Cancilla-DonnarummaIl governo sbaglia a tagliare i trasferimenti agli enti locali, ma questo non giustifica l’aumento della pressione fiscale decisa da alcuni Comuni del distretto ceramico. Lo affermano i sindacati Cgil e Cisl di Sassuolo al termine degli incontri con gli amministratori locali sui bilanci comunali 2015. «La crisi economica che ancora attanaglia il nostro distretto impone di aiutare le famiglie ampliando le misure di sostegno al reddito – dichiarano Franco Cancilla e Daniele Donnarumma, responsabili rispettivamente di Cgil e Cisl della zona di Sassuolo – Avevamo chiesto ai Comuni del distretto ceramico di compiere ogni sforzo per garantire l’invarianza della pressione fiscale e tariffaria, in modo da non peggiorare le difficoltà di tante famiglie a rischio povertà causa la perdita del lavoro o l’ingresso in cassa integrazione o mobilità. Purtroppo gli enti locali hanno deciso diversamente e aumentato le addizionali Irpef». Cgil e Cisl auspicano almeno che, a seguito del “Patto Città distretto” firmato a febbraio, il 2015 sia l’anno decisivo per far decollare il progetto dell’Unione dei Comuni, razionalizzare le risorse economiche e gestire in forma distrettuale i servizi e l’Isee (metodo di calcolo dei tributi locali basato sul reddito familiare). «Anche la lotta all’evasione fiscale che, come hanno dimostrato i Comuni di Maranello e Formigine, può produrre ottimi risultati, deve essere condotta a livello distrettuale in modo da recuperare risorse economiche da reinvestire nel territorio», aggiungono Cancilla e Donnarumma, che sollecitano l’Unione dei Comuni a mettere in campo tutte le azioni unitarie previste nel “Patto città distretto” per fronteggiare la crisi in ottica distrettuale. «Bisogna aprire un tavolo unico per ragionare di giovani e mercato del lavoro, formazione professionale e politiche industriali in grado di rilanciare il nostro distretto. Inoltre – concludono i responsabili di Cgil e Cisl di Sassuolo – chiediamo un confronto sui problemi della popolazione anziana, dall’assistenza domiciliare agli assegni di cura».