Bullismo-femminileSono 381mila e rappresentano l’8,5% del totale della popolazione regionale: sono gli adolescenti (tra gli 11 e i 19 anni d’età) che vivono in Emilia-Romagna. Per il 51,7% sono maschi, per il 48,3% femmine; per il 13% sono stranieri. Numeri al centro del convegno “1000 giorni di Progetto Adolescenza”, che si è svolto oggi in Regione e al quale ha partecipato, tra gli altri, la vicepresidente della Regione-Emilia e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini. A tre anni dall’approvazione delle Linee guida sulla promozione del be­nessere e la prevenzione del rischio in adolescenza previste dal “Progetto adolescenza”, la Regione fa una prima valutazione sullo stato di attuazione del progetto stesso e costruisce un profilo degli adolescenti che vivono sul territorio regionale.

“La mappa degli adolescenti dell’Emilia Romagna ci racconta cose molto importanti: sta aumentando la dispersione scolastica, il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Ma sta anche crescendo la conflittualità familiare che si ripercuote direttamente sui minori e c’è bisogno di maggiore integrazione- sottolinea Gualmini-.Dall’altro lato, osserviamo anche segnali molto positivi come la maggiore voglia di impegnarsi nel servizio civile e nelle iniziative di solidarietà. Come Regione- prosegue- vorremmo da un lato aiutare e sostenere, seppure con i vincoli nell’ambito dei quali dobbiamo muoverci, il variegato mondo delle associazioni, degli oratori e delle diverse realtà pubbliche e private che lavorano a favore dell’adolescenza. Dall’altro, rivedere il quadro delle norme regionali entro cui si sviluppano le politiche per le giovani generazioni in modo da creare un ambiente il più possibile semplice e accogliente per chi vuole operare nel settore”.

Durante il convegno sono stati presentati due diversi documenti: il rapporto di monitoraggio sul Progetto adolescenza, finalizzato a sviluppare interventi di promozione e prevenzione nei vari contesti di vita degli adolescenti, in continuità, ove necessario, con i percorsi di cura, e uno studio della popolazione adolescenziale emiliano- romagnola.

La ricerca sugli adolescenti individua i loro bisogni e le loro risorse nella dimensione della salute, delle relazioni sociali, dell’affettività e sessualità, dell’apprendimento, della partecipazione, dello sviluppo, dell’autonomia e della gestione del tempo libero, delle condizioni e delle relazioni familiari. Scopo dello studio è supportare azioni integrate e coordinate per il sostegno alle politiche a favore dell’adolescenza. Si tratta, in altri termini, di promuovere la programmazione dei servizi in modo puntuale e mirato grazie a una sorta di contabilità sociale della popolazione adolescenziale presente nella realtà regionale.

Gli adolescenti in Emilia-Romagna.

Sono 118.747 i ragazzi e le ragazze che nell’anno scolastico 2015/2016 hanno frequentato in Emilia-Romagna la scuola secondaria di I^ grado, 183.179 le scuole secondarie di II° grado: il tasso di scolarità si attesta su una media regionale del 95,9%.

Vita sociale e partecipazione.

Gli adolescenti emiliano-romagnoli apprezzano il valore dell’amicizia, soprattutto verso i 15 anni. L’83% dichiara di poter contare sugli amici e di potersi confrontare anche sulle cose più intime. L’11% delle ragazze e il 10% dei ragazzi fanno attività di volontariato. Entrambi preferiscono farlo con gruppi organizzati. Dal 2004 al 2016 sono 15.400 ragazzi hanno partecipato all’esperienza del Servizio civile.

Adolescenti e alimentazione.

Solo il 17% consuma frutta e verdura a sufficienza. I ragazzi in carica al sistema sanitario nazionale per disturbi alimentari (DCA) risultano 219 nel 2014, comunque raddoppiati rispetto al 2012.

Consumo di farmaci e le dipendenze patologiche.

Il 45% degli adolescenti assume farmaci, spesso auto-prescritti, almeno una volta alla settimana. Il 13% delle ragazze e il 6% dei ragazzi assume psicofarmaci non prescritti. Sono 404 i minori in carico ai Servizi per le dipendenze patologiche legate al consumo di sostanze stupefacenti. Tra le dipendenze patologiche rientra anche il gioco d’azzardo: aumenta soprattutto la percentuale di rischio tra i quindicenni maschi (4,4%), 0,9% nelle femmine.

Bullismo e cyberbullismo.

Il 20% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni ha subito episodi di bullismo. Il 35% delle ragazze e il 22% dei ragazzi dichiara: “Qualcuno ha raccontato cose spiacevoli sul mio conto”; il 34% delle femmine e il 28% dei maschi segnala che “Qualcuno mi ha detto cose spiacevoli”.