Sabato 25 giugno 2016 a Bari, una folta delegazione di lavoratrici e lavoratori dell’agricoltura e dirigenti sindacali di Flai, Fai e Uila, parteciperanno alla Manifestazione Nazionale per rivendicare l’approvazione della legge contro il caporalato a quasi un anno dai tragici eventi di sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, in cui è avvenuta anche la morte di una lavoratrice.
Quei tragici eventi di sfruttamento nei campi, che abbiamo notato negli anni passati anche nel nostro territorio dell’Emilia Romagna, seppur di minore violenza, meritavano un Decreto Legge d’urgenza come è stato fatto dal Governo Renzi in tante altre occasioni.
Tragici eventi che si ripetono con ciclica regolarità, con l’avvicinarsi dell’estate, che si annuncia climaticamente torrida, e durante le campagne di raccolta. In Parlamento giace un Disegno di Legge che, difficilmente, verrà approvato in tempo utile per contrastare questa secolare piaga che affligge il nostro sistema agricolo.
Non se ne comprende tutta questa lentezza nell’approvare una Legge che, pur debole sotto certi aspetti, potrebbe essere utile anche per colpire chi utilizza i lavoratori organizzati e sfruttati dai caporali.
La manifestazione è stata anche indetta per sollecitare le associazioni datoriali agricole a chiudere, presto e bene, i contratti provinciali agricoli, scaduti a dicembre 2015. Da evidenziare che, per il settore agricolo, il contratto provinciale, è parte fondamentale del contratto nazionale e, oltre ad intervenire sulla parte normativa, ne regola anche il potere di acquisto delle retribuzioni.
Un rinnovo contrattuale che interessa, in Emilia Romagna, oltre 70.000 lavoratrici e lavoratori, di cui solo il 30% svolge più di 150 giornate di lavoro annuali e poche migliaia sono a Tempo indeterminato.
Le tariffe retributive in agricoltura sono assai modeste, quindi la celerità del rinnovo contrattuale è anch’esso fattore importante per salvaguardare il potere di acquisto delle retribuzioni. Anche i contratti provinciali, come quelli nazionali, possono essere strumento di regolazione per contrastare i tanti e troppi fenomeni di illegalità presenti nelle filiere agricole.
Anche con il rinnovo dei contratti di lavoro si salvaguardia il made in italy, specialmente in un contesto economico favorito anche da una legge di stabilità la “più agricola che ci sia mai stata”, come ha più volte affermato il Ministro Martina e il Presidente del Consiglio Renzi.