medicina-computerNessun allarmismo. La Conferenza territoriale socio sanitaria si è fatta portavoce di un problema sollevato all’interno delle aziende sanitarie modenesi e che potrebbe avere ripercussioni sulla qualità dell’assistenza, quindi sulla salute dei cittadini.

Ciò che preoccupa le istituzioni e gli operatori sono le ricadute concrete per operatori e utenti di fronte al provvedimento che dal 22 febbraio impedisce ai professionisti sanitari di ciascuna delle tre Aziende sanitarie del territorio (Azienda Usl di Modena, Policlinico e Ospedale di Sassuolo) di visualizzare i dati sanitari dei propri pazienti prodotti presso gli altri due enti, considerandoli realtà completamente differenti e non un unico sistema sanitario che eroga prestazioni a tutta la popolazione del territorio provinciale.

La questione si pone, infatti, in particolare per quelle realtà, come quella modenese, dove insistono aziende ospedaliere che, investendo nel tempo, hanno realizzato repository integrati, e che, secondo il provvedimento, vengono considerate “enti diversi”; tra questi non è più possibile la condivisione dei dossier sanitari che debbono far riferimento ad un unico “ente”.

L’elevato livello di eccellenza raggiunto dalla sanità modenese a livello dell’integrazione dei dati clinici dei pazienti rischia di venire vanificato, perché per la legge l’unico strumento di visualizzazione condivisa del dato clinico risulterebbe essere il Fascicolo sanitario elettronico che ad oggi, anche a livello nazionale, è stato attivato solo da una piccola minoranza di cittadini.

Dunque il problema esiste e richiede una soluzione che, nel rispetto del diritto alla privacy, consenta ai medici delle aziende sanitarie del territorio provinciale di accedere ai dati clinici dei pazienti per poterli curare e seguire nel migliore dei modi, disponendo di tutte le informazioni necessarie a garantire la più completa, efficace e tempestiva assistenza sanitaria.

Senza mettere in discussione la necessità di fare chiarezza sul corretto utilizzo dei dati sanitari, la Ctss è intervenuta nell’ambito delle proprie prerogative, per sollecitare una soluzione condivisa e tempestiva.