrive le fasi salienti della battaglia di Adua, evidenziando il rammarico per aver visto cadere numerosi amici. Dalla lettera rinvenuta addosso al Carabiniere Orazio Greco – deceduto il 18 luglio 1915, nell’imminenza della battaglia del Podgora, mentre si trovava sotto le linee nemiche per danneggiare i reticoli austriaci – e diretta alla madre per invitarla a non piangere e mandare sul fronte anche gli altri fratelli, alle umili parole rivolte, nel 1937 ad Adelfia (BA), al Comandante Generale dell’Arma Generale Riccardo Moizo, dalla madre del Car. M.O.V.M “alla Memoria” Vittoriano Cimarrusti, durante lo scoprimento di una lapide in onore del figlio, immolatosi il 24 aprile 1936 a Gunu Gadu (Etiopia). Non mancano riferimenti sia ai pluridecorati Colonnello Lussorio Cau e Capitano Chiaffredo Bergia, i quali seppero trarre dagli affetti familiari rinnovate energie per conseguire i ben noti ed esaltanti successi contro il brigantaggio, sia al Maggiore Alessandro Negri di Sanfront, Comandante dei tre Squadroni di Carabinieri Reali assegnati alla scorta del Re Carlo Alberto durante la Prima Guerra d’Indipendenza, e al Vice Brigadiere M.O.V.M. “alla Memoria” Salvo D’Acquisto – dai destini diversi, ma uniti nella determinazione a mantenere fede al giuramento prestato – che, malgrado pressati dagli eventi, trovarono il tempo per rivolgere un pensiero alla propria madre.

Dense di significato e cariche di sentimenti – sebbene l’una si chiuda con rassicurazioni sul buon esito della situazione e l’altra sia stata scritta sotto forma di testamento – le missive che le M.O.V.M. “alla Memoria” Tenente Romeo Rodrigues-Pereira e Maresciallo Francesco Pepicelli, Martiri delle Fosse Ardeatine, hanno indirizzato alle rispettive mogli.

Le ultime tavole del calendario sono dedicate alla Signora Santuccia Beni, che, tra figli, nipoti, pronipoti e cugini, ha avuto 12 familiari nell’Arma. Uno dei figli della donna, l’Appuntato Giuseppe Beni, in missione di scorta ad un convoglio nel Mediterraneo durante la Seconda Guerra Mondiale, scrisse un diario annotandovi, tra l’altro, pensieri diretti alla madre e agli altri fratelli in armi. Il 18 maggio 1977, a Porto San Giorgio (FM), anche la famiglia Beni ha pagato il suo tributo di sangue alla Patria, l’Appuntato M.O.V.M. “alla Memoria” Alfredo Beni cadde in un conflitto a fuoco con dei malviventi.

Una grande famiglia quella dell’Arma che comprende i militari in servizio: uomini e donne che hanno scelto di essere a disposizione delle Comunità ma anche i tanti che, non più in servizio, continuano con entusiasmo nel loro impegno sociale, vivificando le molte attività benefiche e di protezione civile dell’Associazione Nazionale.