L’inserzionista curava la pubblicazione degli annunci esca su noti siti internet di annunci portando avanti via telefono, su un utenza intestata a una donna prestanome, la trattativa mentre l’amico “cassiere”, che aveva in uso la postpay, intestata alla stessa donna, incassava il danaro delle “vendite fantasma” di Iphone di ultima generazione. In questo modo il terzetto  di filibustieri dalle provincia di Bari hanno raggirato anche un reggiano che ha risposto all’annuncio concernente la vendita di una Iphone, che ha pagato 200 euro senza vedersi consegnare lo smartphone in quanto i tre furbastri truffatori incassato il danaro hanno bidonato l’acquirente non consegnando quanto acquistato e sparendo nel nulla.

Per questo i carabinieri della stazione di Rubiera, a cui l’operaio 20enne reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per concorso in truffa alla Procura reggiana un 45enne e una 34enne di Capurso (BA) e un 42enne di Monopoli. Il primo è risultato l’autore dell’inserzione e colui che ha portato avanti la trattativa via telefono, il terzo l’utilizzatore materiale della postepay dove sono finiti i soldi mentre la donna, con documenti riportanti la sua foto e le generalità di altra donna estranea alla truffa, è risultata essere colei che ha attivato sia l0utenza telefonica che la postepay. Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da un 20enne di Rubiera che aveva acquistato su un noto sito internet di annunci un Iphone. Dopo aver intavolato via telefono la compravendita riusciva a concludere l’acquisto dello smarthpone per un importo di 200 euro che versava secondo quanto pattuito sul conto indicatogli dal venditore. All’accredito dell’importo non è però corrisposta la consegna dell’Iphone in quanto il venditore spariva nel nulla bidonando il malcapitato reggiano. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa l’uomo si presentava ai carabinieri di Rubiera formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri tra l’utenza telefonica dove veniva intavolata la trattativa e la carta prepagata dove erano stati versati i soldi i carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.