Antonio-Lanfranchi“Abbiamo appreso della notizia della prematura scomparsa di S.E. Arcivescovo di Modena e Nonantola Mons. Lanfranchi. A nome mio personale e dell’intero Ateneo desidero rivolgere agli esponenti della Curia Arcivescovile e all’intera comunità cattolica modenese il senso di profonda vicinanza in questo momento di dolore”. Così il Rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Angelo O. Andrisano.“Con la scomparsa di Mons. Lanfranchi – prosegue il Rettore -, Modena perde un sicuro ed illuminato riferimento morale ed etico che ha saputo in questi anni difficili essere vicino alle difficoltà della popolazione. Se ne va un uomo buono e di cultura ed un prezioso interlocutore”.

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Il Consigliere regionale di Forza Italia Enrico Aimi nell’esprimere i sensi del piu’ profondo cordoglio per la scomparsa di monsignor Antonio Lanfranchi, Arcivescovo Abate di Modena e Nonantola, sottolinea come la sua figura di padre e pastore abbia saputo accompagnare in questi anni il cammino di fede della Diocesi. In particolare ricorda l’impegno da lui profuso per arrivare alla beatificazione del seminarista martire Rolando Rivi, consentendo di ricostruire quella verità storica capace di compiere un importante passo avanti nella riconciliazione. Oggi e’ dunque lutto di popolo – ha concluso Aimi – e sentiamo la necessita’ di confidare nelle parole del vangelo e in quella speranza che la saggezza latina cosi’ mirabilmente riassumeva: ” vita mutatur, non tollitur”.

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«La sua guida  mancherà alla comunità religiosa modenese e la sua voce a quanti abbiano apprezzato il suo impegno per la formazione e la crescita delle giovani generazioni, che in lui hanno trovato un prezioso punto di riferimento». È questo il messaggio di cordoglio  inviato dal presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini alla Arcidiocesi di Modena e Nonantola per la scomparsa del vescovo Antonio Lanfranchi.

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Coldiretti Modena si unisce al cordoglio della comunità diocesana modenese per la scomparsa del suo Vescovo, S. E. Mons. Antonio Lanfranchi, ricordandone la fede, le doti di generoso pastore e la particolare attenzione dimostrata, in numerose occasioni, nei confronti degli agricoltori e del mondo agricolo. Scompare  – sottolinea Coldiretti Modena – una figura che ha costituito un sicuro punto di riferimento per le Istituzioni e la collettività di questo territorio.

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I segretari provinciale e cittadino del Pd Lucia Bursi e Andrea Sirotti esprimono, a nome del partito, le più sentite condoglianze per la morte dell’arcivescovo di Modena e Nonantola Monsignor Antonio Lanfranchi. Ecco la loro dichiarazione: «In questi anni nella nostra città, monsignor Lanfranchi ha lasciato un segno nel cuore dei modenesi. Un uomo capace di trasmettere un profondo senso di umanità e di interpretare la sua missione secondo lo spirito dei tempi. Un vero pastore al servizio della sua comunità. Esprimiamo a nome del Partito democratico le più sentite condoglianze ai parenti di monsignor Lanfranchi, ai suoi collaboratori e all’intera Diocesi di Modena-Nonantola».

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“Con la scomparsa dell’arcivescovo Antonio Lanfranchi, Modena perde un pastore che in questi anni difficili ha saputo sempre porsi a fianco della comunità modenese, in particolare dei più deboli, rappresentando un prezioso elemento di coesione”. Lo afferma il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli in un messaggio di cordoglio alla famiglia, alla Curia modenese e all’intera comunità dei credenti.

“Abbiamo perso un uomo di grande umanità, generosità e forza della fede – aggiunge Muzzarelli – che in questi anni nei suoi messaggi alla città ha spesso richiamato tutti noi alla responsabilità personale e all’attenzione per il bene comune. Lo ha fatto riflettendo in più occasioni sugli effetti della crisi, sulla disoccupazione che colpisce soprattutto i giovani, sul rischio di una riduzione dei servizi fondamentali andando a penalizzare i più deboli, sull’importanza di continuare a garantire il sostegno alle famiglie e alla dignità della vita. Come cittadini e come amministratori pubblici – aggiunge il sindaco – abbiamo apprezzato il suo appello ad attivare la passione per contrastare gli effetti della crisi, a mettersi in gioco per far sì che i valori diventino scelte concrete, capaci di rispondere ai bisogni delle persone”.

Ricordando la prima lettera pastorale dell’arcivescovo, dedicata al tema dell’educazione, il sindaco Muzzarelli, inoltre, sottolinea “l’importanza della scelta di aver iniziato un percorso pastorale proprio da uno degli elementi di fondo di una comunità con un’attenzione rivolta alle giovani generazioni e al futuro in una città che, come lo stesso monsignor Lanfranchi sosteneva, possiede una patrimonio sociale ricco di esperienze e di cultura della partecipazione. Ma anche una grande capacità di dialogo e di collaborazione, nella giusta e necessaria distinzione delle funzioni, tra la Chiesa e la comunità civile”.

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“Non solo la Chiesa modenese ma la Città intera è resa orfana dalla scomparsa del nostro vescovo che è sempre stato per la comunità un punto di riferimento saldo e importante”. Così la presidente del Consiglio comunale di Modena Francesca Maletti esprime il cordoglio personale e di tutti i gruppi consiliari per la scomparsa dell’arcivescovo di Modena e Nonantola, monsignor Antonio Lanfranchi.

“Già durante l’ultimo anno, quando la malattia lo ha tenuto spesso lontano dalle attività pubbliche – continua Maletti – abbiamo sentito la mancanza dei suoi messaggi pieni di speranza e improntati alla coesione sociale, delle lettere aperte alla città ispirate a una visione non solo spirituale, ma concreta e fattiva della vita quotidiana e dei rapporti tra le persone. Come abbiamo sentito la mancanza della sua presenza in occasione delle celebrazioni per il Santo Patrono, una festività in grado di unire tutti i cittadini modenesi, religiosi e non, attorno ai valori tradizionali della nostra comunità. Tra gli insegnamenti che ci lascia, la sollecitazione a un impegno sociale e politico, in particolare verso gli ultimi e i più deboli, un impegno preannunciato fin dal primo saluto alla città con la citazione della lettera “a Diogneto”, che ha mantenuto nel corso degli anni non facendo mai mancare il sostegno alle iniziative dedicate a questi temi, con la discrezione e la sobrietà che lo hanno contraddistinto”.

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Confagricoltura Modena si unisce al cordoglio di tutta la città per la morte di mons. Antonio Lanfranchi. “Ho appreso con dolore la notizia della morte di mons. Lanfranchi – commenta la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi – e a nome di Confagricoltura Modena esprimo il cordoglio di tutti gli agricoltori. In un momento di crisi della nostra comunità, mons. Lanfranchi rappresentava una figura importante. Ricordo ancora l’ultima volta in cui ci siamo incontrati, in occasione della Giornata del Ringraziamento di novembre. Quel giorno, nonostante la malattia, il vescovo Antonio ha voluto essere presente, testimoniando ancora una volta quanto tenesse al mondo dell’agricoltura, un mondo che conosceva e che amava”.

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Il vescovo Massimo Camisasca, raggiunto dalla notizia della scomparsa di monsignor Antonio Lanfranchi, suo Metropolita, giunta improvvisamente ma purtroppo da lungo tempo temuta, si è raccolto in preghiera chiedendo al Signore di comprendere almeno qualcosa dei Suoi misteriosi disegni.

Affida alla luce del Signore l’anima buona e fedele di questo vescovo, così accogliente e pronto a riconoscere il bene ovunque si manifestasse.

La Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, ricordando l’opera appassionata di monsignor Lanfranchi per la beatificazione di Rolando Rivi, unisce la sua preghiera a quella della Chiesa sorella di Modena-Nonantola implorando dal Signore un degno successore sulla cattedra di san Geminiano.

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“Ci stringiamo al dolore della comunità diocesana di Modena-Nonantola per la scomparsa dell’arcivescovo, mons. Antonio Lanfranchi. Con la scomparsa di mons. Lanfranchi siamo tutti un po’ più poveri, ci mancheranno la sua capacità di mettersi in dialogo con tutti e la sua grande umanità”.

Il presidente Erio Luigi Munari e il segretario Lapam Confartigianato, Carlo Alberto Rossi, esprimono le condoglianze per la morte del vescovo Antonio. “Lo ricordiamo con grande affetto e, in particolare, ricordiamo la grande sensibilità nei confronti del mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Al nostro congresso si mise subito in sintonia con gli imprenditori presenti, mettendo al centro la capacità dell’uomo di partecipare alla creazione. Mons. Lanfranchi ha saputo offrire alla nostra realtà un contributo originale. Con lui – concludono Munari e Rossi – se ne va un grande protagonista di questi anni”.

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Anche la cooperazione modenese è in lutto per la scomparsa dell’Arcivescovo di Modena-Nonantola mons. Antonio Lanfranchi. «Al nostro congresso provinciale di tre anni mons. Lanfranchi esortò le cooperative a essere “laboratorio di speranza” – ricorda Gaetano De Vinco, presidente di Confcooperative e dell’Alleanza delle Cooperative Italiane di Modena – Ci spronò a essere coerenti con la nostra vocazione di imprese-comunità solidali che pongono sempre al centro la persona e la sua dignità. Siamo grati a mons. Lanfranchi non solo per l’attenzione dedicata alla cooperazione, ma soprattutto – conclude De Vinco – per essere stato un punto di riferimento prezioso sia per la Chiesa che per l’intera società modenese».

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I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Carlo Galli, Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra, Edoardo Patriarca, Giuditta Pini, Matteo Richetti e Stefano Vaccari esprimono cordoglio per la morte dell’arcivescovo di Modena e Nonantola monsignor Antonio Lanfranchi: «Ricordiamo con affetto le occasioni in cui abbiamo incontrato monsignor Lanfranchi, un uomo buono, che sapeva comunicare serenità e rigore. Provenendo dalla vicina Parma, aveva saputo comprendere da subito i modenesi e con loro era entrato in sintonia. Abbiamo particolarmente apprezzato la sua costante attenzione alle tematiche educative e in generale l’attenzione rivolta al mondo dei giovani. La malattia lo ha fermato nel suo percorso pastorale, ma anche nell’affrontare una prova così dolorosa ha saputo essere di esempio. Esprimiamo le nostre condoglianze ai parenti e ai collaboratori di monsignor Lanfranchi e a tutta la comunità della Diocesi di Modena e Nonantola”.

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“La nostra provincia perde oggi un uomo, prima ancora che una giuda spirituale, di grande umanità, sensibilità e di una forza impareggiabile”.

Il Sindaco di Sassuolo Claudio Pistoni, in questo modo, ricorda la figura di Mons. Antonio Lanfranchi, Vescovo di Modena deceduto questa mattina.

“Una forza – prosegue il Sindaco – che si è resa ancor più evidente nel corso della terribile malattia che lo ha colto lo scorso anno: nonostante le difficoltà ha sempre avuto una parola di conforto per tutti, interessandosi sempre della propria Diocesi.

A tutti gli amici, alla famiglia, ai fedeli e a quanti come me hanno avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, di collaborare con lui in tantissime occasioni, vanno le più sentite condoglianze”.

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Confesercenti Modena esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Monsignor Antonio Lanfranchi.

“Ne ricordiamo il magistero, la dignità e la semplicità di vita nell’interpretare la sua missione secondo lo spirito dei tempi. Come non dimentichiamo il sostegno e l’impegno nei confronti dei temi del lavoro e l’attenzione particolare riservata in più di un’occasione anche alle categorie imprenditoriali rappresentate dalla nostra Associazione”.

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I volontari, gli amici, tutte le persone che si rivolgono al Centro di Accoglienza diocesano, gli operatori di Porta Aperta, si uniscono esprimendo il proprio cordoglio per la scomparsa di Mons. Antonio Lanfranchi. In queste settimane tutti noi abbiamo cercato di coltivare la speranza della guarigione, alimentandola con la preghiera, ma la volontà del Padre era quella di riportare il Pastore della Chiesa di Modena a sé.

Il modo e i tempi con cui Mons. Lanfranchi ha guidato la Chiesa cattolica di Modena, ne fanno una figura che ricorderemo in maniera del tutto particolare. Un uomo di Dio che potremmo definire ‘dolce’ e ‘profondo’.

 

Dolce per la sua sensibilità e delicatezza fin nei rapporti interpersonali, mai un accenno prevaricatore, mai una forzatura; uomo che cercava di farsi riconoscere per la sua autorevolezza, non tanto per il ruolo che rivestiva. La pazienza di chi sa attendere che le cose arrivino al loro compimento. Anche al rientro dopo il primo lunghissimo ricovero, pareva quasi scusarsi per il disturbo arrecato.

Profondo nel magistero che in questi, ahinoi, pochi anni che ha guidato le nostre comunità, ci ha offerto con pensieri e riflessioni mai banali, ma che cercavano sempre di andare alla sostanza delle realtà e delle problematiche, alla loro complessità, offrendoci una lettura illuminata dalla luce derivante dall’insegnamento Evangelico.

Mons. Lanfranchi, lo ricorderemo uomo di Chiesa, che ci ha mostrato la dolcezza e la profondità della fede.

Lo ricordiamo in particolare vicino ai poveri, al centro di accoglienza e a Porta Aperta. In occasione delle celebrazioni eucaristiche a San Cataldo, l’ultima lo scorso dicembre 2014, allorquando ci aveva incoraggiato a continuare nel servizio agli ultimi. Oppure al convegno per il 40° della Caritas diocesana ad un anno dalla scomparsa di don Adriano Fornari il primo direttore della Caritas.

Ci stringiamo nella preghiera insieme a tutta la Chiesa di Modena, siamo vicini ai famigliari a cui esprimiamo il nostro sentito cordoglio.

A nome dell’Associazione di Volontariato Porta Aperta, Il consiglio direttivo

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Lanfranchi. Ecco di seguito il testo del messaggio di condoglianze inviato alla Curia:“La scomparsa di Mons. Lanfranchi ci addolora profondamente. La comunità modenese perde una figura di grande umanità, un riferimento sicuro per tutti coloro, credenti e non credenti, che in questi anni hanno seguito la strada del dialogo e della tolleranza. Alla famiglia e alla Chiesa modenese esprimo il mio personale cordoglio e quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che sempre ha trovato in Mons. Lanfranchi un interlocutore attento e sensibile alle vicende della città”.

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L’Amministrazione comunale, a nome di tutta la comunità formiginese, si stringe nella preghiera all’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, per la prematura scomparsa di Sua Eccellenza Mons. Antonio Lanfranchi.

“Una tristezza e un senso di perdita profonda – così il Sindaco Maria Costi nel suo messaggio di condoglianze – Il ricordo è legato ad un uomo e ad un religioso totalmente al servizio della comunità, di estrema franchezza e semplicità, sempre dentro i problemi della realtà quotidiana, come ha dimostrato anche nelle sue visite alla comunità religiosa di Formigine. Un Vescovo in mezzo alla gente, che ha sempre offerto una grande lezione di serenità, anche nei lunghi giorni della malattia, e uno straordinario esempio di fede”.

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“Voglio esprimere ai familiari, alla curia di Modena e alla parrocchia di Finale Emilia, il cordoglio dell’amministrazione e di tutta la città per la scomparsa di monsignor Antonio Lanfranchi. Il nostro vescovo – dice il sindaco di Finale Emilia, Fernando Ferioli – ci è stato molto vicino, materialmente e spiritualmente, dopo il tragico terremoto di maggio 2012. Ricordo con grande commozione la celebrazione della prima messa dopo il terremoto nella tenda allestita nel parco del Seminario e della prima funzione religiosa proprio nella chiesa del Seminario, la prima a essere riaperta in tutta l’area colpita dal sisma”.

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Monsignor  Antonio Lanfranchi  è stato un pastore esemplare quando tutte   le sue energie  erano dedicate alla cura dell’Arcidiocesi, un maestro di vita  per il coraggio e la dignità con il quale ha affrontato la malattia.

Monsignor  Antonio Lanfranchi  rimarrà nella memoria dei credenti e dei non credenti come uno dei grandi Arcivescovi che hanno nobilitato la storia dell’Arcidiocesi di Modena – Nonantola.

Sen. Carlo Giovanardi

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“La città perde una figura di riferimento importante – afferma Luca Ghelfi – Mons. Antonio Lanfranchi in questi anni è stato una guida amorevole per la comunità cattolica, e fonte di riflessione per tutta la comunità modenese, che oggi si stringe attorno al suo Pastore, richiamato dal Padre. Abbiamo apprezzato in questi mesi il coraggio, nella malattia, e la riservatezza con la quale ha gestito la sua condizione, continuando a rivestire il suo ruolo. Sorridente, e paterno, mancherà il suo volto nelle situazioni ufficiali. Le mie più sentite condoglianze alla famiglia di Monsignor Lanfranchi”.

Luca Ghelfi

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L’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge esprime il proprio cordoglio per la morte di monsignor Antonio Lanfranchi: «Esprimo tutto il mio cordoglio per la morte di monsignor Antonio Lanfranchi, arcivescovo di Modena  e Nonantola. Un pastore sempre attento ai bisogni profondi della città, ancorandola in modo appassionato a valori di coesione sociale e solidarietà, con un’attenzione privilegiata verso gli emarginati e gli ultimi. Monsignor Lanfranchi è stato un importante punto di riferimento per i giovani».

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La diffusa preoccupazione che si avvertiva da mesi nella Comunità modenese per le condizioni di salute di S.E. Mons. Antonio Lanfranchi, Arcivescovo-Abate di Modena-Nonantola, si è trasformata in un doloroso epilogo.

Il compianto Presule è stato vinto dal male inesorabile e ci ha lasciati accompagnato dalla fervida preghiera dei tanti ai quali mancherà la Sua parola costruttiva e sapiente, il Suo percorso sacerdotale ed episcopale di autentica carità.

È stato il Vescovo indissolubilmente legato alla Sua Chiesa di Modena-Nonantola, ai Suoi presbiteri, al popolo di Dio, per essere Suo pastore e servo.

Attingeva ripetutamente alla vita di San Geminiano per cercare, nella Sua testimonianza, i percorsi del nostro tempo e la direzione per il perseguimento del bene comune.

I messaggi alla Città di Modena nella ricorrenza della festa del Patrono costituiscono una lucida lettura delle difficoltà che serpeggiano nella società e soprattutto una sollecitazione per fornire la risposta di Cristo anche a coloro che vivono fuori o lontano dalla Fede.

Un Vescovo che ha saputo leggere “i segni dei tempi” come diceva Paolo VI, di venerata memoria, ma anche il Vescovo che ha avuto ben salda la consapevolezza di essere dentro una società che affronta nuove sfide e chiede rinnovate risposte.

Una Chiesa cioè capace di farsi carico delle fragilità degli uomini.

E Mons. Lanfranchi non si è mai risparmiato per rafforzare la speranza nei cittadini sfiduciati dalle ripetute calamità che hanno segnato i territori di questa provincia.

I Suoi sforzi e la Sua presenza in quelle aree martoriate hanno rappresentato il simbolo della rinascita.

In tutti noi resterà il Suo ricordo indelebile.

Il Prefetto di Modena, Michele di Bari

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L’Associazione Servizi per il Volontariato di Modena esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Mons.Antonio Lanfranchi.

Ci uniamo nella preghiera insieme a tutta la Chiesa di Modena.

Il Vescovo è stato una guida etica e di grande valore per tutti i modenesi e per tante organizzazioni di volontariato della provincia di Modena, ha sempre fatto sentire la sua vicinanza a chi si prende cura dei più deboli.

In tante occasioni si è fatto prossimo e ha mostrato un volto di tenerezza verso tante persone in difficoltà.

Resterà nel cuore di tanti volontari come un esempio di grande generosità e umanità.

 

Associazione Servizi Volontariato di Modena
Il Consiglio Direttivo insieme agli operatori del CSV

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“Modena ha perso prematuramente il suo vescovo. Ai modenesi resta però la forza della sua testimonianza di fede e di vita, come pastore della Chiesa e come uomo profondamente calato nella realtà sociale di questi tempi difficili e di questa città”. Lo afferma il vicesindaco di Modena, assessore a Scuola e Cultura, Gianpietro Cavazza, unendosi al cordoglio per la scomparsa dell’Arcivescovo di Modena e Nonantola monsignor Antonio Lanfranchi.

“Dal pastore Lanfranchi – continua Cavazza – vorremo accogliere innanzitutto la ‘sfida educativa’, che con i suoi toni pacati ma incisivi, ha lanciato alla nostra comunità perché ‘l’educazione di fatto coincide con la vita, ne investe tutti gli ambiti, tutte le dimensioni e tutte le età’; un educazione che anche noi riteniamo ‘passi attraverso le relazioni’ e di cui l’intera comunità deve farsi carico. Ma – continua il vicesindaco – restano dei capisaldi anche il richiamo alla sobrietà e alla solidarietà, di cui mai come ora la nostra città ha bisogno per far fronte ai cambiamenti in atto, a una società che evolve, che è economicamente più povera e che pertanto deve essere in grado di ripensarsi”.