“Il violino di Auschwitz” è l’appuntamento santilariese dedicato al Giorno della Memoria che ricorda le vittime dei campi di sterminio nazisti. Una produzione del Teatro L’Attesa che ha riscosso lo scorso anno anni notevoli riscontri, in particolar modo negli incontri con le scuole. Non a caso anche a Sant’Ilario due saranno le repliche per la Secondaria “Da Vinci” e gli Istituti Superiori.

In scena Daniele Castellari, animatore del Teatro L’Attesa, e Piergiorgio Gallicani, noto attore del Teatro delle Briciole e conosciuto a Sant’Ilario quale volto della passata e apprezzata edizione di “La bellezza nelle religioni”. Ad accompagnarli con il violino Filippo Chieli, le cui performance spaziano dalla musica classica (Orchestra Toscanini) a quella popolare (“Desperanto Quartet”) e pop (“L’associazione”). Nello spettacolo sono poi inseriti video che ritraggono la produzione del Maestro liutaio Desiderio Quercetani della “Bottega di Parma”.
La connessione tra musica e campo di sterminio è tristemente nota. Basti pensare alla storia di Władysław Szpilman portata sullo schermo da Roman Polanski nel capolavoro “Il Pianista” del 2002. Le SS erano solite servirsi della musica per intrattenere soldati e carcerieri, “ravvivare” la vita del campo e umiliare gli internati. Il santilariese Pietro Iotti, ad esempio, narra dell’orchestra di Mauthausen che accompagna all’impiccagione un fuggitivo catturato sulle note beffarde di una canzone intitolata “Tornerai”. Ma anche l’episodio legato a un giovane ceko poliglotta destinato alla camere a gas che gli insegna il classico di Judy Garland “Over the Rainbow”. La musica, pur brutalizzata dalla cieca e disumana violenza, può, come tutto ciò che più pertiene all’umano, trasformarsi anche in risorsa di sopravvivenza.

“Il violino di Auschwitz” è una storia vera, liberamente tratta dal libro omonimo di Maria Ángels Anglada, scrittrice catalana che ne venne a conoscenza per caso grazie a un amico musicista. Quando Daniel, liutaio a Cracovia, viene deportato ad Auschwitz, dei gesti e delle sensazioni di quel mestiere così amato gli resta solo il ricordo. Finché un giorno viene convocato dal comandante del campo, il maggiore Sauckel: dovrà riparare il violino del suo amico Bronislaw, celebre musicista ridotto ora a esibirsi davanti ai suoi carnefici. Di fronte all’abilità del liutaio, il sadico e raffinato maggiore decide di commissionargli uno strumento nuovo. Un violino che dovrà essere “perfetto come uno Stradivari”; altrimenti sia Daniel che l’amico andranno incontro a una fine peggiore della morte. Solo cinquant’anni dopo, in una Cracovia invernale che celebra il secondo centenario della morte di Mozart, la storia segreta e miracolosa di quel violino verrà finalmente svelata…

Venerdì 26 gennaio – Piccolo Teatro, ore 21.00 – Teatro L’Attesa presenta Il violino di Auschwitz. Ingresso unico 8 €