«Smentisco con fermezza che sia stata decisa la chiusura definitiva del punto nascite dell’Ospedale Magati di Scandiano. Nessuno degli organismi istituzionali preposti a prendere decisioni sull’organizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari ha mai assunto formali decisioni in questa direzione. La chiusura di un mese a rotazione, nel periodo estivo, dei punti nascite di Montecchio, Castelnovo Monti e Scandiano, serve semplicemente a superare una fase di difficoltà nel reperimento di personale, aggravata nel periodo estivo e per qualche contingenza non prevedibile che ha colpito vari professionisti delle nostre strutture ospedaliere. L’Ausl stessa sono convinto confermerà questa decisione.

Sono consapevole delle difficoltà strutturali che caratterizzano i reparti di Ostetricia-Ginecologia, in primo luogo il difficile reperimento di ginecologi e il forte calo delle nascite. Non possiamo ignorare il grido di allarme che proviene dalla comunità scientifica e professionale. Prima viene la sicurezza di chi deve partorire, di chi nasce e anche di chi deve operare in questi reparti. La cronica mancanza di risorse umane, non per volontà ma perché difficilmente reperibili, indispensabili a garantire questo fattore e una buona qualità del servizio rappresenta certamente un problema da affrontare nei prossimi mesi. Ritengo necessario investire nelle risorse umane per poter sostenere adeguatamente i professionisti che lavorano nei reparti, e non più rinviabile investire anche su strutture fondamentali come il MIRE, per cui la comunità reggiana da tempo è impegnata. La Regione ha già fatto un passo avanti importante stanziando una parte delle risorse, occorre in tempi brevi raggiungere l’ammontare necessario per poter avviare i lavori di costruzione. Investire sulla sanità reggiana, come già fatto con il CORE, è un giusto riconoscimento a un territorio tra i più virtuosi a livello di qualità sanitaria e tra i più efficienti dal punto di vista organizzativo, con il più basso rapporto tra posti letto e popolazione. Un dato che non mi risulta sia stato ancora raggiunto da altre province dell’Emilia-Romagna. Per non parlare poi dell’Italia.

Ma la questione più rilevante di cui iniziare a discutere e sui cui assumere decisioni è il futuro degli ospedali del territorio, in particolar modo Montecchio, Castelnovo Monti e Scandiano. Rappresentano presìdi fondamentali per la vita delle nostre comunità, indispensabili. Occorre avviare la discussione per un nuovo Piano Attuativo Locale (PAL), una progettualità di lungo periodo che connoti queste strutture ospedaliere con funzioni qualificanti di livello provinciale in forte integrazione con il Santa Maria Nuova. Gli ospedali del territorio non devono trasformarsi in grandi poliambulatori ma hanno bisogno di specializzarsi, trasferendo dal Santa Maria Nuova attività che non necessariamente devono essere svolte nel capoluogo. Non ha senso avere sale chirurgiche stracolme al SMN e sottoutilizzate a 14 km. nelle strutture della provincia. Solo in questo modo troviamo nuove vocazioni per i nostri presìdi, costruiamo un sistema di qualità che vede al centro l’ospedale di Reggio, ben integrato con i presidi del territorio. Non è più rinviabile aprire un confronto e una discussione su questo, mi auguro che dopo la pausa estiva si possa iniziare a fare. Istituzioni, professionisti e cittadini in un percorso trasparente, democratico e partecipativo che metta al centro gli interessi delle nostre comunità. Partendo dal presupposto che gli ospedali del territorio, costruiti nel corso dei decenni anche grazie al lavoro di migliaia di cittadini e amministratori, hanno ancora una funzione fondamentale per la qualità della vita e non vanno depotenziati. Devono semplicemente trovare un nuovo ruolo in sinergia con il Santa Maria Nuova. Un ruolo che con il nuovo PAL dovremo insieme individuare nell’organismo deputato, la Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria».

Alessio Mammi, Sindaco di Scandiano