Sant-AgostinoIl percorso di approfondimento del progetto del Polo culturale Sant’Agostino, Palazzo dei Musei, Ospedale Estense sviluppato dal Consiglio comunale di Modena negli ultimi mesi, sulla base di una proposta del Pd approvata all’unanimità, ha permesso di ampliare le conoscenze su potenzialità e prospettive dell’iniziativa e ora il Consiglio ritiene sia necessario avviare la Conferenza dei servizi dando mandato al sindaco e alla giunta di concordare con il ministero dei Beni culturali e la Fondazione Cassa di risparmio di Modena le soluzioni tecniche, progettuali e finanziarie. E’ il senso dell’ordine del giorno sempre proposto dal Pd (votato anche da Sel, Fas-Sinistra italiana e Per me Modena; astensione di Movimento 5 Stelle, FI e Idea Popolo e libertà) che, illustrato in aula dalla capogruppo Grazia Baracchi, indica anche puntualmente gli indirizzi che la progettazione dovrà seguire, ricordando l’integrazione con il progetto “Ducato Estense” del ministero (la firma è prevista a Roma per il 13 dicembre).

Prima di tutto si dovrà realizzare l’ampliamento e la valorizzazione “dei principali istituti culturali della città e del loro patrimonio, anche con il ricorso sistematico alle opportunità dell’Ict”, poi si prevede la “creazione di un Polo integrato di promozione e fruizione della cultura storico museale e dell’immagine di rango nazionale e internazionale, imperniato sulla Galleria Nazionale Estense, sulla Biblioteca Estense, sul Polo dell’Immagine Contemporanea (al cui interno deve anche emergere il Centro Multimediale della figurina e del Fumetto), un Polo integrato in grado di emergere per la qualità, la varietà e l’originalità dell’offerta, nonché per la bellezza e l’accoglienza dei luoghi”. Nel contesto del Polo, che prevede anche la realizzazione di un Laboratorio di Formazione innovativa che “presterà attenzione all’integrazione con le altre attività (in particolare, digitalizzazione e conservazione di libri, oltre ad “attività multidisciplinari ed esperenziali”) ci si aspetta il “pieno dispiegamento delle potenzialità dei Musei civici, dell’Archivio storico e della Biblioteca Poletti” in una “sinergia di azioni fra gli istituti del Polo, con particolare riguardo a programmazione, marketing e servizi”. Tra gli obiettivi anche “il recupero e la riqualificazione di un comparto chiave del centro storico e dell’identità cittadina: Sant’Agostino dedicato alla cultura contemporanea e alla innovazione; Palazzo dei Musei-Estense dedicato alla museografia e alla storia;  riqualificazione della Piazza”.

Il Consiglio quindi chiede alla Giunta di “proseguire l’approfondimento e l’implementazione del progetto culturale, in relazione al ruolo e ai programmi dei singoli istituti, con il concorso del Consiglio Comunale e nel rispetto dell’autonomia dei vari protagonisti” e allo stesso tempo di proseguire l’approfondimento dei temi relativi alla gestione delle strutture, al contenimento dei costi e alla efficiente organizzazione dei servizi e  prevedere una restituzione al Consiglio Comunale, secondo la normativa vigente”. Tra le richieste anche quelle di tenere informato il Consiglio sui tempi di realizzazione del progetto, di continuare la ricerca di finanziamenti nazionali ed europei a sostegno degli investimenti e della gestione, di definire “un accordo con l’Azienda sanitaria per quanto di competenza” in relazione all’utilizzo degli spazi nell’ex Ospedale Estense.

Con altrettanti emendamenti, il Pd, in alcuni casi insieme a Sel e Fas-Sinistra italiana, ha inserito nel documento anche la richiesta di valutare l’opportunità di “promuovere la collaborazione di persone fisiche e enti privati allo sviluppo del Polo Culturale S. Agostino – Estense attraverso il lascito (e il comodato) di contributi artistici o economici o patrimoniali, previa attenta considerazione della loro coerenza con il progetto d’insieme e la definizione di rigorosi criteri di valutazione e di protocolli di gestione”, così come di prestare “la massima attenzione agli organici e alla formazione professionale del personale, per valorizzare le risorse umane indispensabili al pieno successo del progetto, sia per quanto attiene al personale dell’Ente che al personale degli altri soggetti pubblici e privati coinvolti”. Tra le richieste anche quella di “studiare, d’intesa con Il Ministero e la Fondazione, un piano di fattibilità per il coinvolgimento e la formazione di giovani esperti nelle attività di inventariato, catalogazione e restauro del patrimonio” e di “valutare, in parallelo con l’avanzamento del progetto la situazione e la sistemazione dei depositi culturali, documentali e d’archivio del Comune”.

E’ stato approvato anche l’emendamento proposto da Per me Modena e illustrato da Marco Chincarini (voto a favore pure di Pd, Sel, Fas-Sinistra italiana e M5s, astenuti FI e Idea Popolo e libertà) che per  l’approfondimento e l’implementazione del progetto culturale chiede di avvalersi di “tutte le opportune competenze interne ed esterne agli istituti coinvolti”.

 

SINDACO: “UN DECISO PASSO AVANTI”

Con l’approvazione dell’ordine del giorno facciamo “un deciso passo avanti nel percorso di realizzazione di un progetto cruciale per la Modena di domani”. Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo nel dibattito in Consiglio comunale sull’avvio del Polo culturale Sant’Agostino, Palazzo dei Musei, Ospedale Estense. “Di strada da fare – ha aggiunto Muzzarelli – ce n’è ancora, e la faremo insieme al Consiglio e dialogando con la città, ma camminando in avanti e non tornando continuamente sui nostri passi e alla casella di partenza. Da domani i tecnici saranno al lavoro per la convocazione, da gennaio, della Conferenza dei servizi”.

Per il sindaco, infatti, non è accettabile che, in un progetto partito nel 2007, si continuino a cercare “i più svariati motivi per rinviare, allungare e parlare d’altro, cancellando come se niente fosse quanto è stato fatto e detto fin qui”. Muzzarelli ha quindi ricordato le critiche principali presenti a inizio mandato (dalle torri librarie allo spostamento delle biblioteche, dalla digitalizzazione all’assenza di un disegno comprensivo delle altre istituzioni culturali cittadine, fino alla mancanza di progetti sul Palazzo dei Musei e sull’ex Ospedale Estense) e ha affermato: “Abbiamo aperto su tutto. Abbiamo inserito nel programma tutto il comparto di edifici monumentali e storici che gravitano su piazza Sant’Agostino; abbiamo incluso nel progetto culturale la Galleria Civica, il Museo della Figurina e i Musei Civici e il ricorso all’Ict; abbiamo discusso delle Biblioteche e la direttrice dell’Estense è venuta in questa sede a proporci una nuova e importante soluzione; abbiamo accettato di ridiscutere le torri librarie. Infine abbiamo riportato la discussione in Consiglio comunale, non solo per ragioni di procedura e per la partecipazione ma – ha sottolineato il sindaco – per confermare nei fatti che la direzione della politica cittadina e la regia della politica culturale, era, è e sarà del Comune, ma di un Comune che per svolgere davvero questo ruolo deve essere capace di rapportarsi in modo aperto e dialettico con altre istituzioni ed enti, come abbiamo fatto noi con il Ministero per il progetto Terre Estensi (la firma è prevista a Roma il 13 dicembre)”.

Ripercorrendo polemicamente i temi emersi dal dibattito (“finora dalle minoranze abbiamo sentito critiche tante, idee zero!”), Muzzarelli ha ribadito l’importanza della “riqualificazione di un intero comparto del centro storico: il recupero di edifici storici e monumentali e la loro destinazione a sede di istituti culturali rappresenta anche una operazione culturale”, mentre l’ordine del giorno “traccia un disegno di politica culturale: c’è un ragionamento sulla identità dei luoghi,  con il complesso Sant’Agostino dedicato alla cultura contemporanea e alla innovazione e il complesso Palazzo dei Musei- Estense alla museografia e alla storia”. Riepilogando, il sindaco ha evidenziato la priorità della riqualificazione della Biblioteca Nazionale Estense (“presenta criticità sempre meno giustificabili in termini di fruizione e conservazione del patrimonio”), il rilancio dei Musei civici e dell’Archivio Storico comunale, la nascita del Polo dell’Immagine Contemporanea, il Laboratorio di Formazione innovativa, l’obiettivo di risolvere strutturalmente il problema delle sale espositive, la proposta di ampliare la Biblioteca Delfini.

Rispetto al personale, Muzzarelli ha ricordato che non ci sarà una proporzione diretta fra aumento degli spazi e aumento delle esigenze, ma oltre a confermare l’attuale impegno economico ha ribadito che occorrerà ampliare gli appalti per l’apertura e il controllo degli spazi, mentre per il “turn over” bisognerà “continuare la battaglia contro i vincoli imposti da Roma, così come dovremo incalzare il Governo per assicurare alla Biblioteca Estense e alla Galleria Estense il personale adeguato ai nuovi obiettivi”.

Anche sui costi di gestione il sindaco ha ribadito che non ci sarà alcun “salto nel buio”, i costi “potranno certamente variare in relazione al tipo e alla mole di attività che si vorranno programmare, ma saranno alla portata della città di Modena”.

Muzzarelli ha concluso sottolineando che “investire sui luoghi e sui protagonisti della cultura è un impegno strategico che durerà anni, ma è un impegno ineludibile, perché la cultura è un motore di libertà e di crescita umana e civile, è un fattore sempre più decisivo di innovazione, sviluppo economico e crescita della vocazione turistica, è una leva fondamentale per l’identità della città futura”.

 

NO AI 5 STELLE SUI BENI CULTURALI

Nell’ambito del dibattito in Consiglio comunale sul progetto del Polo culturale Sant’Agostino, Palazzo dei Musei, Ospedale Estense, non è stato approvato l’ordine del giorno sul Piano per la valorizzazione dei beni culturali modenesi proposto dal Movimento 5 Stelle e illustrato con consigliere Marco Bortolotti. Ha votato contro il documento il Pd, a favore, oltre a M5s, anche Per me Modena, mentre si sono astenuti Fas – Sinistra italiana, Sel, FI e Idea Popolo e libertà

Le richieste della mozione erano due. La prima era di avviare un processo “che porti alla definizione di un progetto culturale per la città che possa essere chiaro e condiviso dalla cittadinanza; un progetto che delinei alcune linee guida, che disegni una prospettiva all’interno delle quali sia gli enti pubblici, sia le realtà private possano dare il proprio contributo in piena autonomia; una serie di indicazioni, dunque, non solo del cosa, ma anche del come: cioè di quali strumenti la cultura e la creatività modenesi potranno disporre; oggi, infatti, l’unico elemento chiaro, e neanche del tutto, è soltanto il dove”.

La seconda richiesta era l’organizzazione di “un ciclo di incontri con la partecipazione di un gruppo di Cittadini e Cittadine secondo uno schema simile a quello sperimentato con l’iniziativa 100 per Modena insieme a componenti del Consiglio e Giunta, per focalizzare quali siano le potenzialità della nostra città, raffrontarle alle più significative esperienze nazionali e internazionali, pervenendo infine alla definizione chiara, concreta, quanto più possibile condivisa, di un progetto culturale Modenese”.