Un incontro molto partecipato quello organizzato da Lapam Confartigianato, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, per illustrare le recenti novità introdotte dalla Legge di Stabilità e dal Jobs Act. Più di 300 gli imprenditori presenti interessati a capire cosa cambierà per le piccole aziende in materia di lavoro, semplificazioni e fisco.

“Questo appuntamento – spiega il Segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi – si inserisce in un percorso ormai tradizionale per la nostra associazione. Quest’anno, però, abbiamo voluto dare un taglio ancora più rigoroso, coinvolgendo Il Sole 24 Ore e i nostri esperti. Il sostegno concreto alle imprese e agli imprenditori passa anche attraverso queste occasioni formative e informative, ma dobbiamo fare ancora di più. Sullo sfondo delle luci e delle ombre di questi provvedimenti, con l’auspicio che per una volta le luci siano superiori alle ombre, stanno alcuni temi strutturali che il nostro Paese deve superare se vogliamo davvero tornare a crescere. In particolare la burocrazia e lo snellimento delle procedure è indispensabile: sappiamo bene che più burocrazia non significa più equità e giustizia, anzi in Italia la burocrazia è troppo spesso sinonimo di inefficienza. Siamo convinti – conclude Rossi – che anche i provvedimenti positivi, come auspichiamo possa essere il Jobs Act nonostante alcune storture che speriamo vengano superate, non produrranno effetti se non si toglieranno lacci inutili e dannosi, lasciando solo la parte ‘buona’ della burocrazia, quella legata ai controlli effettivi e puntuali per venire incontro all’impresa”.

Il Presidente generale, Erio Luigi Munari, entra nel vivo dei temi trattati: “La direzione è finalmente quella giusta. Tuttavia per poter valutare i provvedimenti contenuti nel Jobs Act però dovremo aspettare i prossimi mesi. Apprezziamo l’indirizzo dei decreti attuativi che intervengono a modificare il contratto di lavoro a tempo indeterminato, rendendolo più flessibile in uscita e più conveniente per effetto del combinato disposto degli sgravi contributivi introdotti dalla legge di stabilità a partire dal 2015. Valutiamo positivamente anche l’attenzione riservata alle imprese con meno di 15 dipendenti che rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto produttivo italiano ed emiliano in particolare”.

Munari, però, mette il dito nella piaga: “Il vero problema per noi piccoli imprenditori non è mai stato l’articolo 18, il problema rimane la ripresa economica, le cui leve sono l’acceso al credito, la semplificazione burocratica e la riduzione del prelievo fiscale. La legge di stabilità in questo senso introduce novità, in qualche caso positive, in alcuni casi preoccupanti. Nel caso dell’Irap, l’aumento della deducibilità del costo personale per le imprese è accompagnato dal credito di imposta del 10% concesso alle imprese senza dipendenti. Ci aspettavamo un taglio più significativo dell’Irap. Così come il nuovo regime forfettario ha soglia minima di ricavi troppo bassa ed esclude una parte degli attuali beneficiari. Il nuovo regime di rimborso Iva semplificato, è affiancato dalle nuove disposizioni sul ‘reverse charge’ e lo ‘split payment’, con il rischio di penalizzare il tessuto produttivo. In un momento di forte tensione per la liquidità delle imprese, far generare crediti d’imposta non appare la strada migliore. L’obiettivo condivisibile di contrastare le frodi fiscali e l’evasione dell’Iva, non può avere riflessi negativi sulle imprese anche in termini di burocrazia.

Per le piccole imprese – conclude il Presidente – vi sono aspetti importanti che attendono di essere completati, come la semplificazione degli adempimenti e il riordino dei regimi fiscali, che ha visto attuata solo una parte degli interventi. Inoltre la riforma del catasto dei fabbricati, per arrivare alla razionalizzazione del reddito d’impresa. Ci aspettiamo una riforma strutturale del fisco, che sia più semplice, equo e trasparente. Un fisco che sia orientato alla crescita”.