alluvione-bastigliaUno strumento in più per ridurre il rischio di alluvioni e mitigarne gli effetti, ma anche per valorizzare la ricchezza, ambientale ed economica, dei fiumi.

Sono le “Linee guida per la riqualificazione integrata dei corsi d’acqua naturali dell’Emilia-Romagna”, messe a punto con la collaborazione del Centro italiano di riqualificazione fluviale e approvate dalla Giunta regionale, a conclusione di un percorso intrapreso con tutti i gestori dei corsi d’acqua della regione.
“Con questo documento – afferma l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo – aggiungiamo un altro importante tassello nelle azioni di politica ambientale per rendere più sicuro e fruibile il nostro territorio. Siamo la prima Regione in Italia a mettere a punto Linee guida specifiche sui corsi fluviali finalizzate alla mitigazione del rischio idrogeologico, al miglioramento delle acque, alla tutela e al recupero degli ecosistemi. Se un fiume è più sicuro e le sue acque sono di qualità migliore – aggiunge Gazzolo – sarà anche più facile che i cittadini possano fruirne e che sul posto nascano attività economiche”.
Le Linee guida disegnano un insieme di metodi e indirizzi concreti per la gestione dei fiumi; una gestione “integrata” perché non mira solamente a ridurre il rischio di alluvione, ma a migliorare la qualità delle acque, lo stato ecologico e la biodiversità, senza trascurare la possibile attrattività economica. D’ora in avanti il documento rappresenterà a livello regionale lo strumento di riferimento omogeneo e prioritario per la gestione dei corsi d’acqua naturali e in particolare per l’attuazione del decreto legge “Sblocca Italia”, che stabilisce che a questo tipo di interventi integrati in ciascun Accordo di programma sia destinata una percentuale minima del 20% delle risorse.

“Ridare spazio ai fiumi cercando di restituire le caratteristiche di naturalità che nel tempo hanno perduto: questo il principio innovativo su cui poggiano le Linee guida – sottolinea l’assessore -. L’idea di base non è più quella di come difendersi dal fiume, ma di restituire spazio al fiume. Ciò significa capire, per esempio, dove si possono spostare indietro gli argini o  sostituire le briglie con rampe di massi, per ridare ai corsi d’acqua maggiore naturalità. La Regione – conclude Gazzolo – ha appena aderito alla Carta nazionale dei contratti di fiume, che stabilisce regole condivise tra i diversi livelli di governo per prevenire il deterioramento delle acque, tutelare e valorizzare il paesaggio. Con queste Linee guida facciamo un altro passo in avanti per rispondere alle esigenze del territorio e dei cittadini”.